Quando si pensa e si parla di bambini non si vorrebbero mai affrontare temi delicati, tristi e molto forti come ad esempio può essere la morte di una persona.
Spesso i genitori si rivolgono ad esperti come pedagogisti, psicologi o psicoterapeuti per far comunicare la morte di una persona cara ai bambini, pensando che così ci siano meno ripercussioni negative sul bambino.
Spesso si pensa che censurare alcuni argomenti in presenza di bambini, come ad esemio la morte, la malattia, il dolore, possa proteggerli dalla sofferenza.
La morte di una persona cara ha lo stesso effetto sulle persone indipendentemente dall’età di chi viene colpito, ovviamente poi il carattere, il credo religioso e tante altre caratteristiche personali, fanno si che ognuno affronti il lutto in maniera differente e lo elabori con i propri tempi.
Capita molto frequentemente che ai bambini vengano raccontate delle bugie, cercando di giustificare l’assenza della persona che è venuta a mancare.
Voler evitare di far soffrire i bambini non li aiuterà a gestire il loro rapporto con la morte e il dolore.
Con i bambini vince sempre la sincerità per cercare di educarli al meglio, e anche in questo caso raccontare loro della perdita subita in modo semplice e chiara li aiuterà a provare sofferenza ma potranno avere accanto le figure di riferimento per esplicitare il loro dolore, per essere sostenuti e per farsi aiutare ad affrontare la mancanza della persona cara, che può avere un impatto ovviamente molto diverso da bambino a bambino, in base anche al legame e alla vicinanza che c’era con la persona defunta.
Più che mai in un momento di intenso dolore come questo i bambini devono sentirsi sicuri e amati, per superare al meglio questa perdita.
Fino ai cinque anni i bambini hanno un rapporto limitato con il concetto di morte ma è comunque da affrontare con sincerità e delicatezza magari attraverso storie che trattano l’argomento.
Dai cinque ai circa otto/nove anni i bambini cominciano ad avere più chiaro il concetto della morte anche se non sono perfettamente in grado di separare l’idea della separazione temporanea a quella definitiva, cosa che invece riescono a fare dopo quest’età. Ad ogni fascia di età, ciò che non deve mancare mai quando si spiega il fatto accaduto, è la verità, che può approfondirsi in base all’età del bambino, dell’interesse da parte di quest’ultimo di comprendere meglio e quindi dalle domande che comincia a fare.
Rispondere alle loro domande
È importante prepararsi prima ad alcune domande che i bambini sono soliti fare, come ad esempio: “come è morto?”, “adesso dove si trova questa persona?”,” perchè si muore?” e tante altre.
Ovviamente ogni famiglia sceglierà le risposte che ritiene più opportune, ma consiglio sempre di evitare di dire che le persone morte diventano delle stelle in cielo, perchè poi capita che crescendo, chiedano se le stelle che cadono sono i defunti che non vogliono più stare in cielo e così via. La sincerità e l’eventuale fede di ogni famiglia saprà suggerire le risposte migliori e veritiere da dare.
Funerale: portarli o no?
Un tema molto delicato è anche quello della partecipazione al funerale. Gli adulti, nella maggior parte dei casi, si oppongono a far partecipare il bambino al funerale, negando l’ultimo saluto alla persona morta.
In realtà, il funerale è un rituale sociale che permette di esprimere il dolore anche in pubblico e permette al bambino di rendersi conto che ci sono tante persone che stanno soffrendo come lui e non si vergognano di piangere ed esprimere il dolore pubblicamente, cercando sostegno e supporto anche negli altri. Poter esserci e poter salutare per l’ultima volta la persona cara, permette al bambino di farsi soggetto attivo, di inserire nella sua rappresentazione un’azione intrapresa, compiuta e non subìta.
Ovviemente, bisogna considerare l’età del bambino per la partecipazione al funerale e soprattutto il legame che egli aveva con la persona scomparsa, in linea anche con l’aspetto del defunto che non deve traumatizzare il bambino. È importante che il bambino venga preparato al funerale, sapendo spiegargli cosa si farà e come reagiranno molte persone.
Il funerale e tutti i riti che lo accompagnano hanno la funzione di permettere a tutte le persone legate al deceduto di dare una fine a quel brutto momento e di ricominciare piano piano a riprendere la quotidianità.
Elaborazione del lutto
Ogni bambino troverà un suo personale e specifico modo di elaborare il lutto ma bisognerà sapergli stare accanto e supportarlo nei momenti in cui ne avrà più bisogno, perchè la prima esperienza di morte soprattutto, sarà la base sulla quale saranno affrontate le successive esperienze di perdita durante il corso della vita.
Il lutto non è un evento ma un processo che avviene nel tempo e che purtroppo si dovrà riaffrontare più volte nel corso della vita.
I bambini non avendo gli stessi strumenti degli adulti elaborreranno il lutto con il loro corpo, il gioco e il disegno, mentre gli adulti useranno come canale privilegiato la parola.
Probabilmente molti bambini alterneranno momenti di coinvolgimento e tristezza a momenti di gioco e apparente distrazione.
Il lutto implica un enorme lavoro psichico sia per i bambini che per gli adulti, ma non per questo deve essere considerato traumatizzante. È importante costruire un ambiente supportivo per il bambino che gli consenta di far emergere ricordi, incoraggiando il dialogo per permettere la consolidazione di una rappresentazione positiva della relazione tra il bambino e la persona che è venuta a mancare.
Qualora ci fossero delle difficoltà ad elaborare il lutto da parte del bambino o di chiunque è importante chiedere il supporto di uno psicoterapeuta per poter affrontare questo delicato processo.