Il ruolo del liquido seminale nel concepimento

Per molto tempo si è sottovalutata l’importanza del liquido seminale, ritenendolo un semplice mezzo di trasferimento degli spermatozoi.

Una nuova ricerca ha invece messo in luce che tale liquido ha un ruolo fondamentale non solo per il successo del concepimento, andando a interferire positivamente con la fisiologia riproduttiva femminile,  ma anche per la salute del bambino che nascerà.

Lo studio, pubblicato sull’autorevole rivista scientifica PNAS, Proceedings of the National Academy of Sciences, è stato fatto studiano topi maschi ai quali erano state rimosse le vescicolette seminali. Questi topi oltre ad avere una fertilità ridotta, avevano anche una prole in cui, soprattutto i maschi, avevano evidenti disturbi metabolici (obesità, ,insulino resistenza, ecc.).

Perchè questo studio è importante? Perché molte tecniche di fecondazione assistita non prevedono la presenza del liquido seminale che, a quanto pare, sembra avere un ruolo non trascurabile per il successo riproduttivo e la salute del nascituro.

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lo studio è stato guidato da Sarah Robertson,  professore di immunologia riproduttiva e biomedicina presso l’Università di Adelaide in Australia, che ha studiato per quasi 20 anni  gli effetti del liquido seminale nel tratto riproduttivo femminile dei topi.

Sarah Robertson  e il suo team hanno messo in luce come il liquido seminale favorisca l’accettazione dell’embrione dal parte degli organi riproduttivi femminili. In condizioni normali il tratto riproduttivo femminile è ostile a qualsiasi presenza”estranea” e quindi anche agli spermatozoi e al frutto del concepimento.

Il liquido seminale quindi farebbe in modo che l’embrione venga accettato attivando un meccanismo di tolleranza immunitaria. Nel caso il liquido seminale sia assente come è stato visto nei topi “modificati”, gli embrioni che riescono comunque a sopravvivere e a proseguire nella gestazione, possono avere problemi metabolici permanenti.

Gli embrioni nati da topi privi di vescicole seminali  avevano un ritardo di crescita, presentavano blastocisti più piccole  e  cavità anormali. Una volta nati soprattutto i maschi avevano una serie di problemi legati alla sindrome metabolica (obesità, diabete di tipo 2, ipertensione,  metabolismo rallentato, e  bassa tolleranza al glucosio). La prole femminile era solo parzialmente  influenzata da questi disturbi metabolici.

Attraverso una serie di esperimenti gli scienziati hanno provato che tutte queste  problematiche  di crescita e sviluppo erano legate allo stato del tratto riproduttivo femminile che non era stato correttamente “istruito” a causa dell’assenza del liquido seminale al concepimento.

La mancanza di liquido seminale aveva infatti causato nei tratti riproduttivi femminili l’assenza di “citochine buone” . Le citochine sono  sono molecole proteiche prodotte da vari tipi di cellule e secrete nel mezzo circostante di solito in risposta ad uno stimolo. Se mancano mediatori e alcuni fattori di crescita in conseguenza dell’assenza del liquido seminale,  l’embrione in via di sviluppo ottiene segnali sbagliati o deficitari, cosa che potrebbe spiegare  le problematiche che compaiono una volta nati.

Perché i maschi sono più vulnerabili?  Robertson ha ipotizzato che lo siano perché sono semplicemente più vulnerabili ai cambiamenti e agli stimoli esterni. 

Se gli stessi risultati fossero validi per gli umani ciò implicherebbe una rivisitazione delle tecniche di fecondazione assistita

 

Bibliografia: Bromfield J, Schjenken J, Chin P, Care A, Jasper M, Robertson S. Maternal tract factors contribute to paternal seminal fluid impact on metabolic phenotype in offspring. Proceedings of the National Academy of Sciences. 2014.