In 50 anni la struttura della famiglia è cambiata moltissimo e continua ad evolvere, fortunatamente, anche se tantissime sono le difficoltà, soprattutto per quanto riguarda il ruolo della donna.
I nostri figli stanno crescendo in un mondo molto diverso da quello in cui siamo cresciuti noi, e non perché adesso i passeggini si possono impostare fronte-strada o fronte-mamma, o perchè i seggiolini auto sono più sicuri, o perché ci sono app per qualsiasi esigenza, e Alexa o Google Home che cantano la ninna nanna…
I bambini di oggi vivono in una realtà in cui l’elemento umano è fondamentale per la loro crescita ma non è più sempre e solo la donna il genitore che si occupa esclusivamente dei figli. Le donne, nonostante siamo ancora molto lontani dalla parità di genere, hanno abbandonato o cercano di abbandonare, quel ruolo di figura dedita esclusivamente al focolare domestico, per poter seguire le proprie aspirazioni professionali. E’ ovvio che nel momento in cui la donna sceglie di non essere solo madre ha bisogno che il proprio compagno condivida e collabori in modo paritario in casa e nella crescita dei figli. La condivisione dei compiti è fondamentale per gestire quei delicati equilibri di una famiglia in cui entrambi i genitori lavorano.
La paternità negli anni 2000
La ricerca ci racconta che i padri di oggi sono più coinvolti che mai prima, nella crescita dei figli, sebbene non senza difficoltà.
I papà moderni prendono seriamente il loro ruolo di genitorei, trascorrono tre volte più tempo con i loro figli rispetto ai padri i di due generazioni fa, e si caricano sulla spalle molti più compiti e mansioni.
Nel 1982, circa il 43% dei papà ammetteva di non aver mai cambiato un pannolino. Oggi quel numero è sceso a circa il 3%, ed è un dato davvero fantastico, perché la ricerca spiega che quando i papà vestono i figli, cambiano loro il pannolino , li lavano, raccontano loro le storie prima della nanna… la relazione padre-figlio diventa più forte man mano che il bambino cresce.
I papà di oggi sono consapevoli dell’importanza del loro ruolo di genitore, considerano fondamentale un’equa divisione dei compiti per quanto riguarda l’accudimento dei figli e si stanno sforzando ad adattarsi una distribuzione più uniforme del ruolo di genitore all’interno delle loro famiglie.
I numeri dimostrano che le cose non sono ancora perfette, molti papà ammettono che in casa la mamma è colei che fa di più, ma uno studio recente ha evidenziato che i papà moderni dedicano 30 minuti in più alle faccende domestiche quotidiane rispetto ai loro padri, e trascorrono più tempo con i loro figli rispetto alle generazioni precedenti.
L’importanza dei papà sempre più presenti
I padri coinvolti nelle routine familiari e nella crescita dei figli possono educare una nuova generazione che non vedrà distinzioni tra ruoli maschili e femminili in casa, si spera non esisteranno più quelle orribili definizioni di “lavori da donne” come ancora adesso si additano compiti come pulire , stirare, fare il bucato..
Sarà davvero una bella rivoluzione se ci impegniamo tutti in tal senso.
Questa tendenza dei papà a voler essere più coinvolti a casa non è solo un bene per i figli, è un bene per i matrimoni o convivenze che siano (che a loro volta sono un bene per i figli).
La ricerca indica che quando il 60% o più delle responsabilità genitoriali ricadono solo sulla mamma, il rapporto tra mamma e papà va in sofferenza. Quando invece i papà fanno la loro parte in casa, le coppie vivono relazioni più forti e stabili. Insomma la famiglia è un gioco di squadra.
Anche i papà hanno bisogno di sostegno
Nonostante i papà odierni sentano il desiderio di essere più coinvolti e si impegnino in tal senso, le politiche sociali spesso impediscono loro di essere i padri che vorrebbero essere. Il congedo parentale retribuito più a lungo per padri e madri , in egual misura probabilmente è ancora un’utopia, anche se qualcosa si è mosso negli ultimi anni. In Italia siamo a 7 giorni di congedo obbligatorio per i papà con l’obiettivo di arrivare a 10 gg in un futuro non molto lontano. Ancora poco, servono politiche di sostegno alla genitorialità molto più incisive.
I padri probabilmente stanno ora vivendo ciò che le madri vivono sulla loro pelle da decenni: vogliono scalare le gerarchie aziendali ma allo stesso tempo vogliono trascorrere più tempo con i loro figli.
Come è possibile conciliare lavoro e il voler essere un genitore molto presente?
È chiaro che anche le politiche aziendali devono cambiare per supportare tutti i genitori. Forse allora, il numero di padri che si occupano in modo paritario alla madre dei figli (attualmente 1 su 3) potrà riflettere il numero di padri che vogliono farlo (2 su 3). E forse a quel punto anche le madri, una volta diventate tali, non saranno più costrette a lasciare il lavoro.