“I genitori moderni rischiano di danneggiare lo sviluppo dei loro figli non giocando abbastanza con loro” (thesun.co.uk), “Uno studio dice che i genitori stanno dimenticando come giocare con i loro figli” (theguardian.com), “I bambini che giocano al parco hanno più incidenti perché i genitori sono troppo occupati a guardare sul proprio smartphone” (dailymail.co.uk): questi sono i titoli di alcuni articoli sull’argomento “giocare con i figli” che ho letto recentemente su note testate giornalistiche internazionali. Alcuni di questi articoli non sono neanche recentissimi, per cui la questione è ormai nota da tempo.
Ma non solo. Da uno studio spagnolo leggo anche «Sebbene oltre l’87% dei genitori sia d’accordo sull’importanza di giocare con i propri figli e il 50% di essi ritenga che ciò accresca lo sviluppo della creatività e dell’immaginazione, solo il 33% di questi genitori prende l’iniziativa di giocare con i loro figli a casa »
Insomma da numerosi studi sembra proprio che i genitori comprendano il valore di giocare con i propri figli ma, se pur rammaricati, non fanno il possibile per trascorrere del tempo di qualità con loro (il 70% dei genitori non gioca con i propri figli per più di 2 ore settimanali). Perché?
Per approfondire leggi→giocare con i bambini: idee per stimolare la creatività
Cosa impedisce ai genitori di giocare con i propri figli?
Tra le cause più comuni che impediscono o trattengono i genitori dal giocare con i loro bambini ci sono il lavoro, le attività per la casa, la stanchezza, le distrazioni tecnologiche, tempo per se stessi, la NON-voglia di farlo.
Come si vede, ciò che impedisce maggiormente ai genitori di giocare più spesso con i figli è una questione di priorità: le cose urgenti vengono prima. Così il nostro tempo viene scandito dal consegnare un progetto al lavoro, sistemare la casa prima di pranzo, portare i bambini a nuoto, fare un salto in palestra, dare un’occhiata al pc, chattare con le altre mamme sul gruppo di classe…
Alla fine della giornata, esausti, riduciamo il tempo per stare con i bambini a soli pochi minuti.
Ma se in alcuni casi è davvero questione di priorità, in altri giocare poco con i figli è proprio una questione personale. Molti genitori infatti trovano noiose molte delle cose con cui i bambini vogliono giocare e si ritrovano costretti nel gioco non per piacere ma per dovere. E spesso evitano.
Non fraintendete. I genitori che non amano giocare con i propri figli adorano passare il tempo con loro. Parlare, camminare, coccolare, ridere, correre, leggere una storia sono tutte cose che fanno volentieri e con piacere.
Ma quando i bambini arrivano e chiedono giochi con me? e poi il gioco consiste in giochi di finzione verso i quali non sono più naturalmente portati (tipo quando si deve giocare con minuscoli animaletti a cui prestare la voce e da far camminare in mezzo a una minuscola fattoria…) beh a molti genitori la smorfia in faccia viene spontanea e spesso cercano una scusa per non farlo.
Giocare con i propri figli per piacere o per obbligo?
Dando per assodato il fatto che giocare con i propri figli sia importante per lo sviluppo dei bambini e che sia uno dei modi più belli e utili per connettersi con loro, è anche vero che i genitori che non lo fanno spesso hanno sensi di colpa o vengono rimproverati dalla società.
Dietro questo tipo di colpevolizzazione sembra esserci l’idea che i genitori “debbano giocare con i figli” per una questione educativa che in quanto tale compete proprio a loro. Così, convinti che sia il comportamento giusto per essere un bravo genitore, molte mamme e papà si mettono a giocare con i figli anche se non ne hanno voglia. Questo, secondo molti psicologi, sarebbe controproducente.
Giocare con i bambini per senso del dovere non porterebbe infatti benefici ai figli né valore a questi momenti vissuti insieme. In altre parole, il bambino prova piacere dal giocare insieme ai genitori soprattutto quando può condividere il gioco con qualcuno che, con la voce e il linguaggio del corpo, rifletta le sue stesse emozioni di gioa e divertimento. E un papà o una mamma che gioca in modo artificiale o forzato non lo fa e i bambini lo percepiscono.
Giocare con i bambini in modo naturale
A parte i primi anni quando i genitori devono essere di supporto ai piccoli, i figli non hanno sempre bisogno di giocare con i genitori. I bambini infatti possono giocare bene anche da soli o meglio ancora insieme ad altri bambini. Questo avveniva in maniera del tutto spontaneo e naturale quando le famiglie erano molto numerose o vivevano addirittura insieme. In questo caso giocare insieme ad altri bambini era cosa quotidiana e i genitori potevano giocare con i figli solo quando effettivamente motivati. Se ci pensate bene infatti, ricordate che i vostri genitori giocavano con voi sempre sempre? O giocavate di più con i vostri cuginetti e i bambini del quartiere?
Cosa poter fare quindi?
Quello che un genitore dovrebbe fare è favorire comunque il gioco dei bambini, rispettando i loro spazi e i loro tempi ma senza forzarci la mano. Potrebbe essere utile:
- facilitare i contatti con gli amichetti e incentivare i bambini a giocare con altri bambini, magari invitando amici a casa o portandoli spesso al parco
- proporre tipi di giochi che possano essere fatti anche quando siamo impegnati a fare altro. Per esempio potete inventare un gioco da fare durante il tragitto casa / scuola materna oppure nel momento del loro bagno serale.
- proporre tipi di giochi che possono essere giocati quando non si può fare nient’altro comunque tipo quando siamo in fila dal dottore o in attesa all’aereoporto.
- coinvolgere i bambini nelle faccende domestiche: smistare i calzini, piegare gli asciugamani, contare i piatti puliti, sbucciare i piselli, ecc. sono cose che vanno fatte a casa e possono essere proposte come un gioco.
- proporre giochi di ruolo in cui voi non fate niente e fanno tutto i bambini: il gioco del dottore (voi siete il malato), il gioco della parrucchiera, dell’estetista, della truccatrice (ovviamente voi siete il cliente). Insomma vi rilasserete giocando.
Insomma per giocare con i figli in maniera proficua e naturale è meglio farlo quando ne abbiamo davvero voglia. Piuttosto che sforzarsi quotidianamente ad essere “genitori perfetti” meglio offrire una disponibilità autentica di qualche pomeriggio davvero sentito.