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PullyPartecipante
Buonasera a tutte, in questi giorni c’è una domanda che mi tormenta, e non so darmi una risposta: la mia riserva ovarica è bassa, nella mia unica icsi ho avuto una sola blastocisti che ha portato ad un aborto e il mio gine dice che abbiamo poche speranze con l’omologa, di conseguenza consiglierebbe l’eterologa. Io sono prontissima a seguire questa strada, forse troppo pronta…? Non riesco a capire se la mia è vera convinzione oppure se come al solito sono impaziente e cerco la strada più facile… sono altruista perché metto davanti a tutto la salute di mio figlio e la gioia della nostra famiglia oppure sono solo frettolosa e trovo giustificazioni per non dover di nuovo subire la grande delusione di una gravidanza che si interrompe? A prescindere dalle reali possibilità, dovrei ai miei geni una seconda possibilità, anche se non è priva di rischi per la mia salute e per la possibilità di una gravidanza futura? Non riesco a mettere ordine alle mie emozioni. Grazie per l’aiuto :rose:
La mèta può essere dietro la prossima curva... buon viaggio! Sono mamma di Bimba nata nel 2020 ed in attesa di... Pelucchino/aPullyPartecipanteCredo di essermi risposta da sola rileggendo quello che ho scritto… scrivere chiarisce le idee a volte. Non c’è niente di più importante per me della salute di mio figlio e della felicità della nostra famiglia, per cui non lascerò che vaghe idee sull’importanza del patrimonio genetico mettano a repentaglio la realizzazione dei nostri più grandi desideri. Devo rispettare i limiti del mio corpo ed essere grata di poter avere questa meravigliosa opportunità. Buona festa della donna a tutte voi!
La mèta può essere dietro la prossima curva... buon viaggio! Sono mamma di Bimba nata nel 2020 ed in attesa di... Pelucchino/aPullyPartecipanteSono di nuovo a scrivere perché stasera ho deciso di farmi passare il sonno pungolata da un’altro dilemma: dire o non dire ad un figlio che dentro di lui c’è il dna di un’altra donna? Partendo da quella, di domande ne sono arrivate altre, una dopo l’altra, sempre più impegnative: prima o poi la legge imporrà a chi ha fatto ricorso all’eterologa di far conoscere al proprio figlio le sue origini? Prima o poi il principio di anonimato dei donatori verrà soppiantato dal diritto del figlio di entrare in possesso di tutte le informazioni che lo riguardano? Ecco, oltre al fatto che definire genitore chi ha donato un ovulo o dello sperma è qualcosa che confonde i ruoli e che fa sorgere questioni scomode e pericolose per le famiglie che si sono rivolte all’eterologa, che “rischi” corrono i genitori che utilizzano l’eterologa di vedersi obbligati ad affrontare con i propri figli un argomento così delicato? Leggendo delle uscite della Lorenzin e molti articoli di psicologi infantili su questo argomento mi sono domandata se ci rendiamo conto davvero delle implicazioni di questa scelta.
Concludo dicendo che queste sono riflessioni di chi ha scelto di avvicinarsi all’eterologa come ad una fantastica opportunità e che sta solo cercando di valutare bene il peso della sua scelta.
La mèta può essere dietro la prossima curva... buon viaggio! Sono mamma di Bimba nata nel 2020 ed in attesa di... Pelucchino/aMickyMembroCiao @Clarissa,
Mi devo sentire una vigliacca, stupida, malefica persona se odio stare con la famiglia del mulino bianco (mamma papà figlia maggiore e figlioletto minore) del fratello di mio marito? 😥 lei (la cognata di mio marito) è sempre così felice con i bambini è casalinga (mantenuta) ed è evidente che non ha mai sofferto per niente, le ha detto sempre bene, figli sani marito e felicità.. ed io in un certo senso mi infastidisco a vederla.
Sono spregevole? 😥 😥
PullyPartecipante@Micky io ho praticamente smesso di frequentare le mie amiche con figli piccoli… credo che qui in tante provino sentimenti simili e così pure il senso di colpa per non poter essere felici per loro…
La mèta può essere dietro la prossima curva... buon viaggio! Sono mamma di Bimba nata nel 2020 ed in attesa di... Pelucchino/aMickyMembro@Pully grazie di cuore per una tua risposta e sorry per la mia in ritardo solo che purtroppo mi arrivano solo le notifiche per l’altra stanza di forum….quella della PMA
Mi fa “piacere” e l’ho messo tra virgolette eh, sapere che non sono l’unica che prova questo tipo di sentimento è evidente che noi ci sentiamo cmq sfortunate e di sicuro non agevolate a fare un figlio dal momento che non basta infilarsi nelle lenzuola e fare l’amore per ottenerlo bensì lunghi e a volte tortuosi percorsi. Forse anche io sto allontanando le mie amiche con figli e magari senza nemmeno accorgermene :unsure: :unsure: magari la mia è una difesa inconscia mah vai a capire cosa dice il cervello :unsure: :unsure:
baci Pully :heart: :heart:
Micky
PullyPartecipanteMichy anche per me è stata una scelta inconscia… ho trovato mille “scuse” prima di rendermi conto che semplicemente non riuscivo più a stare con loro nel loro “contesto perfetto che a me era negato”.
Ancora adesso che ho riconosciuto il problema ho una forte chiusura verso di loro, pensa che sono madrina di una delle figlie della mia amica… ci vedevamo sempre… poi piano piano ho dovuto allontanarmi perché non riuscivo proprio… mi sono sentita cattivissima, egoista, sbagliata, poi mi sono detta: non posso costringermi a non provare un certo tipo di emozioni, posso solo prenderne atto e cercare di capirmi. E come dice Caparezza: devi fare ciò che ti fa stare bene (rispettando gli altri ovviamente), te lo devi e lo devi a chi ti ama. Credici sempre, agguanteremo la nostra felicità
La mèta può essere dietro la prossima curva... buon viaggio! Sono mamma di Bimba nata nel 2020 ed in attesa di... Pelucchino/aTaty79MembroBuongiorno a tutte e grazie innanzitutto per questo spazio e le testimonianze che leggo e che mi fanno sentire “meno fragile”… Entro in punta di piedi dopo aver letto le ultime risposte… @Michy mi ritrovo molto nel tuo stato d’animo, giusto questa matina pensavo che saranno 5 anni che volutamente non prendo in braccio un neonato (sapessi quanto adoro i bambini), neppure quelli delle mie amiche… Li evito proprio, perchè già solo andare a trovarli al reparto di ostetricia quando nascono mi creano delle ferite al cuore… non è cattiveria ne egoismo… io credo sia solo un senso di protezione la nostra.. mi rendo conto di essermi allontanata dalle uniche mie due amiche da quando sono diventate madri e ogni giorno mi incolpo se non le vedo più tanto. Mi auguro che capiscano e che un giorno io trovi la serenità per scusarmi e spiegarmi. :unsure:
@Pully io devo iniziare il percorso di pma ma ho una riserva talmente bassa, tiroidite ecc che il medico del centro mi ha già detto di pensare all’ovodonazione nel caso in cui non ci fosse risposta alla stimolazione… voglio essere positiva ma intanto mi sto facendo le stesse tue domande…
Grazie di avermi letta, e un grande in bocca al lupo a tutte.
Da Gennaio 2018 sono seguita dall'Humanitas di Rozzano, in lista per ICSI prevista per fine Aprile, ho 38 anni e riserva ovarica 0,02. Ho avuto un aborto spontaneo nel 2013 forse per problemi ormonali (ho scoperto l'anno scorso di avere la tiroidite di Hashimoto). Cerchiamo da oltre due anni, i medici sono scettici che possa rispondere alla stimolazione ma sono testarda e speranzosa. Desidero da sempre diventare madre.PullyPartecipanteTaty anche io sono del 79, e mi sento piena di voglia di vivere e di entusiasmo per questo percorso. È senz’altro un’esperienza forte, comunque vada a finire ne sarà valsa la pena. Io in questo momento sono supermotivata, stiamo solo mettendo a confronto le due cliniche che abbiamo scelto per confermare una o l’altra.
È anche un’esperienza che può creare ancora maggiore unione e comprensione con il proprio compagno/marito. Mi raccomando di ricordarti sempre che siete Voi , non tu da sola, ed è importantissimo anche condividere i momenti no. Un abbraccio virtuale :heart:
La mèta può essere dietro la prossima curva... buon viaggio! Sono mamma di Bimba nata nel 2020 ed in attesa di... Pelucchino/aClarissa RicciModeratoreIn risposta a quando ha scritto PullyCara @Pully,
i tuoi dubbi sono legittimi. Mi piace considerare chi ha deciso di avere il proprio bimbo grazie all’eterologa un pioniere: un esploratore di un nuovo mondo, che non ha trovato ciò di cui aveva bisogno attraverso le “strade” che i più percorrono.
Le coppie che utilizzano questo metodo di procreazione sono sempre di più e sono convinta che, come è successo per altri cambiamenti che hanno riguardato la famiglia tradizionalmente concepita, col passare del tempo diventerà sempre più “normale” costruire delle famiglie attraverso la fecondazione eterologa.
Il tuo quesito era stato posto da @mirta qualche tempo fa.
Come tu scrivi le opinioni date dagli esperti in materia sono diverse e mi permetto di darti un consiglio che potrà sembrarti strano: non fidarti troppo degli articoli psicologici trovati su internet. Mi spiego: è possibile trovare molti e diversi pareri, alcuni autorevoli, altri meno. I pareri sono a volte frutto di ricerche e studi scientifici, a volte di riflessioni più “personali”. Controlla sempre le fonti, purtroppo internet è un mare di informazioni, occorre essere pignoli nel selezionarle.
Il problema più grosso, rispetto a ciò che si trova on-line, è che non è pensato e scritto per te e la tua specifica situazione personale. Anche quello che ti sto scrivendo, se ci pensiamo bene, è basato su pochissime informazioni (come è ovvio che sia, visto che ci parliamo tramite un forum).
Nella risposta che ho dato a mirta l’ho invitata, innanzitutto, a fare una riflessione su alcune questioni che riguardavano lei e suo marito.
Poi, come ogni “esperto” ho dato la mia opinione invitandola a fare una valutazione. Faccio a te la stessa domanda: vorrai con tuo figlio un rapporto autentico, fondato sull’onestà e sul rispetto reciproco? Questo, a mio avviso, è un punto fondamentale.
Ti chiedo poi un’altra cosa: tu definiresti genitore chi ha donato un gamete? Io credo che i donatori vadano chiamati donatori, non genitori…
Se ti va ti consiglio di dare una letta alla mia risposta precedente, dove affronto il tema in modo più esaustivo e, se hai dubbi o riflessioni in merito, a condividerli con noi e ad aiutarci ad ampliare la riflessione.
Mi permetto poi di consigliare anche a te una interessante lettura:
“Un viaggio inaspettato. Quando si diventa genitori con la fecondazione eterologa”, di Federica Faustini e Marina Forte.
Inoltre, se la sofferenza connessa alla difficoltà a prendere una decisione fosse troppo faticosa da gestire, ti invito a rivolgerti a uno psicologo formato ed esperto sul tema: a volte bastano pochi colloqui per chiarirsi le idee, trovare la propria personale soluzione e vivere più serenamente un momento così importante come quello che stai attraversando.
Spero di cuore di esserti stata utile!
Clarissa
Clarissa RicciModeratoreIn risposta a quando ha scritto MickyCara @Micky,
L’odio di cui parli è a mio avviso una grande sofferenza. Ho letto la tua storia e quello che esprimi è comprensibilissimo. Secondo te cosa si nasconde dietro questo odio? Tristezza per ciò che ti è capitato? Forte bisogno di avere ciò ce desideri?
L’esperienza di non riuscire a concepire un figlio e il confronto con chi ci è riuscito può generare emozioni come invidia, rabbia, senso di colpa e senso d’inadeguatezza.
Alla base di queste reazioni c’è il percepire di non riuscire a realizzare quello che gli altri hanno realizzato con semplicità e “felicità”, come tu stessa scrivi. Molte delle donne che non riescono a raggiungere l’obiettivo di avere un figlio in modo naturale hanno quella che si può definire “invidia del pancione”. Non c’è nulla di spregevole in tutto ciò, fa parte dell’esperienza di molte.
Qualunque essere umano, quando non riesce a raggiungere un obiettivo, soffre. Quando l’obiettivo riguarda l’avere un figlio la situazione diventa più difficile da gestire perché su di essa pesano alcuni giudizi culturalmente determinati circa le donne che (magari anche per scelta) non hanno figli: una donna che non ha figli viene considerata “incompleta”, come se non fosse una vera donna. Quello che vedo e che sento, parlando con donne come te, è che l’atteggiamento nei confronti delle proprie difficoltà a procreare è molto severo: alcune donne sviluppano un senso di inferiorità e vivono questa condizione come una menomazione, sentendosi colpevoli e difettose. L’inadeguatezza connessa a questo atteggiamento verso le proprie difficoltà porta alcune ad escludersi e isolarsi dal mondo esterno, evitando soprattutto chi è riuscito a raggiungere il tanto agognato obiettivo di diventare genitore.
Quindi, cara Micky, non sei un essere spregevole. Sei una donna che soffre a tal punto da faticare ad entrare in contatto con la maternità di altre donne perché questo scatena in te tutte quelle emozioni di cui ho scritto qualche riga sopra.
Cerca di proteggerti, innanzitutto, dai giudizi che dai a te stessa. Abbi cura di te e delle tue emozioni. Te lo meriti, visto ciò che ti è capitato.
Se necessario chiedi un aiuto esperto: ogni centro di PMA deve offrire, per legge, la possibilità di usufruire di una consulenza alla coppia e di un supporto psicologico per le donne e le coppie che ne abbiano necessità. Il supporto alla coppia può essere di aiuto anche a tuo marito: la “famiglia del mulino bianco” è la famiglia di suo fratello. Come gestite, come coppia, le emozioni di cui ci parli? Lui cosa prova? Gli uomini a volte possono essere restii ad esprimere le proprie emozioni ma immagino che la situazione sia faticosa anche per lui.
È importante che, se state per affrontare un percorso di pma, vi prendiate cura anche della vostra coppia, in modo da supportarvi a vicenda durante il percorso.
Spero di esserti stata utile!
Clarissa
PullyPartecipante@clarissa grazie per le tue parole, ho riletto ciò che avevi scritto a @mirta ed ovviamente tocchi il problema principale, e cioè il doversi confrontare con una società che guarda con sospetto tutto ciò che non conosce. Siamo fatti così, chi più chi meno, tendiamo a giudicare tutto ciò che è diverso come pericoloso, o sbagliato. Sono stata tormenta sul parlarne o meno al bimbo che spero arriverà presto da noi, consapevole che in effetti un segreto da portare tutta la vita lo fa sembrare più grande di quello che in effetti è, perché diciamocelo, pur essendo senz’altro vero che si tratta di una situazione nuova e particolare, è anche vero che alla fine non dovrebbe cambiare nulla rispetto ad una famiglia “tradizionale”. A me sembra molto meno condizionante rispetto ad esempio alla situazione, che oramai non è nemmeno più considerata strana, di un figlio che si ritrova davvero in un certo senso due mamme o due papà: quello biologico con cui ha vissuto una parte della sua vita e che continua a frequentare, e quello acquisito perché mamma o papà si sono risposati magari proprio nel periodo in cui il figlio attraversava l’adolescenza.
Riguardo alla tua domanda, credo che tutte risponderemmo di volere un rapporto sincero e rispettoso con i propri figli, ma mi chiedo, parlargliene da bambino o da ragazzino, pur non shockandolo, non lo metterebbe alla mercé di tutti quelli che non si sforzeranno di capire? Non è forse compito dei genitori anche quello di non lasciare che i figli affrontino discorsi da adulti in un’età sbagliata? Ok, lo saprebbe da sempre, ma questo gli eviterebbe di sentirsi sperduto ed incompreso negli anni dell’adolescenza quando tutti noi ci siamo sentiti così? Ho paura che ogni volta che si sentirà inadeguato e diverso penserà di esserlo perché non sa e non può sapere da dove arriva una parte del suo DNA , quando invece anche io mi sono sentita così per anni, pur avendo la famosa famiglia tradizionale. Mi sembra crudele fargli credere che c’è un motivo particolare per cui potrebbe sentirsi diverso, quando sappiamo che 1. È un sentimento comune a molti adolescenti insicuri e 2. Non ha modo di conoscere nulla di questo suo aspetto. Ovvio che avrebbe la curiosità di conoscere il donatore, io l’avrei, ma sarebbe una curiosità che non potrebbe mai essere soddisfatta. E allora perché, perché far vacillare la sua certezza di famiglia e di appartenenza senza potergli dare null’altro a cui aggrapparsi? Forse da adulto, quando anche lei/lui si avvierà a farsi una famiglia, potrebbe avere un senso per me dirglielo. Perché sappia che quando si desidera tanto una cosa importante si fa di tutto per ottenerla, e che ci sono analisi e precauzioni che è meglio prendere quando si tratta di cercare un figlio. Ma al momento prima di allora non credo che glielo diremo…
La mèta può essere dietro la prossima curva... buon viaggio! Sono mamma di Bimba nata nel 2020 ed in attesa di... Pelucchino/aTaty79MembroIeri secondo colloquio con la ginecologa del centro..mi ha dato la terapia (dosaggio più alto possibile)… ora attendo il ciclo e poi si comincia per fivet/icsi… è il secondo medico che è scettico sulla riuscita… (riserva ovarica bassa, FSH alto, tiroidite di Hashimoto)….Mi ha detto facciamo un tentativo è se non va a buon fine vi suggerisco l’eterologa. Lei è scettica, io speranzosa… Sbaglio forse a sperare??? :-
Da Gennaio 2018 sono seguita dall'Humanitas di Rozzano, in lista per ICSI prevista per fine Aprile, ho 38 anni e riserva ovarica 0,02. Ho avuto un aborto spontaneo nel 2013 forse per problemi ormonali (ho scoperto l'anno scorso di avere la tiroidite di Hashimoto). Cerchiamo da oltre due anni, i medici sono scettici che possa rispondere alla stimolazione ma sono testarda e speranzosa. Desidero da sempre diventare madre.Clarissa RicciModeratoreIn risposta a quando ha scritto Taty79Cara @Taty79,
Se avete deciso di fare un tentativo, sii pure speranzosa! Che senso avrebbe sottoporti a tutta la procedura senza nemmeno un po’ di fiducia nell’esito? Saresti una masochista… L’importante, a mio avviso, è mantenere insieme alla speranza un buon esame di realtà: essere positive senza illudersi che basti questo a garantire un buon risultato.
Se avete deciso di procedere procedete a testa alta e con i piedi ben piantati a terra.
In bocca al lupo!
Clarissa
annalu12🌷ModeratoreBuonasera Clarissa….
Può la suggestione contribuire negativamente sulla nostra vita?
Finora mi sono sottoposta a 4 tentativi. …2 omologhe e 2 eterologhe con tanto di risultato “zero assoluto”…come mi spieghi il fatto che in tutte e 4 le volte durante la preparazione mi ha attraversato la strada un gatto nero?
Ogni volta ci ho riso su. ….ogni volta ho fatto finta di niente. …e mi sono sempre detta che era un caso. ….oggi dopo mesi come ho iniziato a ripensare che magari potrei tentare un ultima volta. ….tac! Ecco il gattino premonitore che mi taglia la strada e mi ricorda che sicuramente il risultato è il medesimo !
Diciamo che ci vuole anche una grandissima “fortuna” a trovare in 5 posti diversi 5 gatti neri che ti tagliano la strada. ..posso essere io ad avere questi super poteri di attirarli a me? E se così fosse xke non funziona con il pensiero positivo che mi faccio da 3 anni a questa parte che mi vedo cullare il mio bimbo in braccio? ???
Non voglio passare x stupida o ignorante ma faccio davvero fatica a capire xke questo susseguirsi di casi analoghi. ….
Credo forse troppo a queste “scemenze”?
Help me. ….
Lotta dura senza pauraClarissa RicciModeratoreIn risposta a quando ha scritto PullyCara Pully,
mi sembra che, nonostante i fisiologici dubbi, tu abbia già preso una decisione. Quello che ritengo importante è che ognuno debba fare i conti con il proprio contesto e soprattutto con il proprio sentire.
Mi ha colpita una cosa, di quanto hai scritto. Proiettandoti nel futuro tu ti aspetti già che, in adolescenza, si sentirà “inadeguato e diverso”. Perché? Conosco molti adolescenti che, pur vivendo tutti i normali “turbamenti” adolescenziali riescono ad affrontare la vita con sicurezza e una buona dote di autostima.
Capisco poi che, il tuo decidere di “non dire” è un atto protettivo.
Ma siamo sicuri che i figli vadano sempre protetti da tutto e da tutti?
Il punto, a mio avviso, è supportarli nel far fronte ai giudizi e a chi la pensa diversamente. Anche perché, per un motivo o per l’altro, saranno sempre esposti a frustrazioni e a giudizi negativi.
Comunque, mi ripeto, per gestire una questione così delicata occorre innanzitutto che i genitori siano convinti e sereni rispetto alla comunicazione da dare al figlio. Bisogna essere pronti a gestire le emozioni e i dubbi del bambino/ragazzo, per aiutarlo ad assimilare le informazioni sul suo concepimento, dando loro un significato che serva da protezione rispetto al senso di sé e alla propria identità.
Un caro saluto
Clarissa
PullyPartecipante[quote quote=644809]Cara Pully, mi sembra che, nonostante i fisiologici dubbi, tu abbia già preso una decisione. Quello che ritengo importante è che ognuno debba fare i conti con il proprio contesto e soprattutto con il proprio sentire. Mi ha colpita una cosa, di quanto hai scritto. Proiettandoti nel futuro tu ti aspetti già che, in adolescenza, si sentirà “inadeguato e diverso”. Perché? Conosco molti adolescenti che, pur vivendo tutti i normali “turbamenti” adolescenziali riescono ad affrontare la vita con sicurezza e una buona dote di autostima. Capisco poi che, il tuo decidere di “non dire” è un atto protettivo. Ma siamo sicuri che i figli vadano sempre protetti da tutto e da tutti? Il punto, a mio avviso, è supportarli nel far fronte ai giudizi e a chi la pensa diversamente. Anche perché, per un motivo o per l’altro, saranno sempre esposti a frustrazioni e a giudizi negativi. Comunque, mi ripeto, per gestire una questione così delicata occorre innanzitutto che i genitori siano convinti e sereni rispetto alla comunicazione da dare al figlio. Bisogna essere pronti a gestire le emozioni e i dubbi del bambino/ragazzo, per aiutarlo ad assimilare le informazioni sul suo concepimento, dando loro un significato che serva da protezione rispetto al senso di sé e alla propria identità. Un caro saluto Clarissa
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Grazie Clarissa per questa risposta delicata e perspicace. Probabilmente ho svelato il mio senso di insicurezza che ogni tanto prende il sopravvento. Non ho avuto i classici genitori “normali” e rassicuranti che avevano le mie amiche… pur essendomi sempre sentita amata forse ho patito le loro stravaganze, mi hanno sempre veicolato il messaggio che “conforme è mediocre”, mentre io non desideravo che quello. Come ho letto da qualche parte i bambini generalmente vogliono solo sentirsi normali, non speciali. Sulla base di questo forse ho dato per scontato che mio figlio si sentirebbe allo stesso modo…
Io credo che se sapessi che non conosco il 50% delle mie origini, potrei dare a quel non sapere la colpa delle mie insicurezze, e il non poter sapere potrebbe provocarmi frustrazione.
Ma come mi fai riflettere giustamente tu, i genitori non devono (e comunque non potrebbero) proteggere sempre, e come tutti gli eccessi sarebbe dannoso il solo provarci…
Ora che sono passati un po’ di giorni dalla decisione di passare all’ovo mi sento più serena, e mi rendo sempre più conto che di decisioni, di dubbi, di sbagli ce ne saranno così tanti che l’argomento del dirlo o meno sarà sempre meno importante e si perderà tra le mille scelte che avremo da prendere, per lui/lei e per noi…
Grazie infinite di questo aiuto che hai deciso di darci. La prossima settimana sentirò la psicologa della clinica per essere sicura di affrontare i prossimi passi con il piede giusto, anche se ora l’umore è alle stelle e mi sembra che tutto andrà bene, voglio essere preparata. Perché se anche io sono abituata ai miei umori alti e bassi, il mio sforzo sarà quello di sostenere il mio compagno quanto lui sa sostenere me, e di essere davvero quella mamma rassicurante ed equilibrata che sogno di diventare…
La mèta può essere dietro la prossima curva... buon viaggio! Sono mamma di Bimba nata nel 2020 ed in attesa di... Pelucchino/aClarissa RicciModeratoreIn risposta a quando ha scritto annalu12🌷Cara @annalu12,
Purtroppo, sui gatti neri, mi trovi impreparata.
Provo però a darti un’interpretazione rispetto a quello che ti sta accadendo.
Innanzitutto occorre sottolineare che gli esseri umani non amano l’incertezza. Siamo sopravvissuti e siamo evoluti anche grazie alla nostra capacità di imparare dall’esperienza, facendo in base a essa previsioni per il futuro e dominando così il senso di incertezza.
Proviamo a fare un esercizio di fantasia che mi aiuti a rendere il concetto più chiaro.
Immaginiamo un uomo primitivo che, trovandosi vicino a un laghetto con l’obiettivo di abbeverarsi, venga aggredito da una bestia feroce. Quest’uomo, grazie all’emozione di paura provata e alla capacità di associare mentalmente l’emozione a ciò che l’ha causata, imparerà sicuramente che quel laghetto è pericoloso perché è frequentato da potenziali predatori. Si costruirà uno schema mentale in cui la paura sperimentata sarà collegata una causa certa: la bestia feroce incontrata al laghetto. Quindi, evitato il laghetto, evitato il pericolo: tutto è sotto controllo.
Immaginiamo poi che lo stesso uomo, qualche giorno dopo, preso dalla sete, ripensi al laghetto: molto probabilmente, insieme alla sensazione di sete e alla visualizzazione dello stagno in questione, proverà nuovamente paura.
Grazie a questo meccanismo il nostro uomo primitivo eviterà il pericoloso laghetto, cercherà nuove fonti d’acqua, avrà una minore probabilità di incontrare una bestia feroce e una maggiore probabilità di sopravvivere.
Potrà avere la sensazione di “controllare” il pericolo evitandone le cause: in primis il laghetto e di conseguenza la bestiaccia che voleva che il nostro uomo diventasse la sua cena.
Questo meccanismo di associazione mentale tra un’emozione spiacevole e lo stimolo che l’ha generata rappresenta un semplice (ma molto utile) meccanismo di sopravvivenza che condividiamo con gli altri mammiferi. In aggiunta a questo meccanismo di base noi esseri umani siamo dotati di un’altra capacità: quella di pensare al pericolo anche quando non ce l’abbiamo davanti; possiamo fare previsioni complesse e fare piani per il futuro. Il nostro uomo primitivo avrebbe potuto, insieme ad altri uomini, costruire mentalmente un piano per tornare al laghetto, aggredire la bestia feroce e mangiarsela a cena. Questa capacità rappresenta un punto di forza della nostra specie ma ha un costo, che fra poco spiegherò.
Una persona che provi emozioni spiacevoli rispetto a un evento concreto, come il dover affrontare un percorso di pma, non smetterà di pensarvi e di sperimentare le emozioni ad esso connesse quando il percorso sarà terminato. Potrà continuare a provare emozioni simili anche dopo molto tempo, sia che il percorso sia terminato con un insuccesso sia che si sia concluso con una gravidanza.
Ci sono ricerche che hanno dimostrato che i genitori di bambini nati grazie alla pma sono mediamente più ansiosi e sperimentano un maggior numero di emozioni spiacevoli durante la gravidanza di chi concepisce il bambino in modo “naturale”. Perché questo accade? Perché siamo capaci di pensare alle nostre bestie feroci anche quando non ci sono più. Perché più le esperienze sono traumatiche, più i ricordi sono intrisi di emozioni spiacevoli.
Nel caso poi di un insuccesso alla fine del percorso il nostro cervello codifica l’emozione connessa all’esperienza di perdita come un pericolo che dobbiamo evitare. Abbiamo allora bisogno di trovare le cause, fare previsioni e correggere il tiro in modo da evitare di incappare in un nuovo insuccesso. Abbiamo bisogno di fare previsioni che ci aiutino ad evitare la nostra “bestia feroce”.
Purtroppo però, se parliamo di pma, spesso ciò che causa l’insuccesso del trattamento non è conosciuto. Ed ecco il rovescio della medaglia: la nostra tendenza a fare previsioni per evitare i pericoli non ci può aiutare e, purtroppo, diventa essa stessa causa di ulteriore malessere.
Non sappiamo esattamente perché il trattamento non ha funzionato. Ritentiamo senza sapere come evitare la perdita. Le cose non vanno come vorremmo e noi non sappiamo perché. Non abbiamo nessun controllo su di esse. Non possiamo semplicemente cambiare laghetto e salvarci.
Continuiamo a impattare nella bestia feroce ma non possiamo fare previsioni e quindi capire come evitarla.
Cosa succede allora?
Il nostro cervello ha un’insaziabile sete di senso. Ha bisogno di trovare una causa. Ha bisogno di trovare un modo per evitare la bestia feroce: siamo colti dall’ansia (l’emozione più comune in questi casi) ed ecco che compare il gatto nero, oppure l’idea che non siamo state a riposo nei 15 giorni dopo il transfert o, ancora, il pensiero che non abbiamo “pensato positivo” come ci aveva consigliato il medico.
Trovato il senso e trovata la causa viene recuperato, almeno in parte, il controllo. Recuperato il controllo un po’ d’ansia se ne va.
La prossima volta investirò il gatto nero.
La prossima volta rimarrò a letto immobile 15 giorni.
La prossima volta penserò persino a che nome dare al bambino e lo visualizzerò così tanto che vedremo se la bestia feroce oserà ripresentarsi!
Quello che ti sta succedendo, cara annalu12, è frutto di un disperato bisogno di dare un senso a quello che ti è capitato e, soprattutto, alle emozioni sperimentate negli ultimi tre anni.
Credo sia solo l’espressione di una paura, fisiologica, di non riuscire ad ottenere ciò che tanto desideri.
Non penso affatto che le tue siano “scemenze”, penso che siano il frutto delle emozioni che provi ogni volta che ti rimbocchi le maniche e riparti con un nuovo ciclo. Penso che tu stia cercando delle cause per poter così trovare delle soluzioni ed evitare, almeno questa volta, la terribile bestia feroce.
Come ho fatto altre volte mi permetto di ricordarti, vista la fatica che immagino tu abbia fatto negli ultimi tre anni, che è possibile usufruire di un supporto di tipo psicologico che ti aiuti a dare un senso e a “digerire” quanto ti è capitato.
Ogni centro di PMA è obbligato a fornire alla donna e alla coppia questo tipo di supporto. È un modo di prendersi cura di sé che, a mio avviso, non può che aiutare chi si trovi da anni come te a fare a botte con una bestia feroce invisibile.
Un caro saluto
Clarissa
annalu12🌷ModeratoreCarissima @Clarissa…
innanzitutto GRAZIE per avermi dedicato del tempo e per essere stata cosi chiara nell interpretare il mio stato d’animo….In ogni riga che ho letto mi sono rivista esattamente nella descrizione…dicendo..”ah si! cosi….é vero! Sono io…..ma mi conosce? 😉 ”
La storiella del laghetto mi ha fatto capire molte cose….e quanto é vera! Se penso che io in quel laghetto ci sono tornata per 4 volte….e per 4 volte ho cercato soluzioni e “protezioni” diverse x affrontare la bestia feroce……ma lei impassibile si é sempre fatta trovare li, con il suo ZERO scritto a caratteri cubitali…..Ogni volta ho portato con me “l’arma” che la volta prima non avevo in dotazione (ah! stavolta faccio questo, ah…stavolta cambio integratore….stavolta sto a riposo….stavolta me ne frego….stavolta compro qualcosa per il bimbo…..stavolta…stavolta-…..) Quasi che ti ci abitui a quel risultato 😥 e appena le lacrime della disperazione lasciano il posto alla rabbia ritorni alla carica come un malato al gioco che dopo l’ennesimo 100 euro perso, si ripromette di smettere ma per debolezza torna l’indomani cambiando magari la macchinetta……
Ti ho fatto questo esempio perché io mi sono sentita davvero cosi! A dicembre mi sono detta che non ci sarebbe stato un seguito a questo calvario durato gia’ troppo e invece, dopo un mese di lacrime, ho sfoderato il mio piano D e ho ripreso a fare tutti gli accertamenti del caso per togliermi per lo meno questo peso di “responsabile e colpevole” di dosso…….Quando poi quasi tutto sembra essere a “norma”……e pensi che un ultimo tentativo lo si puo’ fare……ecco che la bestia….sotto forma di gattino nero premonitore ti viene a ricordare che ti stai SOLO illudendo di poter arrivare finalmente al laghetto senza essere averla tra i piedi……
Sai @Clasrissa….il mio centro ci ha messo a disposizione la psicologa e ho utilizzato il servizio, ma te lo dico sinceramente, trattandosi di una clinica spagnola la dottoressa oltre a non parlare benissimo italiano ha utilizzato il suo tempo come per darmi una botta di ottimismo prima del 4° transfer….Minimizzando un po’ le mie paure che secondo lei era piu’ che legittime….ecc. ecc.
Io di mio sto facendo un percorso con una counselor per migliorare la mia autostima e riuscire a relazionarmi meglio con gli altri senza sentirmi sempre “la piu’ brutta, la piu’ poverina, la piu’ sfigata, la piu’ ignorante…..”
Devo dire che con gli esercizi specifici le cose iniziano ad andare meglio…..e credo che chiederò a lei di approfondire questo argomento della ricerca che fino ad oggi é stato toccato un po’ con le pinze…..E’ dura Clarissa…..é dura dover ammettere che tra te e la bestia la piu’ forte é lei…..e spesso mi domando se sbaglio io ad ostinarmi contro il destino e la natura o faccio bene a lottare, cadere e rialzarmi per provarci finché non sarò io a vincere questa grande sfida che la vita mi ha voluto lanciare……
Sei speciale per questo gruppo! :rose: :rose: Grazie davvero di cuore :rose:
Lotta dura senza pauraAnonimoInattivobuongiorno a tutte e grazie ad Elena per questa iniziativa utile. Il mio percorso verso un figlio è iniziato qualche anno fa già oltre i 40 e senza successo , l’ultima opzione era l’ovodonazione ma mio marito ha avuto ripensamenti continui fino ad un mese fa esattamente il 3/03/2018. Avevo abbandonato l’idea di aver un figlio da una gravidanza ma non la speranza di diventare mamma. Ho ripreso a frequentare le mie amiche più strette , tutte con figli avuti dopo i 40 ( siamo/saremo un gruppo di mamme di tardone :wacko: ) e proprio quel sabato tornata dal 4 compleanno di uno di loro, faccio presente a mio marito che secondo me uno dei figli della mia amica è arrivato con una cicogna aiutata da un medico e lui se ne esce con : ok facciamo un percorso di ovodonazione! era sabato sera e il lunedi mattino avevo già inviato diverse email a centri in italia e all’estero , martedì parlato con la mia ginecologa che mi ha consigliato il centro che poi abbiamo scelto. Si perchè ora siamo in cammino, tra poco inizierò un ciclo di prova e il mese successivo il transfer . E’ successo tutto così dopo tanti anni di pianti di disperazione di rabbia e di consapevolezza ora ci sono e mille dubbi e paure mi assalgono , stanotte ho sognato di essere in guerra! In merito al dubbio dire o non dire e soprattutto a chi e cosa? Credo che tutto verrà naturalmente da se anche perchè io non mi sono mai sognata di chiedere a nessuno che abbia partorito dopo i 40 anni se il bimbo è stato concepito da un rapporto con il partner o in laboratorio e credo che mai nessuno mi farà una domanda del genere nemmeno i miei famigliari . Il fatto di essere oltre i 45 farà di certo meravigliare i piu ma chissenefrega! La cosa importante che oggi so è che quando avrò il mio bambino tra le braccia saprà che è nato non solo da un atto d’amore tra 2 persone la sua mamma e il suo papà, ma che è superfortunato perchè sarà al mondo grazie ad una donna che gli insegnerà nel modo più sublime cosa significa AMARE , perchè credo che chi DONA senza ricevere niente in cambio con il solo obiettivo di AIUTARE fa il più bel gesto di AMORE.
Questo è il mio pensiero ma la notte mi assalgono i dubbi più atroci e le paure più assurde , il problema più grande che io mi sono ritrovata e mi ritrovo ancora difronte è la paura di non essere all’altezza , la paura dell’insuccesso legato a non essere una donna in grado di…! Ho molta buona volontà se la dottoressa potesse darmi qualche consiglio lo accetterò volentieri.Buona Pasqua a tutteAnonimoInattivoCiao ragazze, sto iniziando il percorso della pma ma purtroppo non mi hanno dato tante speranze, ho l FSH a 18, c’è qualcuna che possa rincuorarmi su questa cosa? è possibile che questo valore cambi? Ho fatto il prelievo solo una volta… grazie mille
PullyPartecipanteIo posso solo dirti che ho preferito passare all’ovodonazione per aumentare le chances, comunque questo topic è per il sostegno con la psicologa Clarissa che può aiutare chi sta affrontando la pma, se vuoi un confronto con le utenti o fare due chiacchiere guarda i topic tipo PMA 2018 ECC… Ciao
La mèta può essere dietro la prossima curva... buon viaggio! Sono mamma di Bimba nata nel 2020 ed in attesa di... Pelucchino/aAnonimoInattivoOk grazie Pully
DenisePartecipanteBuonasera a tutte, vorrei consigliare un link che può interessare a chi pensa di fare l’eterologa.
😊❤
🐾L'ambizione è la strada per il successo. La persistenza è il veicolo con cui ci arrivi.🐞AnonimoInattivoCiao a Tutte!
Io ho iniziato questo percorso nel 2015, prima per problemi maschili, adesso che tutti i problemi maschili sono risolti, parlano di infertilità femminile sine causa.
Finora è stato disastroso e molto doloroso:
1) prima icsi fatta privatamente, durante la quale ho avuto la sindrome sa iperstimolazione, 2 transfer in cui in uno ho avuto 1 biochimica e nell’altro 2 mancati attecchimenti.
2) secoda icsi nel 2016 fatta privatamente, grave iperstimolo, 2 transfer di cui in uno ho avuto 1 mancato attecchimento e nell’altro 1 uovo cieco.
3) terza icsi nel 2018 fatta in convenzione: fermata durante la stimolazione perché le uova erano cresciute troppo…eppure la dose me l’hanno data loro! Quindi adesso non mi fido più della medesima dottoressa che segue le convenzioni, anzi la odio profondamente, perché ha pure insinuato che io avessi sbagliato la dose, ed oggi mi è pure venuta a dire che cambieremo farmaco.
Attualmente sono molto demotivata, non ci credo più, e mi viene il dubbio di perdere il mio tempo e la mia salute.
E’ la prima volta che scrivo su un forum, fiora ne ho letti moltissimi, ma adesso ho voluto scrivere la mia esperienza, e mi dispiace ma o adesso la vivo in modo negativo. Continuo e vado avanti perché un briciolo di speranza c’è sempre, ma non nascondo la rabbia, la delusione ed il senso di impotenza che l’accompagnano.
Mi sono posta il limite dei 3 tentativi convenzionati, anche perché in estate compio 40 anni.
Per ora sto alla sorte, cercando di soffocare gli istinti omicidi verso la dottoressa che mi segue e …si vedrà.