Cosa mangiare e cibi da evitare in allattamento

Che alimentazione seguire e - al contrario - che cosa NON mangiare in allattamento? Esistono dei cibi che possono rendere il latte cattivo, causare allergie o provocare le famose coliche del neonato?

Quando iniziamo la nostra avventura di mamme, iniziamo anche a porci molte domande e ad avere altrettante paure: “Starò facendo la cosa giusta? Il bimbo sta bene? Avrà mangiato abbastanza? E via dicendo…

Ad esempio, se compaiono dei piccoli brufoli sulla pelle del bambino o se iniziano i sintomi delle cosiddette coliche del neonato, la prima cosa che ci chiediamo in allattamento è se abbiamo mangiato qualcosa che possa aver “fatto male” al nostro piccolo… e via con i sensi di colpa, alimentati anche dalle mille consulenze non richieste e che ci vengono fornite gratuitamente da chiunque voglia insegnarci il “mestiere” di mamma. 

In genere, quando ci dimettono dall’ospedale ci dicono che dobbiamo bere tanta acqua e seguire una dieta sana ed equilibrata. Ma cosa significa esattamente? Cosa bisognerebbe mangiare in allattamento? E cosa invece bisognerebbe NON mangiare? Facciamo un po’ di chiarezza.

Quante calorie per la mamma che allatta?

Mediamente, allattare al seno consuma circa 680 kcal al giorno.

Per favorire l’utilizzo delle scorte energetiche derivanti dal tessuto adiposo accumulato durante la gravidanza, si consiglia di assumere 500 kcal in più con gli alimenti, mentre le altre 180 kcal verranno ricavate dalle riserve materne. 

Naturalmente, in base alla situazione individuale, potrà essere suggerito alla madre un apporto diverso. 

In ogni caso, le calorie in più dovranno essere distribuite lungo tutto l’arco della giornata e non inserite in un unico pasto, dato che l’allattamento richiede energie in modo continuo.

Cosa mangiare in allattamento?

Una mamma che allatta ha bisogno di una alimentazione completa che comprenda frutta, verdura, cereali integrali e alimenti proteici.

In particolare, in allattamento aumenta il fabbisogno di:

  • proteine (20 g in più al giorno, che scendono a 14 g con l’inizio dello svezzamento, poiché l’allattamento diminuisce);
  • vitamine del complesso B;
  • vitamina A, C, D ed E;
  • calcio, iodio e fosforo (50% in più al giorno.)

Generalmente, una dieta equilibrata e varia soddisfa tutte queste richieste alimentari. In alcuni casi, però, il medico potrebbe consigliare di assumere degli integratori vitaminici durante il periodo dell’allattamento.

Cosa NON mangiare in allattamento?

Durante l’allattamento, come anche in gravidanza, è importante astenersi dal consumo di alcol (vino, birra, superalcolici…), mentre sarebbe bene limitare l’assunzione di caffeina.

Inoltre andrebbe evitato il pesce ad alto contenuto di mercurio (come squalo, pesce spada, tonno, sgombro, smeriglio e cernia).

Per quanto riguarda invece gli alimenti sospettati, in passato, di favorire l’insorgenza di allergie nel bambino, nel corso degli anni si è osservato che la probabilità di esordio di un’allergia alimentare è indipendente dal consumo o meno di quell’alimento da parte della madre che allatta al seno.

Gli alimenti vietati in gravidanza continuano a esserlo anche in allattamento?

In allattamento si possono inoltre tornare a mangiare tranquillamente i seguenti cibi che non si potevano assumere in gravidanza:

  • prodotti caseari non pastorizzati
  • carne cruda e salumi crudi
  • uova crude non pastorizzate

Quindi si può mangiare la carbonara?

Tra gli ingredienti della carbonara ci sono le uova crude o comunque aggiunte a cottura ultimata e perciò non completamente cotte. Per il bambino allattato al seno non ci sono rischi di infezione, poiché la salmonellosi non si trasmette con il latte materno.

Se però la mamma dovesse ammalarsi, sarà cura del medico prescrivere un farmaco compatibile con l’allattamento. In ogni caso, l’utilizzo di uova pastorizzate assicura l’assenza di salmonella.

E il tiramisù?

Nel tiramisù le uova sono completamente crude, per cui se si vuole evitare completamente il rischio di salmonellosi è necessario che il dolce sia preparato con uova pastorizzate. In alternativa oggi sono molto diffuse ricette alternative di tiramisù senza uova.

Come già accennato riguardo alla carbonara, comunque, la salmonellosi non viene trasmessa al bambino attraverso il latte materno. Tuttavia, se la mamma dovesse contrarre l’infezione dovrà eventualmente utilizzare un farmaco compatibile con l’allattamento.

Si può mangiare il sushi in allattamento?

Poiché il pesce utilizzato per il sushi deve essere sottoposto ad abbattimento, non dovrebbe comportare rischi. In ogni caso i pericoli principali sono infezione da anisakis, listeriosi e salmonellosi.

Tutte queste infezioni non si trasmettono al bambino attraverso il latte materno, ma i farmaci da assumere potrebbero non essere compatibili con l’allattamento (specialmente nel caso dell’anisakis per la quale serve un antiparassitario).

La raccomandazione, quindi, è quella di mangiare sushi solo in ristoranti di fiducia, dove poter essere sicure che il trattamento e la conservazione degli alimenti avviene secondo scrupolose norme di igiene.

Cosa non mangiare in allattamento per evitare le coliche del neonato?

Soprattutto in passato, le coliche del neonato (dette anche coliche gassose) sono state molto spesso attribuite all’alimentazione materna. Al momento, però, non esiste nessuna evidenza scientifica che correli l’insorgenza delle coliche a ciò che mangia la mamma.

Gli studi effettuati finora non hanno evidenziato differenze significative nell’insorgenza delle cosiddette coliche in base all’alimentazione materna, per cui non è necessario che la mamma si privi di alimenti vegetali come verdure o legumi temendo di “far del male” al proprio figlio.

Ci sono alimenti che rendono “cattivo” il latte materno?

Effettivamente, esistono degli alimenti che possono modificare il sapore del latte (ma non la qualità della sua composizione, che rimane inalterata) e che in alcuni casi potrebbero renderlo poco appetibile per il bambino.

Per questo viene consigliato di non eccedere nel consumo di cipolla, aglio, asparagi, cavoli e cavoletti di Bruxelles.

Se però la mamma ha consumato questi cibi durante la gravidanza, può darsi che il bambino si sia già abituato a conoscere questi sapori tramite il liquido amniotico e che quindi apprezzi anche un latte dal gusto “particolare”.

Fonti

  • IV Revisione dei Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana (LARN), 2014.
  • Gordon M, Biagioli E, Sorrenti M, Lingua C, Moja L, Banks SS, Ceratto S, Savino F. Dietary modifications for infantile colic. Cochrane Database Syst Rev. 2018 Oct 10;10(10):CD011029. doi: 10.1002/14651858.CD011029.pub2. PMID: 30306546; PMCID: PMC6394439.