Educazione sessuale a scuola: a quale età sarebbe meglio iniziare e perché
Spesso si pensa che parlare di educazione sessuale a scuola significhi semplicemente affrontare temi come la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili o delle gravidanze indesiderate. Per questa ragione, si pensa che l’età più adatta per iniziare ad affrontare questi temi sia quella adolescenziale (scuole medie e superiori).
L’educazione sessuale, tuttavia, è una disciplina molto vasta, che ha tra i suoi obiettivi principali quello di insegnare a costruire una relazione sana con sé stessi e con gli altri, nel pieno rispetto delle diversità individuali.
Come tale, quindi, sarebbe molto utile iniziare ad introdurre questo insegnamento fin dalla scuola primaria, nel contesto di un’educazione socio-affettiva e sentimentale che aiuti i bambini a sviluppare una personalità armonica e capacità relazionali sane e positive.
Quali obiettivi dovrebbe avere l’educazione sessuale alle elementari
Attraverso il supporto di professionisti adeguatamente formati, l’educazione sessuale nella scuola primaria dovrebbe guidare i bambini a:
- Imparare cos’è il consenso e come costruire amicizie “sane” – Significa ad esempio chiedere il permesso prima di toccare qualcosa che non ci appartiene, rispettare i “no” e capire cosa vuol dire essere un “buon amico”.
- Sapere come siamo fatti e quali cambiamenti avvengono con la pubertà – Implica la conoscenza delle diverse parti del corpo, dei loro nomi e della loro funzione, così come l’aver cura di sé e il prepararsi ai cambiamenti fisici ed emotivi che accompagneranno lo sviluppo. Questo aspetto è molto importante se pensiamo che ad esempio, nelle bambine, la pubertà può iniziare già intorno agli 8 anni.
- Costruire un’immagine corporea positiva e una sana autostima – Significa imparare che ogni persona è unica (sia dentro che fuori), e che le differenze sono un valore aggiunto.
- Comprendere l’importanza di essere se stessi – Riguarda la scoperta e il rispetto della propria identità e delle proprie inclinazioni. Comporta ad esempio l’insegnare ai bambini a non farsi condizionare dagli stereotipi di genere.
- Imparare a riconoscere le situazioni di pericolo – Significa educare i bambini ad ascoltare le proprie sensazioni di disagio e identificare le situazioni di possibile rischio (anche in relazione all’utilizzo delle nuove tecnologie e dei social network), insegnandogli come chiedere aiuto agli adulti in caso di necessità.
È importante sottolineare che l’educazione sessuale a scuola non dovrebbe sostituire gli insegnamenti ricevuti in famiglia, ma integrarli offrendo informazioni scientificamente corrette e basate sull’evidenza.
Inoltre è essenziale che la scuola illustri dettagliatamente ai genitori il progetto di educazione sessuale proposto, spiegando loro quali argomenti verranno trattati (e quali no), quali obiettivi si pone questo insegnamento e quali vantaggi possono derivarne, sia per i bambini stessi che per l’intera comunità.
Fonti e approfondimenti
- Società Italiana di Psicopatologia Sessuale, Educazione sessuale a scuola…perché?, Sipse.it [Ultimo accesso: ottobre 2024]
- Esposito S, Educazione sessuale alla scuola primaria: ancora tante persone credono sia competenza della famiglia. La situazione in Italia, 2023, Universoscuola.it Società Italiana di Psicopatologia Sessuale, Educazione sessuale a scuola…perché?, Sipse.it
- ATS Brianza, Like, un modello per l’educazione all’affettività e sessualità per la scuola, Ats-brianza.it [Ultimo accesso: ottobre 2024]
- UNESCO, International technical guidanceon sexuality education. An evidence-informed approach. 2018. ISBN 978-92-3-100259-5 doi: 10.54675/UQRM6395