Il supporto psicologico dovrebbe essere messo a disposizione in ogni centro che si occupi di PMA e dovrebbe comprendere sia una consulenza psicologica che un percorso psicoterapico vero e proprio sia esso individuale, di coppia o di gruppo.
L’infertilità rappresenta una crisi bio-psico-sociale a doppio impatto. Un primo aspetto riguarda infatti il significato stesso della parola “essere infertili”.
Per molte donne la gravidanza e la maternità rappresentano una delle tappe fondamentali dello sviluppo che sono significativamente enfatizzate dalla nostra cultura e talvolta, gestire la pressione della società e della famiglia, può rappresentare un compito impegnativo.
Inoltre quando una donna inizia a maturare dentro di sé, sia l’idea, che il desiderio di fare un bambino, si crea delle fantasie, delle immagini di come sarà, iniziando a raffigurarselo nella mente. Quando questo desiderio rimane frustrato, insoddisfatto, perché interrotto dalla condizione di infertilità, si viene a creare un gap tra ciò che già esiste a livello mentale e ciò che non è reso possibile a livello biologico, trasmettendo alla donna la sensazione di un corpo che non funziona.
È pertanto la condizione stessa di infertilità che comporta importanti sintomi di stress, portando molte donne a viverla come insulto alla propria femminilità e autostima.
Anche per gli uomini, l’infertilità può avere un risvolto emotivo negativo, per alcuni può essere vissuto come un attacco alla propria mascolinità.
L’impatto del percorso PMA sulla coppia
La scelta di ricorrere alla fecondazione assistita rappresenta una scelta, ma non la scelta originaria, una soluzione, ma non necessariamente la soluzione certa.
Alcune donne arrivano in consultazione dal medico, portandosi dietro aspettative irrealistiche sui successi dei trattamenti, aspettandosi quindi un esito positivo perseguibile nel minor tempo possibile. È chiaro quindi che un eventuale insuccesso viene vissuto con ancor più frustrazione, delusione o scoraggiamento.
A questo si può aggiungere lo stress e l’ ansia relativi ai trattamenti di fecondazione assistita come ad esempio le iniezioni giornaliere, l’analisi del liquido seminale, i monitoraggi, e procedure chirurgiche/diagnostiche, l’attesa delle beta e soprattutto un eventuale risultato negativo che per alcune coppie rappresenta simbolicamente un lutto da elaborare.
Ricordo che la modalità di gestire e reagire allo stress rappresenta uno dei fattori predittivi principali di drop-out, quindi di interruzione del trattamento.
Questo è il panorama globale , però è chiaro che non bisogna generalizzare.
Se prendiamo in considerazione i numeri:
- il 70% dei pazienti si adatta bene al percorso di PMA;
- del restante 30%
- il 20% manifesta un adattamento disfunzionale al quale è opportuno fornire supporto psicologico,
- il 10% rientra in quei pazienti che hanno condizioni patologiche pre-esistenti in cui la PMA rappresenta un fattore scatenante, la punta dell’iceberg per intenderci.
L’importanza del supporto psicologico personalizzato
Il supporto psicologico dovrebbe essere messo a disposizione in ogni centro che si occupi di PMA e dovrebbe comprendere sia una consulenza psicologica che un percorso psicoterapico vero e proprio sia esso individuale, di coppia o di gruppo.
Il trattamento elettivo deve essere personalizzato su quello specifico paziente o su quella specifica coppia nella loro individualità e per questo dovrebbe essere proposto un supporto psicologico specifico a seconda della fase del trattamento.
Se nella fase iniziale, quindi diagnostica, il supporto psicologico sarà orientato al fornire informazioni su quelle che potranno essere le implicazioni emotive durante il trattamento:
- si aiutano le coppie ad identificare possibili fattori di stress associati alle procedure mediche,
- si preparano le coppie ad accettare eventuali differenze di coppia nel modo di gestire ed affrontare i vari step durante il trattamento
- si aiutano le coppie a diventare consapevoli che un percorso di questo tipo esula dal loro controllo,
- si aiutano le coppie ad imparare ad affidarsi allo staff medico.
In una fase più avanzata del trattamento il supporto avrà un duplice taglio, contenitivo e psico-educativo:
- contenitivo nell’affrontare tematiche e preoccupazioni specifiche,
- psico-educativo nell’impartire tecniche specifiche come il rilassamento, mindfullnes, gestione dell’ansia, tecniche di distrazione, o tecniche comunicative di coppia che saranno spendibili in ogni fase del percorso a seconda delle esigenze personali.
Infine, dopo il trattamento, in caso di insuccesso, le coppie vengono chiamate a prendere una decisione su come proseguire, se iniziare un nuovo ciclo di trattamento o valutare la possibilità di terminare il percorso, se prendere in considerazione altre alternative come la fecondazione con donazione di gameti.
Tutto questo chiaramente a seconda di quanto viene prospettato dal medico di riferimento, anche in questo caso il supporto psicologico può essere utile per facilitare il prendere in considerazione nuove prospettive e/o possibilità per il futuro.
Dott.ssa Federica Faustini, Psicologa e Psicoterapeuta del centro B-Woman per la salute della Donna