Dopo aver parlato di gravidanza, allattamento e svezzamento affrontiamo con altissimo interesse, almeno da parte mia, una fase che attraversano molti bambini, generalmente tra il primo e il secondo anno di vita , e che viene definita la “fase dei NO”.
Un momento di passaggio, fortunatamente, ma che mette a dura prova la pazienza di mamma e papà.
Ricordo che Francesco parlava pochissimo ma i NO fioccavano numerosi: a ogni domanda o richiesta che gli si proponeva rispondeva deciso con un bel NO! E delle volte rafforzava il concetto scrollando il capo. Un atteggiamento che mi faceva anche sorridere perché sembrava un ometto e non un nanerottolo di pochi mesi!
Questa fase è molto importante nella crescita del bambino, è un momento in cui imparano e comprendono il significato di questa parolina magica. Quante volte noi genitori ripetiamo NO quando è in piena fase esplorativa?
Quando ad esempio inizia ad arrampicarsi sui mobili, prendere in mano oggetti che non dovrebbe, quando si ostina a tenere aperti i rubinetti dell’acqua del bagno o che getta a terra qualsiasi cosa che gli capita in mano? E ora ripetendolo a sua volta ci fa capire che anche lui ha le sue preferenze e le sue esigenze. Insomma è la sua prima ribellione. E magari anche la più facile da gestire nel corso della sua vita!
Sicuramente è un po’ frustrante soprattutto quando i NO arrivano anche a tavola.
Il desiderio di autonomia del bambino potrebbe manifestarsi nelle sue scelte alimentari. E inizia quindi a rifiutare quel cibo che magari mangiava fino al giorno prima. Il bimbo vuole essere indipendente e dettare i suoi gusti senza capire, ovviamente, che mangiare ad esempio solo gelati o pane, o bere solo il latte non è la cosa migliore da fare. Un bambino in crescita esponenziale come lo è uno di un anno e mezzo- due, ha necessità di introdurre la giusta varietà di elementi nutritivi e di calorie.
Un metodo che ha funzionato con noi è stato quello innanzitutto di non criticarlo mai con frasi del tipo” sei diventato cattivo/pestifero/ monello…” ma di sottolineare e fargli capire con tanta pazienza i comportamenti sbagliati come quelli di buttare il cibo per terra quando non lo voleva mangiare. Lui stesso si accorgeva alla fine di aver rattristito mamma e papà e quindi veniva da noi cercando di riparare con coccole e bacini!
E poi cercavamo di coinvolgerlo nella preparazione dei piatti, magari facendo i classici occhi, naso e bocca con carote , patate e pezzettini di carne ad esempio. Certe volte funzionava altre meno. Ammetto che ci sono stati giorni n cui si beveva solo il suo biberon di latte perché non voleva nulla di diverso e non abbiamo insistito. Capitava soprattutto in periodi in cui era raffreddato o disturbato dai dentini o convalescente da qualche malanno stagionale, o nei giorni post- vaccino.
Delle volte il NO potrebbe anche essere un sintomo di noia: il bambino si stanca a fare un pasto completo ed è distratto da altro, dai giochi, dai fratellini…e quindi si potrebbe ricorrere al piatto unico, per rendere tutto più veloce ma non per questo meno nutriente. Inoltre per stimolare il suo interesse si potrebbe fargli esplorare il cibo con le mani, senza il timore che si sporchi ma favorendo la sua voglia di esplorazione e di autonomia.
Ovviamente noi genitori appena il bambino inizia a rifiutare di mangiare ci preoccupiamo tanto, telefoniamo al pediatra o ci informiamo autonomamente su quello che sarebbe giusto mangiasse un bimbo di quell’età, per capire se bene o male la sua alimentazione è corretta o se si deve modificare qualcosa per garantire al bimbo il corretto apporto di nutrienti.
In linea di massima si dovrebbe variare ogni giorno, equilibrare proteine, grassi e carboidrati, prediligere frutta e verdura e distribuire la kcal giornaliere in cinque pasti in modo da tenere il metabolismo sempre attivo… queste le regole base che vanno adattate però alle preferenze del bambino che non deve assolutamente sentirsi obbligato a mangiare per non rendere il momento del pranzo o della cena un supplizio per tutti.
Anche il vostro bambino sta o ha attraversato la fase dei NO e del rifiuto a mangiare quello che cucinate ? Se si come vi comportate ? Avete trovato una soluzione che possa essere condivisa dalle altre mamme che stanno attraversando questo momento con i loro bambini?