Come convincere il partner ad avere rapporti sessuali “più volentieri” nei giorni fertili? Questa domanda viene posta spesso dalle donne durante la ricerca della gravidanza.
Per trovare la risposta, è utile capire perché ci sia bisogno di convincerlo a fare una cosa che, in altre occasioni, non richiede un’opera di convincimento.
Il sesso non è un evento meccanico; il corpo risponde eccitandosi quando è sollecitato da pensieri sessualmente desiderabili e l’idea di avere un rapporto sessuale “solo” per procreare non è ugualmente eccitante per ogni persona. Questo pensiero in realtà non ha una connotazione di genere, mentre ha una connotazione culturale il fatto che, a volte, le donne diano meno importanza degli uomini alla propria eccitazione e che vivano la sessualità anche per motivi diversi dal piacere. Culturalmente, infatti, si tende a valorizzare di più l’eccitazione sessuale maschile piuttosto che quella femminile, come se avessero un peso diverso nel favorire il benessere sessuale. Tuttavia, l’eccitazione sessuale è un momento fondamentale dell’inizio della sessualità e lo è ugualmente per entrambi i generi.
Questo stereotipo culturale (che in quanto stereotipo non si applica a tutti) è in parte favorito dalla differenza meccanica osservabile nella difficoltà di avere rapporti sessuali con un uomo non eccitato e la minore difficoltà che si presenta nel caso in cui sia la donna ad essere meno eccitata. Ad oggi, fortunatamente, il sesso non è più considerato solo una cosa che deve funzionare, ma è considerato anche un momento di benessere e condivisione.
Quindi la domanda iniziale, come convincere il proprio partner ad avere rapporti quando si è fertili, deve trovare risposta nel chiedersi “Come convinco me stessa ad avere rapporti quando sono fertile? Che cosa mi eccita quando abbiamo rapporti in momenti di fertilità? Nel caso non mi eccitassi ma riuscissi comunque ad avere rapporti, come faccio a vivere la sessualità senza desiderio sessuale? E, se io ci riesco, sto chiedendo a lui la stessa cosa che chiedo a me stessa? Infine, se lui non riesce a fare quello che faccio io, come posso aiutarlo?”.
In sostanza, è chiaro che per costruire maggiore collaborazione con il partner è importante porsi nell’ottica di collaborare attivamente e realmente con la persona con cui si desidera avere un figlio, interessandosi delle sue motivazioni, dei suoi pensieri e delle sue emozioni nei confronti del momento che si va a condividere. Nel caso in cui si chieda, invece, esclusivamente una prestazione sessuale, forse non è il caso di parlare di collaborazione ma piuttosto di uso del corpo altrui che, indipendentemente dall’oggetto, è una prospettiva che può lasciare poco spazio al sentimento e che, forse, non è la base più lungimirante con cui porre le fondamenta per una famiglia.
Il mio consiglio, quindi è quello di dialogare ed eventualmente provare anche a costruire dei momenti di gioco e di fantasia, che uniscano la contingenza del momento favorevole alla condivisione del piacere in accordo con il vostro desiderio.