Tra le coppie che sono alla ricerca di un bambino, è sempre più forte la consapevolezza che un corretto stile alimentare e, più in generale, un corretto stile di vita, possono favorire la fertilità, migliorando la qualità dell’ovulazione e della spermatogenesi, il processo di impianto dell’embrione e lo sviluppo della gravidanza.
Tra gli alimenti considerati importanti per una donna che desidera rimanere incinta troviamo anche un frutto esotico ormai piuttosto diffuso anche in Italia, anche se non proprio “a chilometro zero”: l’avocado.
Indice
Perché l’avocado aiuta la fertilità?
È ricco di grassi “buoni”
L’avocado è un frutto “diverso” dagli altri: ha infatti un ridotto contenuto di zuccheri (3%) ed è invece ricco di grassi (87%).
Rispetto ad altri alimenti, tuttavia, i grassi contenuti nell’avocado sono rappresentati principalmente dai cosiddetti MUFA (acidi grassi monoinsaturi), che sono grassi “buoni”, precursori degli ormoni steroidei (tra cui anche gli estrogeni).
I MUFA hanno molti effetti positivi sulla fertilità femminile, in quanto sono coinvolti nella riduzione del rischio di infertilità ovulatoria (qualità dell’ovulazione) e nella riduzione dello stato infiammatorio sistemico, che indipendentemente dalla causa scatenante, è sempre nemico della fertilità.
Più in generale, l’avocado aiuta a mantenere bassi i livelli di colesterolo “cattivo” (LDL) e alti i livelli di colesterolo “buono” (HDL).
È ricco di vitamine antiossidanti
L’avocado ha un elevato contenuto di vitamina A e vitamina E, due potenti antiossidanti che aiutano la qualità ovocitaria (utili anche per le donne che affrontano a stimolazione ovarica) e migliorano lo spessore endometriale (soprattutto la vitamina E).
In aggiunta, ha un alto contenuto di vitamina B9 (folati), che favorisce l’integrità del DNA spermatico e ovocitario e previene lo sviluppo di alcune anomalie congenite del feto, come la spina bifida.
Per questa ragione, le attuali linee guida raccomandano alle donne che programmano una gravidanza di assumere un supplemento di acido folico (la forma sintetica della vitamina B9) almeno 2 mesi prima del concepimento, in una dose di 0,4 mg al giorno.
È povero di zuccheri
La sua bassa percentuale di zuccheri lo rende un adatto a chi ha problemi di glicemia, ai diabetici, agli insulino-resistenti e a chi ha un’alterata glicemia a digiuno.
Parlando di fertilità, quindi, l’avocado è un frutto ideale per chi soffre della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), che quasi sempre si accompagna a insulino-resistenza.
Inoltre, non bisogna dimenticare il suo elevato contenuto di fibre, che hanno un ruolo importantissimo nel controllo dei picchi glicemici post prandiali.
Come si consuma l’avocado?
L’avocado va consumato crudo (intero, a pezzi o in crema) per fare in modo che i nutrienti rimangano intatti e biodisponibili.
Generalmente, infatti, la cottura deteriora molti dei nutrienti contenuti negli alimenti, e soprattutto gli acidi grassi.
Questo frutto si può adattare sia a un piatto dolce che a uno salato, e può accompagnare qualunque pasto: colazione, merenda, pranzo o cena.
Ad esempio, può essere utilizzato per preparare un guacamole, con olio sale, pepe, limone e peperoncino, e utilizzarlo per condire verdure crude, insalate o anche il pesce.
In alternativa, si può frullare e aggiungere all’hummus di ceci per ottenere l’hummus verde;
Sempre in crema, può essere unito a cacao amaro e creare una mousse di avocado e cioccolato oppure essere utilizzato da solo per condire un primo piatto a base di pasta.
Consigli sulla preparazione
- Fate attenzione quando lo maneggiate: il succo che si trova intorno al nocciolo dell’avocado può provocare delle macchie sugli indumenti che sono molto difficili da togliere.
- Come accade per la mela o la banana, una volta aperto l’avocado la polpa subisce un rapido processo di ossidazione, per cui tende a scurirsi. Un po’ di succo di limone aiuta a mantenerlo fresco, ma comunque è consigliabile consumarlo in breve tempo e aggiungerlo alle ricette solo alla fine.
Come scegliere l’avocado?
Provenienza
L’avocado è un frutto che viene dall’America Centrale, ma si è diffuso, con il tempo, nel resto del continente ed è approdato anche in Europa, più precisamente in Spagna.
In Italia, specialmente al sud, ci sono condizioni climatiche adatte a coltivarlo, ma al momento non è molto diffuso, per cui la maggior parte dei frutti che troviamo in commercio sono di importazione (uno dei motivi per cui solitamente a un prezzo non proprio economico).
Maturazione
La polpa dell’avocado ha una consistenza burrosa, che può darci un’indicazione sul suo grado di maturazione: se applicando una delicata pressione sulla buccia il frutto risulta leggermente morbido (non troppo), allora è buono.
Per accelerare la maturazione bisogna chiuderlo in un sacchetto di carta e tenerlo a temperatura ambiente, meglio ancora se insieme a qualche mela o banana.
Al contrario, per rallentare la sua maturazione, bisogna tenerlo in frigorifero.
Curiosità su avocado e fertilità
L’associazione avocado-fertilità risale alle popolazioni antiche. Gli Aztechi lo consideravano un simbolo di fertilità e un alimento afrodisiaco. Il nome che gli avevano dato, “ahuacati”, significava “testicolo”, a causa della sua forma.
Sempre secondo gli Aztechi, esistevano piante di avocado maschi e femmine, che dovevano essere piantate le une accanto alle altre. Questa credenza aveva generato l’usanza di sposarsi sotto le piante di avocado, come buon auspicio per una vita matrimoniale felice e prolifica.
Fonti e approfondimenti
- Comerford KB, Ayoob KT, Murray RD, Atkinson SA. The Role of Avocados in Maternal Diets during the Periconceptional Period, Pregnancy, and Lactation. Nutrients. 2016 May 21;8(5):313. doi: 10.3390/nu8050313. PMID: 27213449; PMCID: PMC4882725.