L’inseminazione intrauterina (IUI) è uno dei metodi più utilizzati nell’ambito della fecondazione assistita. Mi è capitato recentemente di ricevere domande sul “fai da te”, forse ispirato dal film di Jennifer Aniston “Due cuori e una provetta”, ma credetemi, i film sono… film, la realtà è ben altra.
In un procedimento di IUI lo sperma raccolto viene preparato appositamente prima di essere inserito nel catetere: lo sperma infatti viene lavato con sostanze speciali. Questo perchè normalmente lo sperma contiene proteine e altri composti natural che naturalmente verrebbero filtrati verso la risalita.
Se lo sperma venisse iniettato senza questo trattamento, potrebbero causare crampi, nausea e vomito nella donna. Insomma non tentate tutto questo a casa vostra con strumenti impropri, non sterili e con sperma non adeguatamente preparato.
Quando ha senso ricorrere all’IUI?
Durante il rapporto sessuale, gli spermatozoi vengono depositati nella vagina e nuotano attraverso la cervice e nell’utero. L’ IUI non fa altro che porre lo sperma (trattato) direttamente in utero.
Si ricorre all’IUI ad esempio caso di fecondazione eterologa, quando il proprio compagno ha una diagnosi di azoospermia (assenza di spermatozoi) e si ottiene lo sperma da un donatore esterno alla coppia.Ricorrono alla IUI con donatore esterno anche coppie di donne.
Altra situazione comune è una IUI con campioni congelati di sperma del proprio compagno, prelevati prima di un trattamento di chemioterapia ad esempio, oppure prima di una missione all’estero (questo nel caso in cui il proprio compagno sia nelle forze armate).
Ci sono anche molte donne single che ricorrono a questo trattamento.
Nel caso in cui l’ uomo abbia lo sperma di bassa qualità. l’IUI non è la scelta migliore anche se rimane la scelta più economica. In casi di ridotta fertilità maschile è preferibile ricorrere a metodi di fecondazione più costosi ma che danno risultati migliori come l’ICSI. L’iniezione intracitoplasmatica degli spermatozoi è quasi 5 volte più efficace dell’IUI.
Può capitare che il processo di lavaggio e di preparazione del seme per l’IUI aiuti a far superare un problema di “qualità” e di conseguenza, proprio per una questione di costi, alcuni sono portati a fare comunque dei tentativi di IUI.
Decidere se tentare prima con IUI o con ICSI direttamente, è una scelta che andrebbe presa dagli specialisti assieme alla coppia e sulla base della situazione di fertilità di entrambi (e delle volte anche in base alla situazione economica della coppia stessa).
Quando l’IUI non offre alcun vantaggio?
Ovviamente quando le tube non sono pervie e quindi non permettono agli spermatozoi di viaggiare verso le ovaie.
L’IUI è sconsigliata anche in caso di anomalie dell’utero, di fibromi e in presenza di una grave endometriosi: questi non sono scenari migliori perchè il depositare semplicemente gli spermatozoi nell’utero non offre alcun beneficio evidente.
Se la donna soffre di cicli mestruali irregolari ad esempio a causa della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), in queste situazioni l’ovulazione avviene sporadicamente. Si potrebbe risolvere il problema con farmaci che stimolano l’ovulazione e con monitoraggi ecografici che indicano quando avere i rapporti. In questo caos l’IUI non sarebbe di alcun ulteriore vantaggio.
Quanti tentativi occorrono per riuscire a rimanere incinta con l’IUI?
Se ci vogliono in media 5 mesi per una coppia sana che ha rapporti mirati regolarmente per concepire un bambino, l’IUI ha più o meno le stesse tempistiche. Negli Stati Uniti si ha una media di circa 4 mesi (4 tentativi) . I tempi si accorciano leggermente perchè in genere l’IUI prevede dei monitoraggi ecografici che permettono di trasferire lo sperma in modo tempestivo e nei tempi migliori rispetto all’ovulazione della donna.
Se in abbinata si usano farmaci per la fertilità è possibile aumentare leggermente il tasso di successo, ma in questo caso aumentano anche i costi della procedura.
Se si ricorre anche un donatore esterno i costi possono salire ulteriormente
Costi, benefici e aspettative sono dei parametri da tener sempre presente e da discutere con il medico prima di qualsiasi trattamento di fecondazione asistita.