La nascita di un bambino introduce nella coppia numerose variabili che prima non c’erano, andando a modificare profondamente gli equilibri precedenti e obbligando i partner a ridefinire le relazioni familiari e ad affrontare una ridistribuzione dei ruoli.
Quando arriva un figlio, infatti, è normale che la coppia subisca un cambiamento: non si è più solo moglie e marito o compagna e compagno, ma anche padre e madre, e questo comporta bisogni, aspettative, confronti e nuovi compiti da svolgere su cui è necessario dialogare e condividere nuovi accordi.
Indice
Un nuovo adattamento
Nelle fasi immediatamente successive alla nascita, la cura genitoriale consiste, fondamentalmente, nell’assicurare una continua protezione al neonato.
L’obiettivo centrale, facendo riferimento alla teoria dell’attaccamento di Bowlby, è quello di fornire al figlio una “base sicura”, che gli consenta di regolare in modo sempre più adeguato le sue funzioni psicofisiche in rapporto al contesto in cui si trova inserito.
Proprio come i neonati si devono adattare ai vari aspetti del mondo esterno e in primis ai loro genitori, anche i genitori stessi dovranno adattarsi al bambino appena arrivato.
Tanta gioia ma anche stress
Nella maggior parte dei casi, diventare genitori è un momento di grande felicità, tuttavia molte coppie possono sperimentare stress di vario genere.
Un esempio di stress della coppia genitoriale è la consapevolezza della dipendenza del bambino, che implica l’adozione di un nuovo stile di vita sia nell’attività lavorativa che nel tempo libero.
Sperimentare che il benessere del piccolo e, in verità, tutta la sua vita, dipende dai genitori, può costituire una fonte di tensione che pesa più della fatica fisica.
Finché si era in due, era più semplice dividersi i compiti. In tre, invece, è tutto molto più complicato e vanno pattuite e concordate tutta una serie di situazioni che ora devono convivere in uno spazio minore, poiché la libertà di movimento personale ovviamente si è ristretta.
Sarà quindi necessaria una riorganizzazione del tempo, soprattutto nei primi anni di vita del bambino, che avrà la necessità di routine abbastanza definite e di un sostegno educativo da entrambi i genitori. Essi dovranno quindi inserire nella loro quotidianità i ritmi della vita a tre.
Se però questi aspetti vengono trascurati, la tensione e lo stress possono portare a una crisi di coppia.
A questo può contribuire anche l’assenza o la diminuzione degli spazi di intimità e del tempo per la coppia, la gestione della stanchezza dei partner e l’incapacità di regolare l’intrusione di nonni e parenti vari nella vita familiare.
Il rapporto mamma-bambino
Spesso viene anche sottovalutato il rapporto che si crea tra mamma e bambino, che quando diventa estremamente forte non è più equilibrato.
Bisogna ricordare che il ruolo del padre ha una funzione fondamentale come quello della madre. Pertanto, è importante che il padre non venga escluso dalla relazione tra madre e bambino e che non si senta una sorta di “terzo incomodo”.
Le difficoltà di essere madre
Contemporaneamente, la mamma si può sentire non attraente, trascurata, incompresa e poco aiutata. Considerato che gravidanza, parto e maternità rappresentano una fatica fisica e psicologica, la donna ha bisogno di sostegno morale e comprensione, nonché di aiuto pratico da parte del partner.
Il temperamento del bambino
Un altro elemento che può influenzare il processo di adattamento della coppia alla vita genitoriale è il temperamento del bambino stesso. Quando un neonato è “difficile”, a causa di tratti caratteriali innati, di una nascita prematura o di una malattia, i genitori possono vivere la transizione come un evento più stressante del normale ed essere più vulnerabili nelle relazioni. Di conseguenza, è possibile che si allontanino ancora di più l’uno dall’altro.
Il rapporto con le famiglie d’origine
Bisogna avere la consapevolezza che i confronti fra i partner e i rispettivi genitori saranno inevitabili e anche le relazioni con le famiglie di origine cambieranno, perché come la coppia diventa genitore, la nascita genera nonni, zii, cugini e si creeranno nuovi ruoli anche nelle famiglie di origine, per cui occorre ridefinire la relazione come in una famiglia più estesa.
Saranno da concordare le modalità di gestione del bambino circa gli aspetti concreti: orari, visite e diversi tipi di aiuto, e la definizione di ciò impegnerà la coppia notevolmente soprattutto se il bambino sarà affidato a parenti.
Non sempre siamo come pensavamo di essere
Nel rapporto col figlio, non sempre ci si ritrova a essere quel padre o quella madre che si era fantasticato di essere. Si mettono in moto anche tutte le dinamiche che si sono vissute con la famiglia di origine, che si vorrebbero rivivere o che assolutamente non si vogliono ripetere. Infatti, attraverso il bambino, si recuperano tanti aspetti che riportano all’infanzia che si è vissuta e spesso richiamano anche aspetti ludici.
Bisogna imparare a conoscere questi nuovi aspetti che ci appartengono e conoscere quelli del partner. La capacità di vivere la diversità è importantissima, perché molto spesso viene vissuta come minacciosa e se non si impara a comprenderla si trasforma in colpevolizzazione, diventa una gara per decidere quale è “il modo giusto” per eccellenza per crescere il figlio.
Diventare genitore, invece, dovrebbe essere una occasione di arricchimento e di sviluppo del proprio sé. La maternità e la paternità, infatti, danno la possibilità di svolgere nuovi ruoli e di fare cose diverse, a volte più fantasticate che reali.
Il bambino risente della crisi di coppia
Bisogna aver sempre presente che se la coppia va in crisi anche il neonato/bambino ne risente.
Se la coppia è realmente coppia, il figlio può fare il figlio. Altrimenti, il bambino diventa il collante dell’unione tra mamma e papà, può diventare il partner sostitutivo e a volte un rifugio affettivo per i genitori.
Cosa fare per superare la crisi
Ogni coppia è diversa
Per risolvere i momenti di crisi dopo la nascita di un figlio, bisogna essere consapevoli che l’equilibrio raggiunto in precedenza dalla coppia viene sempre messo in discussione dal nuovo arrivato e occorre trovarne uno nuovo, rinegoziando ruoli e regole.
Ogni coppia ha le sue specificità che possono variare profondamente per quanto riguarda la capacità di negoziare positivamente il loro passaggio alla genitorialità. Molti fattori sono alla base di queste differenze: l’età e la maturità dei genitori, la relazione che hanno con i loro stessi genitori, il supporto sociale di cui dispongono, il livello di soddisfazione coniugale esistente prima dell’arrivo del bambino, lo stato di salute (anche psicologico) e il post-partum della mamma.
Ad esempio, se la coppia non aveva precedentemente raggiunto una buona coniugalità, l’equilibrio già precario sfocerà in una relazione complessa e difficile che non aiuterà la crescita del piccolo e il rapporto di coppia.
Come evitare di allontanarsi
Anche se non è sempre facile, esistono alcuni consigli che possono aiutare a evitare o superare i momenti di crisi.
- Innanzitutto è importante ricordare che lo spazio della coppia genitoriale deve essere preservato. Questo spazio deve coesistere con gli altri aspetti della vita quotidiane e ci vuole rispetto per riuscire a mantenere il tutto in equilibrio. Cercate quindi di dedicare del tempo di qualità al partner, ritagliando (magari a fine giornata) qualche minuto per riscoprirsi complici, amanti, e sostenersi reciprocamente per essere una cosa sola.
- Tenete a mente che, se avete deciso di diventare genitori, è perché siete legati da un amore profondo ed è proprio questo che dovrebbe dare sostegno ed energia per crescere un figlio. Tutto ciò deve essere coltivato ogni giorno per rendere più saldo e stabile l’equilibrio della coppia, che si rafforzerà ancora di più se gestito consapevolmente.
- Siate consapevoli che i momenti di tensione, defaillance e incomprensione nella coppia sono normali e non vanno estremizzati. In definitiva, i neopapà e le neomamme devo prendersi cura non solo del bambino che hanno messo al mondo, ma anche della loro relazione.
- Se sentite di essere in crisi e di non avere i mezzi per superarla, non esitate a chiedere un aiuto specialistico a uno psicologo o a uno psicoterapeuta. Il supporto di queste figure, infatti, può essere di grande aiuto per superare l’impasse che si sta sperimentando e risolvere le difficoltà che minacciano il benessere familiare e del bambino.