Centri di fecondazione assistita: come scegliere quello giusto?

Una guida chiara e semplice per aiutarti a scegliere il miglior centro di fecondazione assistita in Italia (e non solo).

Quando si tratta di scegliere un centro di fecondazione assistita, sia in Italia che all’estero, affidarsi semplicemente al passaparola o alle recensioni in rete può non essere la soluzione ideale.

Come orientarsi quindi per trovare il centro PMA che offra le maggiori probabilità di successo e che, al tempo stesso, possa rispondere meglio alle esigenze della coppia alla ricerca della gravidanza? Ecco i principali fattori da considerare.

Come scegliere un centro per la PMA in Italia e all’estero

1. Livello della struttura

Un primo elemento da valutare è il livello del centro (I, II o III).

I centri di I livello possono attuare solo tecniche di inseminazione semplice (Inseminazione Intrauterina o IUI) e crioconservazione dei gameti maschili, mentre procedure più complesse come la ICSI (iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi) e la FIVET (fecondazione in vitro) possono essere eseguite solo nei centri di II o III livello.

I centri di II livello, inoltre, generalmente operano in regime di Day Surgery con anestesia locale o sedazione profonda, mentre i centri di III livello sono generalmente presidi ospedalieri in cui è possibile affrontare interventi in anestesia generale (e quindi con intubazione).

2. Tecniche applicate

Le procedure applicate variano a seconda del livello del centro di fecondazione assistita, ma non solo. Alcune tecniche complesse sono offerte solo da determinati centri sul territorio italiano.

È il caso ad esempio della diagnosi preimpianto (che consente di effettuare un’analisi genetica degli embrioni prima del trasferimento in utero) o della fecondazione eterologa (che prevede il ricorso a gameti maschili o femminili donati).

Anche la possibilità di congelare (o meglio crioconservare) gli ovuli prelevati o gli embrioni è un elemento da valutare. Questa tecnica permette infatti di riutilizzare gli ovuli non fecondati e gli embrioni non trasferiti per un successivo ciclo di PMA (nel caso in cui il trattamento non avesse successo o si desiderasse una seconda gravidanza) senza ricorrere a un secondo prelievo di ovociti (pick-up).

Non solo: nel caso in cui per qualche problema non fosse possibile effettuare il transfer “a fresco” (ad es. per livelli ormonali considerati non adatti al momento del trasferimento), questa tecnica consente di congelare l’embrione e scongelarlo per un transfer successivo.

3. Numero di cicli di PMA annuali

Il numero di procedure eseguite ogni anno rappresenta un altro fattore importante da prendere in considerazione. Più il numero di cicli eseguiti è alto per una specifica procedura, più vi sono garanzie che il centro sia valido in quell’ambito.

Un buon valore soglia per le procedure di II e III livello è di 500 cicli per anno. In aggiunta, sarebbe bene valutare anche il numero di cicli eseguiti nella fascia di età corrispondente.

4. Centro pubblico, privato o privato convenzionato

Un ulteriore criterio per scegliere il centro più adatto alle proprie esigenze è la possibilità di accedere alle prestazioni di PMA con il supporto economico Servizio Sanitario Nazionale.

I trattamenti di fecondazione assistita, infatti, possono essere estremamente costosi e scegliere un centro pubblico o convenzionato permette un notevole risparmio di denaro.

D’altra parte, i tempi di attesa di un centro pubblico o convenzionato potrebbero essere più lunghi e rappresentare un fattore decisionale importante per una donna di età superiore ai 34 anni, tenendo conto che da questa età in poi anche le percentuali di successo della PMA tendono a diminuire proprio come accade per un concepimento naturale.

Infine, è bene ricordare che con i nuovi LEA (che entreranno in vigore da gennaio 2025, in tutta Italia) sarà possibile accedere alla procreazione medicalmente assistita in regime SSN non oltre i 46 anni di età, sia per la fecondazione omologa che per quella eterologa.

5. Servizi aggiuntivi

Un altro aspetto utile da valutare è rappresentato dai servizi aggiuntivi a supporto delle tecniche di PMA.

Alcuni centri, ad esempio, offrono percorsi personalizzati che permettono di avvalersi di un sostegno psicologico e di consulenze nutrizionali da parte di professionisti specializzati nel campo dell’infertilità.

6. Distanza geografica

Nella scelta del Centro PMA più adatto, infine, non si può non tenere conto della distanza rispetto alla propria città di residenza. Anche questo infatti può essere un elemento importante su cui basare le proprie decisioni. 

Sebbene nulla vieti di sottoporsi al trattamento in un’altra regione, sia in una struttura pubblica che privata o convenzionata – ricordiamo che anche dopo il transfer non esistono controindicazioni a viaggiare sia in auto che in aereo o treno per tornare alla propria abitazione – sicuramente è più comodo effettuare le visite e i trattamenti vicino casa.

Fonti