- Questo topic ha 102 risposte, 46 utenti ed è stato aggiornato l'ultima volta 1 anno, 10 mesi fa da Carotina!.
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Dott.ssa Elena CrestanelloAmministratore del forum
Apro questo spazio grazie alla disponibilità della Dott.ssa Clarissa Ricci (qui la sua presentazione). Clarissa si sta concentrando sui risvolti psicologici connessi a problematiche di infertilità di coppia e in particolare offre la sua consulenza a chi sta affrontando un percorso di procreazione medicalmente assistita.
In questo spazio si è resa disponibile a rispondere alle vostre domande. Potete anche scriverle privatamente.
Ringrazio Clarissa per la collaborazione :heart:
Biologa, Ideatrice e Responsabile www.periodofertile.it. - Per contattarmi direttamente puoi scrivere un'email a elena@periodofertile.itannalu12🌷Moderatore@Elena grazie mille!
Sono certa che questa iniziativa contribuirà a rendere ancor di piu’ questo forum tra i migliori relativi alla fertilità….
Sarà sicuramente un buon servizio per chi, come me da anni rincorre un obiettivo che sembra essere diventato la carota sul bastone per l’asinello…… 😥 😥
per ora grazie di cuore :heart: :heart: :heart: :heart:
Lotta dura senza pauraDott.ssa Elena CrestanelloAmministratore del forumIn risposta a quando ha scritto annalu12🌷Un abbraccio grande @annalu12 :heart:
Biologa, Ideatrice e Responsabile www.periodofertile.it. - Per contattarmi direttamente puoi scrivere un'email a elena@periodofertile.itAnonimoInattivoGrazie mille per questa possibilità che ci offri Elena. Chissa che magari possa darci sostegno soprattutto per chi come me ha alle spalle tanti tanti negativi e ancora non molla….
mirtaPartecipanteGrazie Elena per questo spazio, non so se la mia domanda è inerente a questo stopic, ma la faccio comunque, vorrei sapere se bisogna dire ai bimbi nati grazie alla PMA come sono nati…Noi abbiamo fatto un’ovodonazione in Spagna, adesso ho un piccolo gamberetto che cresce dentro di me, siamo arrivati gradualmente ad affrontare questo percorso. Tutto è iniziato quasi cinque anni fa, prima abbiamo provato con rapporti liberi, poi con gli stick di ovulazione, la temperatura basale, secondo la mia ex ginecologa era questione di stare calmi e tranquilli ” tanto siete ancora giovani, rilassatevi, fatevi un viaggio!!!”. Abbiamo fatto un viaggio, spento la luce, riacceso la luce, ma ancora nulla, così ho iniziato di testa mia a fare i primi esami, era tutto ok, abbiamo fatto anche il secondo viaggio ma la cicogna non bussava alla nostra porta. Il tempo passava e finalmente sotto mia insistenza ha prescritto anche degli esami a mio marito…esito disastroso “l’unica soluzione per voi, forse è fare una ICSI”. Durante questo periodo, ho incontrato dei medici non molto “gentili”, secondo un tipo, mio figlio, sarebbe stato come un topo di laboratorio, era contrario a qualsiasi tipo di procedura di PMA, mi ha detto che era inutile continuare su questa strada, che quando il Signore non da la possibilità di procreare naturalmente era meglio riversare il nostro affetto in altri modi “compratevi un cane”, che se proseguivo con questa strada dovevo andare dal prete e fare una bella e lunga confessione. Così abbiamo deciso di non raccontare a nessuno del nostro percorso (lo sanno solamente una nostra coppia di amici), ricominciato a rifare tutti gli esami, risultato “i miei ovetti in pensione, unica soluzione ovodonazione”.
Mio marito, mi ripete continuamente che in Italia, che la gente non è pronta ad accettare questo percorso, non vuole assolutamente dire specialmente ai suoi, il nostro percorso, non vuole che il nostro cucciolotto sia visto con occhi diversi, io invece mi chiedo se è giusto o no, dirlo successivamente al bimbo/a. L’altro giorno, ero il libreria, cercavo un libro per la mia nipotina…ho visto che ci sono diversi libri per bambini, anche sulla procreazione assistita che spiegano, in maniera semplice questo argomento ai bimbi e mi sono commossa. Cosa è giusto fare dirlo o no poi al bimbo?Adesso asciugo tutti con la tua fotografia...tu hai rotto il sortilegio perché sei una MAGIA...Sono Mamma di un bellissimo e sano Tigrotto grazie all'Ovodonazione.annalu12🌷Moderatore@Mirta che emozione leggere il tuo racconto. …anch’io sono curiosa di sapere cosa ci risponderà l esperta :-)…
Anche e soprattutto sul discorso dei sensi di colpa che ci hanno cucito addosso certi medici e gli stessi preti…..io sinceramente sono molto credente e cattolica ma x la chiesa sono la peggiore delle peccatrici….uno perché mi sono separata dall’uomo che ho sposato in chiesa (ma al quale porto tanto rispetto e gli voglio bene come ad un fratello) e due xke sono in pma ormai da tre anni e come te l’ultima spiaggia dopo diversi intoppi è rimasta quella dell ovo. …
Siamo davvero delle persone cosi brutte? 🙁
Lotta dura senza pauraAnonimoInattivoecco @mirta è questo il mio dubbio, non tanto se dire o meno al bimbo che è nato da un rapporto come dire a 3, ma come dirlo e quando dirlo. io personalmente ho eliminato l’idea di eterologa perchè non sono pronta, ammiro chi con amore abbraccia questa scelta soprattutto il partner “difettoso” che arriva a scegliere questa scelta. noi abbiamo il problema maschile quindi dovrei trovare un donatore di seme, mio marito l’ha subito abbracciata questa idea pur di vedermi incinta e avere un bimbo in casa da amare, io sono contraria perchè ho paura degli effetti nel bimbo quando saprà di avere un papà biologico come dire immaginario. mi scuso per questa mia riflessione che sarà controcorrente. vorrei tanto avere un ‘opinione della psicologa su come affrontare questo punto e cioè gli effetti sul bambino quando sarà grandicello. paradossalmente noi abbiamo deciso per l’adozione e a gennaio o comunque dopo l’ultimo tentativo di omologa inizieremo i corsi per adozione. credo che dire a un bimbo che è adottato sia più semplice, semplicemente perchè le dinamiche sono molto più conosciute, storicamente si è sempre adottato. l’eterologa è nuova e in italia soprattutto poco ben vista . ecco io sono debole e non vado in eterologa e quindi ammiro tutte voi mamme e papà speciali, la forza che avete è esemplare e per questo mi sento piccola piccola rispetto a voi. in ogni caso credo che le mamme adottive o da eterologa siano mamme speciali perchè un bimbo come viene viene sarà amato molto più di un bimbo magari non cercato e arrivato senza volerlo :heart: . in bocca al lupo a tutte, a me e voi !un abbraccio
TinaPartecipanteCiao a tutte, anche io ho un percorso simile a mirta e a non mollare. Abbiamo scoperto l’azoospermia di mio marito nel 2016, quindi tanti esami fino ad arrivare alla microtese…e qui il brutto colpo, mio marito avevo un tumore testicolare bilaterale. Da qui il nostro percorso si è fermato e ne è iniziato un altro che per ora e spero per sempre sia finito, mio marito per ora è guarito ma purtroppo il suo sogno di diventare papà si è fermato…i medici ci hanno detto di non arrenderci che la malattia non deve sopraffarci e quindi abbiamo deciso per l’eterologa e io ho li stessi dubbi di tutte voi, cosa diremo al bambino?io ho un’amica che l’ha fatta femminile e vedo lei e il marito così sereni e cosi felici che mi rincuora…però le perplessità e i dubbi ci sono sempre…
Clarissa RicciModeratoreIn risposta a quando ha scritto annalu12🌷Buongiorno a tutte, vi ringrazio per questa possibilità che sarà, spero, arricchente per tutte!
Clarissa
mirtaPartecipanteNo cara @annalu12 non siamo persone brutte, è capitato a noi e non dobbiamo avere nessun senso di colpa in merito a ciò. @Nonmollare @Tina come ho sempre detto nell’altro topic, ho sempre considerato questo “ovocita donato”come un piccolissimo granello di sabbia che passo dopo passo si trasformerà in una preziosissima perla, se ci pensate le persone che si incrociano lungo il nostro percorso, si vogliono bene a prescindere dal loro DNA, lui per me non è un’estraneo (un’altra paura di chi inizia questo percorso), certo magari non avrà la mia stessa risata argentina, i miei stessi occhi verdi ma l’amore che provo per il mio piccolo fagiolino/a è un’emozione indescrivibile che cresce dentro di me giorno dopo giorno. In bocca al lupo per tutto ragazze :good:
Adesso asciugo tutti con la tua fotografia...tu hai rotto il sortilegio perché sei una MAGIA...Sono Mamma di un bellissimo e sano Tigrotto grazie all'Ovodonazione.REDPartecipanteCiao a tutte,
sono contenta di poter rivolgermi a delle persone che veramente capiscono il mio stato d’animo e sono già passate…Il mio percorso non è cposi lungo come per alune di voi visto che (per 2 eventi abbastanza traumatici per me-la morte del padre e una storia di stalking ) abbiamo deciso di avere un figlio circa un’annetto fa.Sono una quarrantene fra 2 mesi e ovviamente a causa di una amenoreea rimanere incinta normalmente era un po difficile percio a giugno di quest’anno la mia ginecologa ci ha proposto la IUI …mio marito non ha problemi io…una riserva ovarica mooooolto bassa…3 cicli IUI effettuati privatamente andati male…senza nessuna spiegazione…la mia ginecologa come fosse la mia nonna mi ha detto è andata cosi la deve prendere per quello che è…
Determinata voglio proseguire percio già da giugno mi viene proposta la FIVET a novembre che per vari complicazioni-batteri etc… viene spostata a dicembre …il giorno del pick up sarebbe stato il lunedi prossimo…peccato che dopo il facilissimo percorso di punture (poverino mio marito e arrivato a chiedermi e “sta sera cosa offre la casa fostimon…puntura devi fare) le mie ovaie producono solo 2 folicoli percio la mia ginecologa mi consiglia per non dire impone di annulare la fivet perche le chances sono quanto la IUi ma molto meno invasiva( non so cosa dire ..accetto mi metto a piangere ma c’eet la via) ed eccomi aoogi alla 4a IUI fatta per non perdere gli ovociti…Ottimista? Non saprei..Decisa di andare fino in fondo di sicuro..Vorrei tentare al meno una volta la Fivet e se non la donazione dell’ovulo ..problema è che il mio marito non è d’accordo e mi aspetta una luunga strada per convincerlo..Ma quello che in realtà mi porta scrivere sono le mie emozioni…mi sento veramente delusa dalla mancanza di umanità ,di compasione da parte del personale medico.. La mia ginecologa che per altro raccomandata, brava e tra i pochi nel settore nella mia cita sembra non avere un cuore.Per lei siamo dei numeri ..la 33 venga..si tutto a posto o no e arrivederci..addirittura oggi in ospedale non si è neanche presentata lasciando ad una sua collega l’incarrico della IUI..Sono uscita con le lacrime negli occhi e “sgridata dal mio marito”per la mia sensibilità eccessiva e la mia testagine di voler ancora credere che anche i medici sono persone con sentimenti….Anch’io lavoro con clienti decine e decine al giorno …devo proporre programmi fatti su misura in base alle loro esigenze e sempre con il sorriso sulle labbra..Anche se esagero ..come paziente il rapporto con il medico è molto importante ed incide tanto sul modo in cui dopo la paziente affronta tutto il percorso..Forse mi sbaglio..Scusate lo sfogo..Sono dettagli che non mi fermeranno a realizzare il mio sogno di diventare finalmente MAMMAFinalmente"MAMMA"fiaMembrosalve a tutte! io sono nuova in questo forum e anche io dovrei fare la ovodonazione e nno nascondo che anche per me la questione di come e quando dirlo al futuro bimbo è molto importante perche appunto non vorrei nascondere il fatto di aver ricorso alla ovodonazione
Clarissa RicciModeratoreIn risposta a quando ha scritto mirtaCara @mirta,
innanzitutto grazie per aver condiviso quest’esperienza con noi. La domanda che poni è legittima e certamente pertinente, ma anche complessa e la risposta non può essere soltanto una.
Non essendoci, a mio avviso, una risposta univoca che vada bene per tutti, ti propongo una riflessione, sperando che possa aiutare anche le altre a portare il suo contributo, e successivamente alcuni dati inerenti ad alcune ricerche.
Vorrei precisare che qui si parla di fecondazione eterologa che rappresenta, in Italia, ancora una “novità culturale”: la corte costituzionale ha stabilito solo nell’aprile del 2014 che il divieto dell’eterologa previsto dalla legge 40 del 2004 era incostituzionale. Da diversi articoli usciti nell’ultimo anno si evince che l’Italia, rispetto ad altri paesi europei, ci stia mettendo molto a “carburare” e a rendere questo tipo di procedura di procreazione un’attività di facile accesso, come accade già da tempo negli altri paesi europei. Il problema è stato che il sistema pubblico non era preparato per assicurare questa prestazione e, soprattutto, mancava la cultura della donazione di gameti.
L’eterologa rappresenta, come tutte le rivoluzioni socio-culturali degli ultimi cinquant’anni, un nuovo modo di interpretare e vivere la famiglia e la genitorialità che richiederà tempo per essere accettata e digerita dall’opinione pubblica. Questo è accaduto, per esempio, per il divorzio: introdotto nel 1970 ha modificato il comportamento degli Italiani nei confronti dell’unione matrimoniale dando vita, col passare degli anni e di altre modificazioni sociali, a nuove forme di famiglia (fino all’arrivo, quest’anno, delle unioni civili). Benché l’introduzione risalga a quasi cinquant’anni fa ricordo che i figli di dei primi divorziati del paesello dove sono nata, trent’anni fa, erano vittime di curiose domande fatte da chi, quest’esperienza, non conosceva. Ai bambini si chiedeva: “Ma tu, preferisci stare con la mamma o col papà????”; oppure: “Ma voi a Natale come fate???”.
Oggi, passati trent’anni, nessuno si sognerebbe mai di fare domande del genere al figlio di una coppia separata o divorziata.
Uso questo esempio perché capisco come, il contesto sociale con i suoi giudizi, possa spaventare tuo marito. Rivelare una notizia così importante a tuo figlio, magari con l’apporto di quei testi che hai visto in libreria, vuol dire comunque fare i conti con l’ambiente esterno.
Ci sono alcune domande che a mio avviso dovreste farvi: siamo pronti, come coppia, a gestire l’ambiente esterno che inevitabilmente si insidierà nelle nostre vite e nelle nostre scelte? Quali emozioni e pensieri potrebbero suscitare in noi alcune domande? E come gestiremo le emozioni e i pensieri di nostro figlio quando anche lui impatterà con il suo contesto? Abbiamo intorno persone che possano supportarci?
Inoltre: cosa significa per me e per mio marito “dire” o “non dire” a nostri figlio che è frutto di una fecondazione eterologa? Come ci farebbe sentire tacere le sue origini? Come ci farebbe sentire invece raccontargliele?
Tutte queste domande sono importanti e vi serviranno a prepararvi ad affrontare la questione una volta che il bambino sarà nato.
Tra queste ce n’è una, a mio avviso, che è la più importante di tutte: voglio con mio figlio un rapporto sincero, fondato sul rispetto reciproco?
Perché se la risposta a questa domanda è si, allora occorre che vi alleniate ad affrontare il tema, che ricerchiate nel vostro ambiente le risorse necessarie e raccontiate a vostro figlio quali siano le sue origini.
Ci sono ricerche che hanno mostrato come i bambini a cui è stato detto come sono stati concepiti ancor prima dell’inizio della scuola elementare abbiano reagito in modo positivo; è emerso inoltre che quando questo tipo di informazioni veniva dato in età adolescenziale, poteva far emergere nei ragazzi confusione rispetto a sé e alla propria identità e rabbia verso i genitori. Questo accade sia per i bambini adottati che per i nati grazie all’utilizzo della PMA omologa o eterologa.
Gli studi suggeriscono di iniziare tra i tre e i cinque anni, età in cui si dovrebbe iniziare a spiegare ai bimbi come vengono al mondo.
Per esempio, dopo aver spiegato loro che ci sono degli “ovetti” e dei “semini” che congiungendosi danno vita a un nuovo seme che crescerà all’interno della pancia della mamma, si può aggiungere che a volte c’è bisogno dell’aiuto di altre persone che donino i loro ovetti o semini perché può accadere che quelli di mamma e papà non siano abbastanza. Con l’avanzare dell’età si continuerà a rispiegare al bambino come è nato, aggiungendo nel corso del tempo nuovi concetti come quello, per esempio, di dna, spiegando anche come l’espressione genetica sia influenzata dall’ambiente all’interno del quale si cresce e dagli apprendimenti ad esso correlati. Nel dare queste spiegazioni è fondamentale rispondere sempre con sincerità a tutte le domande e i dubbi del bambino e del futuro ragazzo.
La cosa più importante è affrontare tutti i timori, le paure e le perplessità che potranno nascere poiché i problemi nascono quando le persone non hanno strumenti, cognitivi ed emotivi, per affrontare le situazioni. Il dialogo, la possibilità di esprimere i propri vissuti con gli adulti di riferimento avendo risposte che normalizzino le situazioni senza negare mai le emozioni, anche quelle negative che possono spaventare il genitore e portarlo ad “evitare” di toccare alcuni argomenti, sono le migliori armi che abbiamo per crescere adulti consapevoli e resilienti. Qualunque cosa accada al di fuori del contesto familiare “stretto”, qualunque giudizio arrivi, il bambino dovrà avere la possibilità di confrontarsi con il genitore, riconoscendo le proprie emozioni, dando loro un nome, un significato e comprendendo, per esempio, che possiamo essere visti in modi diversi da persone diverse e che saremo sempre, tutti, potenzialmente “giudicabili” dagli altri ma che questo non avrà a che fare con il nostro valore personale e la nostra dignità di esseri umani.
In fondo le storie dei bimbi nati tramite PMA sono storie di bambini desideratissimi, per i quali i genitori hanno combattuto una lunga lotta, non esente da grandi sofferenze e sacrifici, e alla fine hanno vinto, diventando genitori. Una narrativa familiare di questo tipo come potrà far sentire un bambino, secondo voi? Che impatto avrà sulla sua autostima?
Per quanto un genitore voglia proteggere il figlio, evitandogli problemi e sofferenze, dobbiamo ricordarci che ciò che ci fa diventare degli adulti sani e resilienti sono proprio le sofferenze e i dolori che, se gestiti come accennavo qualche riga fa, contribuiranno a far sì che la persona cresca con una “cassetta degli attrezzi” ricca di strumenti per far fronte alle sfide che la vita ci pone costantemente.
Spero di essere stata di aiuto.
Ti suggerisco, in merito a questo tema, un testo interessante uscito quest’anno:
“Un viaggio inaspettato. Quando si diventa genitori con la fecondazione eterologa”, di Federica Faustini e Marina Forte.
Un caro saluto
ClarissaDenisePartecipanteBuongiorno :mail: , grazie alla dottoressa Clarissa, ad Elena e tutto lo staff per aver aperto questo topic davvero interessante, costruttivo ma sopratutto d’ispirazione a tutte noi.
Chi incomincia questo percorso già immagina che la strada è lunga e tortuosa, ma mai quando lo si percorre per anni, dopo tanti tentativi falliti, ed è allora che si forma una catena di solidarietà, forse mai vista tra le donne, meno male che esistono i forum per un confronto ed un conforto. 😥
@Mirta, hai centrato in pieno quello che potrebbero essere le insicurezze che riserva il nostro futuro :good: (per chi fa ovodonazione ed embriodonazione). Mi ha commosso la tua storia :yes: , purtroppo la gente è sempre pronta a giudicare e puntarti il dito contro, te lo dice una persona che vive la sua normalità come una cosa anormale per gli altri, spiego… a causa dell’handicap dei miei genitori (vogliamo chiamarlo così) vivo una situazione familiare non normale per gli altri ovviamente :negative: , quindi io da diversa negli anni ho cercato di superare la cosa pensando che la normalità non mi piace e per questo sono “speciale :whistle: “, chi ama mi segu 😉 e.
La gente può essere ignorante e curiosa (ti chiede cose assurde del tipo come facevo da piccola a fare cose o comunicare), e stai sempre a dare le stesse risposte, cerchi far capire e comunicare agli altri com’è la tua vita per togliere ogni pregiudizio, ma ci sono persone cattive, allora quelle è meglio eliminarle dalla tua vita o farci una bella risata su, perchè per quanto la combatti ti senti poi stanca di farlo.
Riassumo il mio breve percorso B-) . Entrata nella PMA nel 2016 peroligoastenoteratozoospermia del marito , inserita nella lista ospedaliera, dopo 6 mesi ancora si parla di fare solo ecografia e vogliono escludere visita dal genetista nonostante palesemente dichiaro la mia situazione familiare (come ha detto la dott.ssa dell’ospedale ” un figlio è sempre un figlio, indipendentemente com’è” :negative: , ed invece no, io ho vissuto da figlia di persone “speciali” e so com’è la vita difficile e piena di solitudine, e mio/a figlio/a proprio perchè l’amo prima ancora che prende vita, voglio risparmiarle quello ho vissuto nella mia infanzia e che vivo nel quotidiano). Faccio primo tentativo c/o clinica semi-privata, solo un embrione formatosi che non si è attaccato a me. Secondo tentativo, nemmeno andata in trasfer, si conferma anche pessima qualità delle miei uova (a quasi 41 anni ci sta! :unsure: ). Già dal primo fallimento :wacko: ho incominciato a scrivere una clinica estera (dove ho avuto testimonianze positive dirette) che ci consiglia direttamente embriodonazione per non perdere tempo. Adesso mi sono ritrovata a farmi le stesse domande di mirta ma meravigliosamente ho trovato la conferma nelle risposte della dott.ssa Clarissa :heart:
Il 2018 mi aspetta una bella sfida, ma sfida accettata con tutte le conseguenze che ci saranno, ti aspetto 2018, a braccia aperteeeee :yahoo: :yahoo:
un bacio a tutte.
🐾L'ambizione è la strada per il successo. La persistenza è il veicolo con cui ci arrivi.🐞GisellaPartecipanteChe meravigliosa iniziativa!!!! Grazie a @Clarissa, dal prossimo ciclo inizieremo anche noi con il 1° livello PMA dopo più di 4 anni di ricerca… io mi sono fatta aiutare da una psicologa perchè sentivo dentro di me un senso di colpa enorme, una fallimento ad ogni ciclo che oggi, grazie alla sua professionalità vedo con altri occhi! :heart:
"...tutto ciò che vale merita un'attesa"Liun84PartecipanteBuongiorno! Vorrei fare anche io una domanda alla dottoressa, che ringrazio per la sua disponibilità. Sento spesso la frase “rilassati, vedrai che quando non ci pensi ..” e a me personalmente manda su tutte le furie, perché implicitamente si sta dicendo che il problema sono io ..ma, detto questo, riconosco che a volte sarebbe meglio cercare di pensare in maniera positiva e costruttiva.. vorrei sapere come realmente poter incanalare il pensiero in maniera positiva sulla gravidanza, visto che tanto smettere di pensarci non è credibile..
La ringrazio molto!Arietina77Membro:yahoo: ciao :unsure:sino nuova e sono in cova da 12 gg PT ho trasferito 1 blasto 4 cell classe b ma non ho nessun sintomo….. tra qualche giorno le beta :unsure: ma non so …. sono molto demoralizzata
Sono una cicognina alla ricerca da 9 anni, 2 mesi, 24 giorni.GiorgiaMembro:bye: ciao a tutte! Sono nuova, quindi mi scuso da ora se magari sbaglio qualcosa!
Io e mio marito siamo alla ricerca da quasi 3 anni. Tutti i dottori incontrati finora ci dicono che siamo “giovani”. Ma la mia paura è che il tempo passi e non arrivi il risultato sperato e desiderato.. E ogni mese è sempre più dura vedere amiche e parenti incinte anche senza volerlo o provarci..aiuto, come si fa ad essere positive??? :unsure:GiorgiaMembro[quote quote=626881]Buongiorno! Vorrei fare anche io una domanda alla dottoressa, che ringrazio per la sua disponibilità. Sento spesso la frase “rilassati, vedrai che quando non ci pensi ..” e a me personalmente manda su tutte le furie, perché implicitamente si sta dicendo che il problema sono io ..ma, detto questo, riconosco che a volte sarebbe meglio cercare di pensare in maniera positiva e costruttiva.. vorrei sapere come realmente poter incanalare il pensiero in maniera positiva sulla gravidanza, visto che tanto smettere di pensarci non è credibile..
La ringrazio molto![/quote]
Esatto è la stessa storia che sento io da 3 anni ormai.. Ma come si fa a non pensarci quando è la cosa che voglio di più al mondo????PullyPartecipanteCome mai questo bel topic dove tante si sono aperte riversando i loro pensieri e le loro angosce non ha avuto seguito? Un gran peccato…
La mèta può essere dietro la prossima curva... buon viaggio! Sono mamma di Bimba nata nel 2020 ed in attesa di... Pelucchino/aClarissa RicciModeratoreIn risposta a quando ha scritto Liun84Cara @Liun84,
Mi scuso ma non sono riuscita a risponderti prima di oggi.
Frasi come “rilassati”, “non ci devi pensare, vedrai che il bambino arriverà” fino ad, addirittura, “se sei negativa non ci riuscirai” fanno purtroppo parte del percorso di molte donne che non riescono a raggiungere l’obiettivo di diventare madri entro i tempi che la società (e la medicina) ritengono “giusti”.
Spesso, se ci fate caso, quando una coppia non ha figli (magari anche per scelta) ci si rivolge alla donna per fare la fatidica domanda “e voi, quando vi deciderete ad avere un bambino?”.
Le donne vengono spesso considerate, per un bias culturale, le principali “responsabili” della capacità generativa di una coppia.
Quando poi “i risultati” non arrivano, questo atteggiamento diffuso può avere effetti negativi sulla donna e sulla coppia stessa.
Nel tuo caso, cara @Liun84, l’effetto è una rabbia molto intensa (la furia). Perché questo accade?
Credo che le affermazioni a cui facciamo riferimento facciano questo effetto in quanto portatrici di un significato implicito, nascosto: che tu scelga di stare come stai.
Come se tu, volendo, potessi controllare le tue emozioni e il tuo corpo e volontariamente non volessi farlo.
Come se fosse proprio colpa tua che, decidendo volontariamente di essere agitata o di cattivo umore, avessi il super-potere di bloccare un processo fisiologico come il concepimento di un bambino.
Oppure, esagerando, potremmo presupporre che tu stia facendo i capricci: “voglio un bambino ma, visto che non arriva, aziono il malumore così si blocca il mio apparato riproduttivo, ecco!!!”.
Ora, posto che tutto quello che ho appena scritto non ha nessun senso, capisco che, di fronte ad alcune affermazioni, tu ti possa infuriare.
Alcune donne si sentono in colpa, come se veramente avessero un qualche controllo su quanto sta loro accadendo e volessero, intenzionalmente, auto-boicottarsi o distruggere i sogni dei loro mariti.
Detto ciò, il primo passo da fare è riconoscere che chi ci dice di “stare tranquille”, se si trovasse nei nostri panni, non lo sarebbe. Nemmeno il medico che ci consiglia di “spegnere la luce”, come scriveva @mirta qualche tempo fa.
Una donna che desidera un figlio e che non riesce ad averlo non potrà essere tranquilla. Non potrà essere capace di prenderla con positività. Quando noi esseri umani non riusciamo a raggiungere un obiettivo soffriamo, qualunque esso sia. Figuriamoci poi se si tratta di avere un figlio, significato al quale sono connessi milioni di altri significati, sui quali ora non mi soffermo perché andrei fuori tema. Certo, c’è chi dopo molti tentativi rinuncia e riesce a costruirsi una vita piena e soddisfacente. Ma anche queste persone, prima di tutto, hanno sofferto. La sofferenza può essere rielaborata e utilizzata per ricostruirsi ma va, prima di tutto, vissuta.
Cara Liun84, ti consiglio quindi di accettare il fatto che non riuscire ad ottenere la gravidanza che desideri potrà provocarti delle emozioni negative di diversa intensità (in questo non siamo tutti uguali).
Le emozioni non si controllano, ci sono e basta. Vanno accolte, pensate e accettate. Se sono troppo intense e hai la sensazione di non riuscire a gestirle, occorre chiedere un aiuto ad un esperto, come ha fatto @Gisella che ci ha gentilmente regalato la sua esperienza.
Ma veniamo alla parte più concreta della mia risposta. Mi hai chiesto, comprensibilmente, come “incanalare il pensiero in maniera positiva”: quello che ti consiglio, più che incanalare i pensieri, è di occuparti delle tue emozioni e del tuo corpo, principale teatro dove quest’ultime vanno in scena. Fai cose che ti piacciono, sia con tuo marito che da sola o con le amiche. Parlane, sfogati, trova una persona con cui condividere le tue emozioni che però non ti dica di “stare tranquilla” ma che stia con te nella tua sofferenza. Fai ciò che ti fa stare bene, adesso più che mai. Prenditi cura di questo momento, al di là della ricerca del bambino. Come giustamente scrivi continuerai a pensarci, ed è normale così. Mentre ci pensi, però, pensa che hai un corpo, il tuo corpo, che mentre pensi a quello che ti sta succedendo ha bisogno di particolari cure. L’obbiettivo di tutto ciò non dovrà essere raggiungere una gravidanza ma prenderti cura di te stessa, mettendo proprio te stessa al primo posto: stai attraversando un periodo faticoso, te lo meriti!
Spero di esserti stata utile,
e mi scuso ancora per il lungo tempo di attesa.
Clarissa
Clarissa RicciModeratoreIn risposta a quando ha scritto GiorgiaCara @Giorgia,
come ho scritto poco fa a @Liun84 “essere positivi” quando qualcosa che desideriamo non arriva è molto difficile. Negare le proprie emozioni può essere solo deleterio, rischiando di farci soffrire maggiormente (hai presente l’effetto di una pentola a pressione non munita di uno sfiato?).
Mentre scrivo però mi rendo conto di rischiare di poter essere fraintesa. Accettare la paura, la rabbia, la delusione, la vergogna e tutte le emozioni che possono essere connesse al mancato arrivo della tanto desiderata gravidanza non vuol dire rinunciare a coltivare la speranza.
Vuol dire fare i conti con gli invitabili effetti del mancato arrivo di un bimbo, senza perdere quell’energia, che deriva dall’avere l’obiettivo di diventare genitore, che ti permette di andare avanti, mese dopo mese, ritentando ogni volta.
Occorre, a mio avviso, riuscire a stare in equilibrio tra due poli opposti. Continuare a sperare, coltivando la fiducia, accettando allo stesso tempo che la sofferenza faccia parte del percorso.
Per fare questo ci vuole molto impegno. Come scrivevo poco fa a Liun84 possiamo aiutarci a mantenere l’equilibrio prendendoci cura di noi stesse, sia a livello corporeo che mentale.
Fondamentale poi, dal mio punto di vista, saper chiedere aiuto. Esistono psicologi formati e specializzati proprio su questi temi, in grado di aiutare le persone a trovare all’interno di sé e della propria coppia le risorse necessarie per affrontare questo tipo di situazioni.
Spero di esserti stata utile
Clarissa
GiorgiaMembro[quote quote=637882]Cara @Giorgia,
come ho scritto poco fa a @Liun84 “essere positivi” quando qualcosa che desideriamo non arriva è molto difficile. Negare le proprie emozioni può essere solo deleterio, rischiando di farci soffrire maggiormente (hai presente l’effetto di una pentola a pressione non munita di uno sfiato?).
Mentre scrivo però mi rendo conto di rischiare di poter essere fraintesa. Accettare la paura, la rabbia, la delusione, la vergogna e tutte le emozioni che possono essere connesse al mancato arrivo della tanto desiderata gravidanza non vuol dire rinunciare a coltivare la speranza.
Vuol dire fare i conti con gli invitabili effetti del mancato arrivo di un bimbo, senza perdere quell’energia, che deriva dall’avere l’obiettivo di diventare genitore, che ti permette di andare avanti, mese dopo mese, ritentando ogni volta.
Occorre, a mio avviso, riuscire a stare in equilibrio tra due poli opposti. Continuare a sperare, coltivando la fiducia, accettando allo stesso tempo che la sofferenza faccia parte del percorso.
Per fare questo ci vuole molto impegno. Come scrivevo poco fa a Liun84 possiamo aiutarci a mantenere l’equilibrio prendendoci cura di noi stesse, sia a livello corporeo che mentale.
Fondamentale poi, dal mio punto di vista, saper chiedere aiuto. Esistono psicologi formati e specializzati proprio su questi temi, in grado di aiutare le persone a trovare all’interno di sé e della propria coppia le risorse necessarie per affrontare questo tipo di situazioni.
Spero di esserti stata utile
Clarissa
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Grazie dottoressa! Proverò a pensare a me anche a livello fisico cosicché magari mi aiuti a livello mentale e mi dia una carica diversa e un modo nuovo di vedere la cosa. Grazie! :heart:Tartarughina♡ModeratoreElena che bella iniziativa :heart: sei sempre splendida.
Grazie alla dottoressa Clarissa tanti perché avranno risposta.
Io sono diventata mamma con la pma omologa e quando ho iniziato il percorso non esisteva nessun tipo di sostegno, a volte qualche bravo medico sapeva dirti la parola giusta ( come il mio agopuntore che ringrazierò sempre!!), a volte qualche cattivo medico ti diceva la frase che ti faceva stramazzare al suolo!
A me dissero di rinunciare al sogno e invece eccomi qua: sto allattando mentre vi scrivo. :rose:
l’unico sostegno è stato questo forum e le meravigliose persone che ne fanno parte :rose:
a tutte loro auguro di essere presto devastate dalle notti insonni e pazzamente felici con il loro pupo in braccio :heart: , comunque voglia arrivare :yahoo:
love X tutte 💖💖💖
tarty :rose:
Pma dal 2014...finalmente sono in viaggio con l’Amore della mia Vita... Ole'...! ❤️️Sono mamma di Pupetta (7 anni)Dott.ssa Elena CrestanelloAmministratore del forumIn risposta a quando ha scritto Tartarughina♡@Tartarughina, sono stata fortunata ad incontrare sulla mia strada belle persone come voi :heart:
Biologa, Ideatrice e Responsabile www.periodofertile.it. - Per contattarmi direttamente puoi scrivere un'email a elena@periodofertile.it