Il ciuccio. Delizia e beatitudine dei bimbi quanto dei loro genitori. Il ciuccio allucina il magico momento dell’allattamento e la vicinanza della mamma, donando tranquillità, soddisfazione e pace dei sensi.
Nessun genitore vorrebbe togliere al proprio figlio la possibilità di godere di tutto questo. Eppure il mondo è spaccato in due, tra chi fa di tutto perché il bimbo accetti il ciuccio e chi, invece, prova una imprecisata paura di compromettere la salute del proprio bimbo. Cerchiamo di fare chiarezza tra le dicerie e le voci di corridoio, spesso vaghe o dalle scarse fondamenta scientifiche.
Cosa ci dice la scienza
Numerosi studi scientifici correlano l’utilizzo eccessivo del ciuccio e di altri vizi orali ad alcune problematiche di salute. Tra le principali vi sono:
- Il sorriso: mancato sviluppo di una buona relazione tra le arcate e/o tra i singoli elementi dentari (non si crea il giusto spazio per i denti);
- La postura: la lingua è interconnessa con la catena posturale anteriore per mezzo dell’osso ioide, posto al di sotto del mento. Tramite questa connessione può influenzare l’intera postura. Ad esempio, quando un soggetto mette la lingua nella corretta postura recupera un migliore appoggio plantare rispetto a quando la lingua è in una posizione non fisiologica;
- La propensione a sviluppare otiti: chi deglutisce con la lingua bassa non esercita le giuste pressioni endocraniche che favoriscono l’apertura della tuba di Eustachio, che è responsabile di una corretta ventilazione dell’orecchio medio;
- Maggiore fatica nell’attenzione: la lingua non stimola adeguatamente una via sensoriale del nervo trigemino che a sua volta attiva determinate aree corticali. Inoltre se il bambino è un respiratore orale non produce l’ossido nitrico nelle cavità nasali che è un ottimo vasodilatatore che ossigena meglio il suo cervello.
La funzione della lingua
Il fulcro della questione è la postura della lingua: il ciuccio, così come la tettarella del biberon o il pollice in bocca, alterano la corretta postura della lingua e non le permettono di evolvere verso una postura adulta, necessaria per lo sviluppo fisiologico del palato e per un’armonica relazione tra le arcate dentarie.
La lingua infatti spinge e modella il palato per ben 1600 volte al giorno, con una forza di 1,5 kg ad ogni deglutizione.
Se questa forza viene applicata correttamente sul palato facilita la predisposizione a un bel sorriso e ad un buon sviluppo delle funzioni orali (respirazione, masticazione, fonazione e deglutizione).
Quando invece viene proiettata tra i denti, può predisporre a diastemi (creazione di ampi spazi tra i denti), palato ogivale (alto e stretto), malocclusioni di varie forme e altri effetti negativi.
Allora dobbiamo proprio eliminare il ciuccio?
Voglio essere chiara: non è il ciuccio in sé a comportare tutti i disagi di cui abbiamo parlato, quanto il suo utilizzo eccessivo, sia in termini di frequenza giornaliera che di uso prolungato negli anni.
Oltre i due, al massimo tre anni di vita del bambino il ciuccio e le altre abitudini orali vanno eliminate.
Pertanto non sconsiglio il ciuccio in assoluto, quanto il suo utilizzo incontrollato.
Per il bene dei nostri bimbi, il compito principale di noi genitori è quello prendere decisioni consapevoli, informandosi da fonti autorevoli, per trarre le giuste conoscenze e la giusta motivazione per agire.
Ogni giorno come Logopedista mi occupo dell’educazione/rieducazione delle funzioni orali. Il punto di partenza è proprio quello di informare i genitori su come piccoli gesti posso migliorare il nostro benessere di oggi ed evitare spiacevoli effetti sul domani.
La scelta saggia
Torno alla domanda con cui siamo partiti: togliere il ciuccio è una scelta saggia?
Rispondo: la prima scelta saggia è quella di informarsi e comprendere le basi della fisiologia della bocca. Per far questo può bastarti anche un’ora, ma la giusta informazione cambierà la tua sicurezza nel decidere e la tua capacità di essere efficace nel comunicare con il bambino.
La seconda scelta saggia è quella di informarsi da fonti autorevoli, perché dicerie e consigli della nonna non sempre hanno fondamenta scientifiche.
La terza scelta saggia è senza dubbio la moderazione nell’utilizzo del ciuccio, e la fermezza nell’abbandonare questa ed altre abitudini orali entro i 2, al massimo 3 anni.
Concludo
Se per te è difficile accompagnare il tuo bambino in questo passaggio, è la tua consapevolezza a fare la differenza. Informati, decidi, agisci.
Trovi degli approfondimenti su www.togliamoilciuccio.it.