La Crio-preservazione della corteccia ovarica consiste nell’estrarre un frammento della superficie delle ovaie mediante una chirurgia minimamente invasiva (laparoscopia).
Il procedimento dura più o meno 20 minuti, e la paziente può tornare a casa o iniziare la chemioterapia già alcune ore dopo.
Successivamente il tessuto viene congelato e messo da parte per gli anni che siano necessari. Se la paziente presenta un problema alle ovaie, si potrà tornare ad impiantare lo stesso tessuto con una nuova operazione, recuperando nuovamente la sua funzionalità, sia dal punto di vista della fertilità sia dal punto di vista della produzione di ormoni (farebbe regredire la menopausa conseguente a numerosi dei trattamenti oncologici).
Allo stesso tempo consente la gestazione spontanea, senza dover ricorrere a tecniche di fecondazione in vitro.
“La crio-preservazione della corteccia ovarica – secondo la Dottoressa Daniela Galliano, Direttrice del Centro IVI di Roma – è da consigliare alle pazienti in età pre-puberale, per quelle che ancora non hanno avuto il ciclo mestruale e per le quali risulta complicata la stimolazione e, di conseguenza, il recupero degli ovociti. Anche nelle pazienti con tumori molto aggressivi, come il linfoma di Burkitt, nel cui caso non c’è tempo sufficiente per stimolare le ovaie prima di iniziare la chemioterapia”