Non sono solo le restrizioni che gli stati stanno imponendo ai cittadini nel tentativo difficile di contenere il COVID-19 ad aumentare le tensioni nella coppia e nelle famiglia. Certamente il vincolo di stare a casa, la gestione dei figli in DaD, l’impossibilità di muoversi e di godere delle proprie abitudini creano molti problemi di stress. Ma a questi si aggiungono anche questioni economiche, lavorative, incertezze per il futuro. E se non bastasse molte problematiche sociali, politiche ed ambientali sembrano riversarsi sempre più dirompenti su tutti noi.
Questo stress, e la particolare situazione che ci vede impotenti nel cambiare le cose, abbassa quella soglia di tolleranza e pazienza che ci è propria, e basta una goccia per scatenare stati di rabbia e fastidio che terminano con discussioni accese e litigi.
Certe volte si discute di problemi che non si possono risolvere. Sono quelle normali caratteristiche di ognuno di noi che si possono solo accettare ma che di tanto in tanto emergono e che creano la necessità di uno sfogo (sempre ovviamente nei limiti!).
Altri problemi invece hanno una soluzione, però non sempre si riescono ad affrontare a mente fredda e si finisce col discuterne in modo agitato. Cosa succede quindi se, magari nella mancanza di privacy forzata dalla pandemia, i figli finiscono con esserne testimoni?
Una questione che può essere risolta, può essere anche affrontata davanti ai piccoli, ma sempre davanti a loro andrebbe chiusa. Lasciare in sospeso un “litigio” che viene poi risolto in altro momento va bene per la coppia, ma chi ne è testimone potrebbe non capire che alla fine tutto si è sistemato. Si partecipa ad un momento di rottura, ma non al momento di ritorno alla normalità, che invece è un’occasione di crescita importante.
I bambini imparano per imitazione, ecco che una discussione anche accesa, può insegnare loro come affrontarle quando sarà il loro momento. Alcuni punti che possiamo tenere presenti, anche se comprensibilmente non sono facili da seguire:
- Prendere fiato. Imporsi delle pause in una discussione permette di allentare l’istinto di avere il sopravvento e di abbassare i toni che solitamente crescono esponenzialmente. Il classico “contare fino a 10” vale sempre.
- Ascoltare. Questa è una parte difficile perché quando si è convinti della propria posizione è difficile ascoltare le opinioni (diverse) altrui. Ma siamo sicuri di essere nel giusto?
- Restare in tema. Quando il clima di una discussione diventa rovente è facile iniziare a parlare di tutto e di più (ovviamente sempre di “cose che non vanno”) e rendere la discussione talmente generica da non risolvere nulla
- Usare le parole giuste. Non solo nei confronti del compagno/a, ma riuscire ad avere un linguaggio adeguato ai piccoli che stanno ascoltando (anche se non sono nella stessa stanza)
- Rimandare. Certe volte è bene scegliere un momento differente per discutere. Il mattino, magari poco prima di uscire di casa o la sera prima di andare a letto non sono le scelte migliori, perché, almeno per i piccoli, quasi sicuramente rimarrà tutto “sospeso”
- Ricordarsi che ci sono anche loro: se si allontanano o chiedono di smettere di litigare è importante riprendere la calma e rassicurarli
In conclusione
Le discussioni accese o i litigi capitano, è normale basta che non diventino la quotidianità. Assistere ad un litigio, per i bambini, può essere una esperienza forte, ma se si è in grado di gestire la discussione in modo costruttivo, per loro diventa un momento di crescita. Evitando atteggiamenti troppo ostili ed evitando un linguaggio offensivo e volgare possono imparare che si può discutere ma che alla base rimane un rispetto reciproco che alla fine vince anche sulle divergenze più spigolose.