Questo è il periodo in cui alcuni sintomi respiratori possono scatenare qualche timore. Ma naso che gocciola, tosse, raffreddore, congiuntivite, fino ad asma e gravi difficoltà respiratorie, insieme a emicrania ed eczemi, in questo periodo dell’anno possono riferirsi all’allergia ai pollini.
Si tratta di sintomi di allergie stagionali che possono comparire da bambini ma anche da adulti, e in chi non ha mai avuto allergie, a qualunque età. Facciamo chiarezza con la dottoressa Alessandra Piona, responsabile di Medicina Generale di Humanitas San Pio X, su cosa fare, a chi rivolgersi e quali test fare.
Qual è il periodo più critico per le allergie da pollini?
La pollinosi è caratteristica della primavera e dell’estate, ma i micropollini di pioppo, parietaria, graminacee, betulla, ambrosia, le più comuni piante responsabili delle allergie, si possono trovare nell’aria anche fuori stagione, ovvero in periodi diversi da quelli tipici della loro fioritura. Per questo motivo, sapere a quali pollini si è allergici, ovvero ricevere una diagnosi specifica di allergia e una valutazione basata anche sui sintomi, aiuta a prevenire i sintomi e, in molti casi, anche ad evitarli.
Con quali sintomi è necessario fare i test?
Non importa che sia presente uno solo dei sintomi o tutti insieme, ma neppure che i sintomi siano più lievi oppure più gravi come l’asma. In caso di sintomi riferiti alla pollinosi, cioè che compaiono solo in certi periodi dell’anno e particolarmente quando si entra in contatto con certe piante e ambienti, è importante rivolgersi a un allergologo per la visita e i test allergologici, evitando le cure fai-da-te e farmaci antistaminici non prescritti.
Quali sono i test da fare?
I test allergologici non sono tutti uguali.
Quali sono necessari dipende dalla visita allergologica. Il test allergologico più immediato e non invasivo è il prick test che, grazie un piccolo ago che fa penetrare sotto la cute del braccio una minima quantità di diversi allergeni, permette di rilevare la sensibilità a uno o più specifici allergeni.
In 20 minuti circa, se il risultato è positivo, ovvero il punto intorno all’iniezione diventa rosso, caldo e pruriginoso, significa che si è sensibili a quell’allergene.
Non sempre però questi test permettono di capire con chiarezza quale allergene è responsabile della reazione allergica. Pertanto, possono essere effettuati test più approfonditi come il rast test o test di radio-allergo-assorbimento, che consentono la ricerca di anticorpi specifici (IgE) nel sangue. Un altro esame è il patch test, cioè l’applicazione sulla pelle di cerotti contenenti estratti allergizzanti che danno il risultato a 24-48 ore, ed è utile per le dermatiti.
Per i bambini, ci sono test diversi?
No, si effettuano gli stessi test. Cambia però la terapia che, nel caso dei bambini, tende a prediligere il vaccino antiallergico (immunoterapia) perchè agisce sia sui sintomi, sia sulla prevenzione della cosiddetta marcia allergica, ovvero la comparsa in età successive di altre allergie agli acari della polvere, alimenti o altri allergeni come il nichel, per esempio, come effetto di una iperattività del sistema immunitario. Con l’immunoterapia il problema si può risolvere.
E negli adulti, una volta individuata la causa dell’allergia cosa si consiglia?
Nel caso specifico delle pollinosi, in cui è molto difficile allontanare la fonte dell’allergia perchè presente nell’aria, è necessario iniziare nel più breve tempo possibile la terapia farmacologica adeguata all’allergene.
In genere, la terapia per la gestione dei sintomi può prevedere spray nasali, farmaci antistaminici o, nei casi più gravi, il cortisone per via orale. Anche per adulti, così come per i bambini, può trovare indicazione è il vaccino antiallergico, specie quando le altre terapie non danno sollievo.