Psicologia: cosa fare se il bambino non vuole andare al nido o alla scuola dell’infanzia?

Con la fine dell’estate molti bambini iniziano una nuova avventura, l’inizio della scuola, che li porterà a staccarsi per qualche ora dalla mamma e dal papà. Soprattutto nei bambini più piccoli, che incominciano ad andare all’asilo nido o alla scuola dell’infanzia, questa esperienza potrebbe essere accolta con qualche pianto. Perché succede e come cosa fare per aiutare il bambino ad affrontare questo nuovo ambiente con serenità?

Perché il bambino non vuole andare a scuola

Di solito la motivazione principale è l’angoscia da separazione dai genitori. Questa paura dell’abbandono da parte dei bambini è molto comune e di solito si presenta dai 6 mesi del bambino fino ai 5 o 6 anni di età, generalmente nei confronti della madre. Bisogna anche ricordare che intorno agli 8 mesi nei bambini emerge la paura dell’estraneo, quindi vi è una maggiore difficoltà a staccarsi dalle figure di attaccamento.

In questi casi è sempre bene consolare il bambino ma imparare a lasciarlo nelle braccia delle educatrici o delle insegnanti, trasmettendo al bambino tranquillità e fiducia nella persona che se ne occuperà. A tal proposito, esistono periodi di inserimento più o meno lunghi e ambientamenti sia nei nidi d’infanzia che nelle scuole dell’infanzia che permettono alla famiglia e al bambino di prendere confidenza con il nuovo spazio e conoscere il personale e poter così raccontare del bambino, delle sue abitudini e soprattutto le modalità in cui il bambino fino a quel momento è stato addormentato, consolato, cibato e quant’altro.

Spesso i bambini manifestano anche per qualche settimana questa difficoltà di distacco con il genitore, ma non c’è nulla di cui preoccuparsi. Piano piano, se i genitori impareranno a lasciare il bambino serenamente e creare un rituale che lo accompagni ogni mattino all’asilo, sarà più facile per il bambino riuscire a capire che avverrà il distacco e ne sarà più consapevole.

Come aiutare il bambino che non vuole andare a scuola: l’importanza dei rituali

Per i bambini di pochi mesi ,un rituale può essere quello di mettere su sempre la stessa canzone all’accensione della macchina per andare al nido, spiegando sempre al bambino dove si andrà.

Per i bambini più grandi, dipende molto dal loro temperamento e dal loro gusto, ma può essere utile ad esempio avere qualche minuto a disposizione dopo la colazione per fare un disegno da mettere nella borsa della mamma o del papà, che il genitore potrà appendere al lavoro. Questi rituali tranquillizzano molto i bambini e spesso piacciono sia ai grandi che ai più piccoli.

Spesso la differenza la fanno i genitori, che più vivono il distacco con ansia, più la trasmettono ai bambini. I bambini sono molto bravi a percepire gli stati d’animo dei genitori, a capire il non verbale della mamma o del papà, per questo bisogna essere avere fiducia nel personale e pensare che lo si sta lasciando per il suo bene e non solo perché dovete andare al lavoro. Essere rilassati e sereni al momento del distacco è fondamentale e bisogna ricordare di non trattenere i bambini tra le braccia mentre piangono ma lasciarli nelle braccia delle educatrici, rassicurandolo amorevolmente con una bacio e dirgli “la mamma torna sempre” e andare via. Se si trattiene il bambino o si torna indietro non si fa il suo bene e sarà ancora più difficile fare il passo del distacco.

Momenti di crisi

Anche i bambini che iniziano senza difficoltà dal primo giorno, possono manifestare momenti di crisi nei mesi successivi e anche questo è del tutto normale e non va sminuito il bambino solamente perché conosce già l’ambiente, ci va molto volentieri e sta bene. Bisogna ricordare che i bambini crescono ogni giorno ed ogni giorno acquisiscono diverse competenze e nuove consapevolezze quindi imparano in maniera differente ad affrontare il mondo.

A volte capita che i bambini abbiano difficoltà nel distacco dopo le lunghe festività natalizie o dopo il periodo estivo, anche se si ritorna nella stessa struttura, perché comunque in quel periodo di assenza le sue routine sono cambiate e spesso i bambini sono stati molto di più con i genitori, super coccolati dai nonni o da una dada.

Altre motivazioni che possono far fare i capricci al bambino, possono essere anche le novità che ancora non ha ben accettato, come la nascita del fratellino, il cambio di casa, la separazione dei genitori e tanto altro. Bisogna sempre ricordarsi che i bambini sono molto sensibili ai cambiamenti ma allo stesso se vissuti serenamente sono molto più facilmente “adattabili” di noi adulti.

Nel caso questo disagio dovesse presentarsi tutte le mattine per molti mesi consecutivi chiedete un colloquio con il personale per aver un primo sostegno ed eventualmente se il bambino è abbastanza “grande” ci si può rivolgere ad uno psicoterapeuta sistemico relazionale o ad uno psicoterapeuta infantile.