I “no” devono mostrare fermezza, devono porre un limite, devono essere pochi e chiari. I bambini non si traumatizzano perché dite “no”, i bambini vi vorranno bene perché si fideranno di voi e per questo vi ascolteranno.
I “no” detti ai bambini generano in loro frustrazione, per questo andrebbero detti in maniera graduale. Il bambino scoprirà piano piano che non è al centro del mondo e non esiste solo lui e che ci sono dei piccoli limiti e delle piccole regole da rispettare.
Reazioni esagerate
Non abbiate paura delle reazioni a volte anche esagerate come il pianto disperato o le urla, se i no sono adeguati e non detti di continuo, piano piano capiranno le motivazioni e smetteranno di reagire in maniera eccessiva. Se invece i bambini continueranno a fare pianti disperati, irrigidirsi, tremare, buttarsi a terra sbattendo i pugni e tanto altro provate a chiedervi se i no sono troppi e hanno perso di valore e se cosi fosse per quale motivo? Forse la casa non è a misura di bambino e ogni cosa che il bambino vuole fare non può?
I bambini hanno bisogno di essere ascoltati nei loro bisogni, devono essere compresi e sentire la stabilità affettuosa di chi si occupa di loro. Se questo non avviene possono diventare a poco a poco dei piccoli tiranni nei confronti dei genitori, intorno ai quali ruota la vita dell’intera famiglia.
I bambini hanno bisogno di essere contenuti e i genitori devono imparare a dare limiti e dire “no”.
Il tono della voce
Il tono della voce deve essere pacato e non alterato e urlato.
Se il bambino urla, non si deve urlare più forte di lui, ma si deve mantenere la calma e parlare piano per evitare il tono impositivo.
La reazione emotiva dei bambini dipende molto, non solo dal loro carattere, ma anche dalla frequenza e dal modo con cui vengono sgridati. Urlare non porta nessuno beneficio al bambino, anzi influirà negativamente sulle sue relazioni sociali essendo anche più predisposto all’aggressione fisica.
Ovviamente alzare la voce ogni tanto fa anche bene, ma dev’essere un’eccezione e non un abitudine.
Contatto visivo
Il contatto visivo con il bambino è fondamentale mentre lo si rimprovera, bisogna guardarlo negli occhi con sguardo serio ma non trasmettergli né paura né furia.
Dare sempre una spiegazione
La spiegazione del “no” va data in base all’età del bambino, ad ogni modo bisogna essere sempre chiari e concisi come ad esempio “no, perché così fai male agli altri bambini” e man man che cresceranno avrete modo di spiegare le vostre motivazioni così che i bambini possano avere maggior fiducia in voi.
I bambini coinvolti nella spiegazione si sentiranno maggiormente considerati accrescendo anche la loro autostima e sentiranno meno il peso dell’imposizione data dall’adulto.
Il rimprovero non è uno sfogo dei genitori
Il rimprovero non deve essere MAI uno sfogo dei genitori, per questo uno schiaffo nel sedere, nella mano e a maggior ragione in qualsiasi altra parte del corpo non è per niente educativo.
Il rimprovero deve essere d’aiuto al bambino che ha bisogno di essere corretto, di riflettere (in base ovviamente all’età) e per questo dev’essere un rimprovero costruttivo, dato in maniera educativa e con tanta pazienza, soprattutto quando si sa che i nervi stanno per saltare.
A maggior ragione i bambini vanno anche rassicurati e se piangono sappiate dirgli che li amate anche se quello che ha fatto è sbagliato e non lo deve più fare.
Il contatto fisico
Il contatto fisico è anch’esso indispensabile per creare un legame di fiducia e stima con il bambino.
Il bambino va preso in braccio e trattenuto, anche se è stato rimproverato deve sentire la vostra autorevolezza e la vostra forza ma mai il rifiuto. Il bambino deve sentire la protezione dell’adulto perché solo così diventerà un adulto indipendente.
Il buon esempio
Dare il buon esempio ai bambini è forse una delle regole più difficili da seguire. A volte capita di urlare al compagno, dire qualche parolaccia mentre si è al telefono o imprecare di fronte a piccoli incidenti, smangiucchiare qualcosa mentre si prepara la cena, insomma contravvenire ad alcune regoline che si sta cercando di dare ai bambini che per primi gli adulti non rispettano.
I bambini sono delle piccole spugne e il loro primo vettore di apprendimento è proprio l’esempio dei genitori. Per questo ricordatevi che anche quando i bambini giocano nel loro lettino o nella loro cameretta, sentono tutto e anche se non vi vedono o ancora non capiscono esattamente le vostre parole, loro in base al tono della voce sono in grado di capire cosa sta succedendo.
Bisogna anche sforzarsi di essere coerenti e concordi sulla decisione presa e non rivedere il proprio comportamento in base ai capricci.
Offrire alternative
Offrire ai bambini alternative di gioco e divertimento è un buon compromesso per anticipare la disfatta in casa.
I bambini sono molto vivaci e hanno energia da vendere, quindi al ritorno dall’asilo nido, dalla scuola dell’infanzia o dalla scuola primaria tornono spesso carichi di energia e con voglia di fare e pasticciare. In base alle loro preferenze si deve cercare di accontentarli ma non solo quando è possibile anche sforzandosi di dedicargli tempo sottratto ad altri impegni. Ci sono bambini che amano l’acqua e tutte le volte che si lavano le mani allagano casa.
Per evitare questo, permettetegli di giocare nella vasca con un po’ d’acqua o con una bacinella piena di acqua, riuscirà così a sentirsi compreso e libero e sarà più facile capire perché allagare casa non è corretto mentre giocare nella vasca o con bacinella si può fare anche se un po’ d’acqua bagnerà comunque il pavimento. Ci sono bambini invece che amano sporcarsi le mani di farina, di terrà, di tempera e tanto altro, date quindi libero sfogo alla loro voglia di sperimentare prima che lo facciano con qualsiasi cosa abbiano a disposizione.
Non imbrogliare
Non imbrogliate mai i bambini. Ad esempio non distraeteli con un gioco, un dolce o altro, perché anche se le prime volte ci cascheranno, questo metodo avrà vita breve e avrete solamente intaccato la fiducia che loro hanno nei vostri confronti.
Quando si hanno bambini bisogna essere consapevoli che ci vuole controllo non facile da mantenere in una società dove il tempo è tiranno: lo stress, gli impegni pesanti che obbligano a fare tante cose di corsa, il nervosismo che ne consegue di certo non aiutano. Ad ogni modo bisogna cercare di trattenersi e ricordarsi sempre che anche se la giornata lavorativa è stata pesante e negativa i bambini non lo possono sapere e non ne hanno nessuna colpa, quindi prima di rimproverarli bisognerebbe chiedersi se quello che stanno facendo davvero merita un “no” o lo merita solo perché si è stanchi ed esauriti.
Non esistono regole predefinite per tutti i bambini e tanto meno vademecum uguali per tutti i genitori ma esistono regole adeguate alla vostra storia con i vostri figli.