Aspettavo da mesi la visita, ho preso un permesso di una giornata dal lavoro, ho fatto 90km tra andata e ritorno, ho pagato il ticket, fatto la fila, aspettato il mio turno un’ora e mezza per non concludere niente. Era la mia prima volta al Poma, ho chiesto dove mi dovessi recare alla visita telefonicamente, al punto informazioni, al cup, a quattro medici in reparto e lungo il tragitto. Mi hanno sballottolato per reparti, ho aspettato dalle 11,40 fino alle 13,30 in sala d’attesa come mi hanno detto di fare, ero fuori dalla porta, chiusa del reparto. Non sapevo e nessuno mi ha detto di entrare,anzi mi hanno detto che mi avrebbero chiamato, sono stata educata e ho aspettato. Anche perché sull’impegnativa c’era scritto visita ginecologica, nessuno mi ha detto che mi avrebbero visitata all’interno del PMA. Purtroppo ero sola, il mio medico di base non s’indende d’infertilitá. Morale, finalmente alla segreteria di ostetricia, dove mi avevano detto di aspettare, non l’ho faatto perché ero stanca, mi hanno mandato in PMA, lì appena entrata un dottore mi ha urlato dallo studio dietro la scrivania cosa volessi, gli ho spiegato che ero lì che aspettavo da ore, mi ha urlato che non mi avrebbe visitato perché ero in ritardo, gli chiedo scusa, gli dico che ero lì fuori aspettavo che mi chiamassero, che ho chiesto informazioni a diversi medici e tutti mi han detto di stare in sala d’attesa. Lui scocciatissimo mi dice che non gl’interessa e che non mi visita, che se proprio voglio torno mercoledí, gli dico che lavoro, mi dice che non sa cosa farci. Poi dice che mi ha telefonato e che non ho risposto, gli mostro il cel, niente. L’infermiera con lui mi fa vedere il numero che avevano, era sbagliato. Glielo faccio notare, lui sbotta e mi dice che lui non può farci nulla, quello era il mio numero e testuali parole”se la mette così non la visito neanche mercoledí, se proprio vuole prende appuntamento privatamente con me”. Quindi voleva farmi andare a pagamento, che roba, se ho la possibilitá di pagare il ticket, perché non provarci, ma non per questo devi maltrattare le pazienti per farle tornare a pagamento. Gli ho risposto di lasciare stare e che si doveva vergognare. Sono uscita in lacrime, ho pianto per tutto il pomeriggio. Mi ha trattata come un cane, umiliandomi, con supponenza, cattiveria, urlando. Un fare davvero maleducato. Mi avevano parlato male del PMA di Mantova, ma non pensavo fino a questo punto. È inaudito che donne sensibili che si sentono in difetto e già umiliate vengano trattate così da persone insensibili. Dovrebbero seguirci in questo difficile percorso,non renderlo ancora più duro. Lo sconsiglio vivamente, l’umiliazione provata è ancora viva in me