Uno studio pubblicato su Science, ha individuato un meccanismo di sicurezza, la curva della fertilità ad U, dall’adolescenza alla menopausa, creata dalla natura per proteggere le donne.
Un meccanismo che regola quell’orologio biologico che fa sì che la donna sia fertile solo per una ristretta parte della sua vita.
Tra gli autori dell’importante lavoro scientifico, troviamo anche Filippo Ubaldi e Laura Rienzi, rispettivamente direttore clinico e direttore di laboratorio dei centri di procreazione medicalmente assistita Genera.
Nello studio sono stati esaminati ben 3000 ovociti di ragazze e donne di età compresa tra 9 e 43 anni.
I ricercatori hanno delineato alcuni dei meccanismi che possono influenzare la fertilità delle donne. Questi meccanismi dipendono in gran parte da errori cromosomici naturali, errori che variano a seconda della fascia d’età.
“Sappiamo da molto tempo” ha spiegatola professoressa Eva Hoffmann del dipartimento di medicina cellulare e molecolare dell’Università di Copenaghen, “che noi umani abbiamo una curva di fertilità unica rispetto a molte altre specie. La curva inizia lentamente negli anni dell’adolescenza e ricomincia a scendere quando le donne raggiungono i 30 anni. E prima di questo studio non sapevamo che cosa causasse questi cambiamenti“.
La curva della fertilità
A differenza degli uomini che non producono spermatozoi fino a quando non raggiungono la pubertà, le donne nascono con tutte le cellule uovo che avranno a disposizione per tutta la vita. Tuttavia, inizialmente gli ovociti sono immaturi e non si sviluppano completamente fino all’inizio del ciclo mestruale.
Quando gli ovociti sono inattivi, una sorta di colla molecolare fa aderire i cromosomi. Più tardi, quando gli ovociti stanno maturando, i cromosomi si dividono. Ma più le donne sono avanti con gli anni, maggiore è il rischio che questa “colla ” si rompa prematuramente.
Di conseguenza il materiale genetico si frammenta causando errori cromosomici che possono, ad esempio, portare a sindromi come quelle di Down, Turner o Kleinfelter. O portare ad anomalie che possono rendere gli ovociti non fecondabili o causare aborti spontanei.
I ricercatori hanno riscontrato una maggiore incidenza di errori cromosomici durante la maturazione degli ovociti anche nelle ragazze adolescenti: gli ovociti non raggiungevano un livello sufficiente di maturità.
Durante l’ adolescenza pertanto, specialmente i cromosomi più grandi nel materiale ereditario, sviluppano difetti e quindi aumenta la probabilità che gli ovociti non possano essere fecondati o che la gravidanza termini in un aborto spontaneo.
Durante il passaggio tra l’adolescenza e l’essere delle giovani donne, si è visto che gli ovociti migliorano, e gli errori cromosomici scompaiono gradualmente.
Questa miglioramento permane fino a quando le donne hanno trent’anni circa, dopo di che gli ovociti hanno iniziato a manifestare altri tipi di errori cromosomici.
L’ipotesi della nonna
Gli scienziati non sanno ancora con esattezza il motivo per cui la fertilità umana aumenta, raggiunge il picco e scende in un intervallo di età definito. In confronto, le nostre specie simili, gli scimpanzé, non vivono allo stesso modo la menopausa, ma sono invece costantemente fertili durante la loro vita adulta.
Secondo la dottoressa Hoffmann, potrebbe trattarsi di due meccanismi evolutivamente sviluppati nell’uomo. Innanzitutto, un meccanismo che protegge le donne molto giovani dalla gravidanza fino a quando i loro corpi non sono completamente sviluppati, e quindi in grado di sopportare meglio, e con meno rischi, il parto.
In secondo luogo, si tratterebbe un meccanismo che potenzialmente fa sì che le donne anziane assumano un nuovo ruolo di supporto, quello di nonne, quando i loro figli diventano in grado di avere figli a loro volta, una teoria che alcuni ricercatori chiamano “ipotesi della nonna“.
Aborti e infertilità
La dottoressa Hoffmann sottolinea infine che i nuovi risultati potrebbero essere utilizzati per migliorare la diffusione di informazioni sulla perdita di un figlio in gravidanza, e migliorare il trattamento dell’infertilità a lungo termine.
Sebbene gli aborti in gravidanza siano ancora un tabù, con questo studio adesso si è in grado di capire e dimostrare che è un evento naturale.
Allo stesso tempo, una maggiore comprensione dei meccanismi alla base dell’ orologio biologico delle donne, dovrebbe essere sempre considerata per programmare la vita riproduttiva.
Coma abbiamo spesso spiegato , la PMA non fa miracoli quando il problema è l’età della donna, perchè non è in grado di migliorare la qualità dei gameti.
Permette di aiutare in tante situazioni (infertilità tubarica, in caso di fattore maschile, in caso di problemi ovulatori, endometriosi, pcos,…) ma quando il problema è legato al fatto di trovarsi, per età, agli estremi di quella curva ad U rovesciata, non esiste al momento nulla che possa migliorare la qualità dei gameti femminili. Questa ricerca apre sì nuove prospettive, ma probabilmente sono necessari degli interventi sociali affinché le coppie possano avere la possibilità di cercare un figlio quando si trovano nei punti più alti della curva.