Per alcune donne che stanno cercando una gravidanza, l’assunzione di una bassa (e precisa) dose di aspirina al giorno può aumentare la loro possibilità di avere un bambino.
Questo l’esito di uno studio che ha coinvolto 1228 donne in buona salute, di età compresa tra i 18 e i 40 anni, con alle spalle 1 o 2 aborti spontanei e che stavano cercando una gravidanza.
Le donne che hanno beneficiato dell’assunzione di aspirina erano quelle che avevano alti livelli ematici della Proteina C reattiva (PCR) che è un marcatore dello stato di infiammazione del nostro corpo.
Le donne con valori alti di PCR che hanno assunto una determinata dose di aspirina al giorno, avevano il 31% di probabilità in più di rimanere incinta e il 35% di probabilità in più di portare a termine la gravidanza, rispetto a quelle che avevano assunto un placebo.
Nonostante ciò i ricercatori sono prudenti dichiarando che è ancora troppo presto per raccomandare ufficialmente una dose di aspirina al giorno per prevenire gli aborti in gravidanza.
Si sa da tempo che lo stato di infiammazione potrebbe contribuire a problemi riproduttivi. Ad esempio, le donne con la malattia infiammatoria pelvica o la sindrome dell’ovaio policistico, due condizioni che coinvolgono l’infiammazione, hanno un aumentato rischio di infertilità.
Fino ad ora però pochi studi avevano esaminato il legame tra l’abbassamento dei livelli di infiammazione nel corpo di una donna e le sue possibilità di rimanere incinta e portare a termine la gravidanza.
In questa ricerca gli studiosi hanno diviso casualmente le 1228 donne in su gruppi : ad un gruppo è stata somministrata una bassa dose di aspirina al giorno (81 milligrammi), quantità che si pensa serva per contrastare le infiammazioni , e all’altro gruppo un placebo. Tutte le donne erano alla ricerca attiva di una gravidanza.
In caso di gravidanza le donne di entrambi i gruppi hanno continuano a prendere la pastiglia ( placebo o aspirina) fino alle 36 settimane di gravidanza.
Il 55% delle donne sono rimaste incinte e hanno partorito nel corso dello studio.
I ricercatori hanno poi divido le donne in tre gruppi, in base ai livelli, bassi, medi o alti di PCR nel sangue.
Tra le donne con livelli elevati di PCR, quella che hanno assunto una aspirina al giorno avevano un tasso di natalità del 59%, rispetto al 44 % di coloro che avevano assunto il placebo.
L’assunzione di aspirina ha anche abbassato i livelli di PCR nelle donne con i più alti livelli di questa proteina nel sangue.
Le donne con livelli bassi o medi di PCR avevano circa lo stesso tasso di natalità, indipendentemente dal fatto che abbiano preso l’aspirina o un placebo.
Secondo i ricercatori i risultati suggeriscono che: lo stato di infiammazione potrebbe danneggiare significativamente la capacità delle donne di rimanere incinta e l’assunzione di aspirina prima del concepimento potrebbe ridurre ridurre questo rischio.
Sviluppi futuri
In futuro, i medici potrebbero considerare l’utilizzo di un test di screening per i livelli di PCR per capire se una donna può beneficiare dell’assunzione di aspirina prima e durante la gravidanza.
Tuttavia sono necessari ulteriori studi per confermare i benefici di questa assunzione in base ai livelli di PCR.
E’ importante ricordare che si assumono alte dosi di aspirina (più di 100 milligrammi al giorno) durante la gravidanza, questa può aumentare il rischio di aborti, di difetti congeniti e complicazioni . Per questo è importante che venga sempre valutato con il proprio medico di fiducia, il rapporto rischio-beneficio per qualsiasi farmaco assunto in gravidanza
Fonte
Lindsey A. Sjaarda, Rose G. Radin, Robert M. Silver, Emily Mitchell, Sunni L. Mumford, Brian Wilcox, Noya Galai, Neil J. Perkins, Jean Wactawski-Wende,Joseph B. Stanford, Preconception low-dose aspirin restores diminished pregnancy and live birth rates in women with low grade inflammation: a secondary analysis of a randomized trial DOI: https://doi.org/10.1210/jc.2016-2917