E’ una scoperta che potrebbe cambiare radicalmente le prospettive in caso di problemi di fertilità. Il famoso fattore di crescita neuronale, NGF (Nerve Growth Factor) scoperto da Rita Levi Montalcini, potrebbe stimolare anche l’ovulazione. L’NGF è stato scoperto dalla scienziata italiana negli anni ’50 e tale ricerca le valse il Premio Nobel nel 1986 per la sua importanza in campo medico. Ora, secondo un ricercatore canadese, lo stesso fattore potrebbe stimolare l’ovulazione. Se ciò fosse confermato le implicazioni sarebbero enormi.
Come la maggior parte degli animali di sesso femminile, le donne sono ovulatrici spontanee, nel senso che rilasciano l’ovulo con un ritmo abbastanza regolare, indipendentemente dalla loro attività sessuale. In poche specie animali, tuttavia, come cammelli e conigli, re uova vengono rilasciate solo in risposta al sesso. Questi femmine sono chiamati ovulatrici indotte. Nel 1985, un gruppo di ricercatori cinesi suggeriva che poteva esistere un fattore che induce l’ovulazione (OIF) nel liquido seminale stesso. Tale ipotesi è stata ignorata finchè Gregg Adams, professore di scienze biomediche veterinarie presso la Facolta di Medicina Veterinaria dell’Università di Saskatchewan, aveva non ha evidenziato la presenza del fattore NGF nello sperma. Sono passati però ancora parecchi anni per chiarire in parte il meccanismo e la ricerca è stata pubblicata ora nell’autorevole rivista scientifica PNAS (Proceedings of the National Academy of Science) e frutto degli studi dello stesso Gregg Adams assieme a un team internazionale.
L’equipe ha isolato una proteina in grado di indurre l’ovulazione (OIF) e tale proteina, presente in grandi quantità nel liquido seminale, si è dimostrata essere il fattore di crescita nervoso (NGF) che si trova principalmente nelle cellule nervose di tutto il corpo.
Sono stati fatti studi su diversi animali perchè sembra che l’OIF abbia funzioni diverse in specie diverse. E’ però presente in tutti i mammiferi studiati fino ad ora, esseri umani compresi.
L’OIF ha un’azione simile a quella dei messaggeri ormonali dando l’avvio a una cascata di segnali che partono dall’ipotalamo e portano al rilascio del’ovulo (o gli ovuli a seconda della specie).
Nei modelli animali l’NGF presente nello sperma sembra si a in grado di agire sui mammiferi femminili andando ad attivare l’ovulazione. I primi risultati sono stati ottenuti su alcune specie come cammelli e lama e quindi testati anche sui bovini. Nelle mucche ad esempio L’NGF non induce l’ovulazione come nei lama ma ne modifica l’ intervallo. Inoltre l’NGF migliora lo sviluppo del corpo luteo, che si forma dopo l’ovulazione ed è responsabile della produzione di ormoni che sono indispensabili per il sostentamento della gravidanza.
Ci sono ancora molti studi e molte ricerche da fare perchè molte domande rimangono ancora senza risposta come quale sia il suo ruolo in diverse specie, e la sua rilevanza clinica nei problemi di fertilità nella specie umana.
Dato che studi precedenti a questo avevano evidenziato la presenza di recettori del fattore OIF nelle ovaie delle donne , potrebbero aprirsi scenari molto interessanti sul trattamento dell’infertilità atraverso questa proteina.
Non resta che attendere i prossimi sviluppi di questa ricerca.
Fonte: Pnas
Foto: University of Utah Andrology Microscopy Lab/ NASA