L’età media della popolazione negli utlimi decenni è aumentata considerevolmente: circa il 30% delle donne ha più di 50 anni e molti sforzi devono essere fatti per assicurare loro delle buone condizioni di salute nella peri e post menopausa.
Duecento anni fa solo il 30% delle donne viveva fino alla menopausa. Oggi invece più del 90% delle donne raggiunge questa fase importante della loro vita.
Anzi, dato che l’aspettativa media di vita per una donna è di circa 82 anni, questo significa che vive oltre un terzo della propria vita in menopausa.
Che cos’è la menopausa
Il termine menopausa deriva del greco menos (mese) e pausis (cessazione) e viene definita letteralmente come ultimo flusso mestruale.
In realtà la questione è più ampia e complessa e una donna può essere definita in menopausa solo dopo una amenorrea (assenza di ciclo mestruale) di almeno un anno.
La menopausa compare mediamente intorno ai 51 anni di età ma i cambiamenti fisiologici che portano all’ultimo flusso mestruale, possono iniziare fino a 10 anni prima.
La serie di cambiamenti che porta all’ultimo flusso mestruale viene indicata come perimenopausa, che comprende quella fase che inizia dalle prime variazioni ormonali e della ciclicità mestruale e termina 12 mesi dopo l’utlima mestruazione.
Sintomi della perimenopausa
La perimenppausa per anni è stata indicata come climaterio, dal greco klimax (scala).
La perimenopusa è legata a fastidi a breve, medio e lungo termine.
Sintomi a breve termine:
- riduzione fertilità
- irregolarità mestruale
- sintomi vasomotori
Sintomi a medio termine:
- manifestazioni a carico della cute e dell’apparato uro-genitale
Sitnomi a lungo termine:
- patologie a carico dello scheletro
- patologie a carico dell’apparato cardiovascolare
La fertilità nella perimenopausa e nella post-menopausa
Una donna nasce con un numero definito di oviciti che si riduce progressivamente nel corso della sua vita. Arrivata a circa 40 anni ne rimangono solo poche migliaia e pochi, o nessuno, nella post-menopausa. La post-menopausa è quella fase che comprende la post-menopausa precoce (primi 5 anni dopo la menopausa) e la post-menopausa tardiva (gli anni successivi ai primi 5).
La cessazione delle mestruazioni è determinata proprio dall’esaurimento degli ovociti. Questo processo comporende due momenti principali:
- un iniziale declino della fertilità senza anomalie a carico del ciclo mestruale
- un periodo successivo in cui la fase follicolare si accorcia e compaiono alterazioni anche a carico della fase luteale
I marcatori ormonali principali che indicano l’avvicinarsi della menopausa sono i valori dell’ormone FSH e del’Inibina B.
Livellli di FSH >= 30 MUI/ml si ritengono una diagnosi di menopausa ma possono non essere corretti in quanto sono valori che possono variare se l’attività ovarica riprende come accade nella perimenopausa.
Attualmente si vanno a valutare tre ormoni contemporaneaomene: l’FSH, l’inibina B e l’ormone antimulleriano (AMH). Ulteriori informazioni si possono ottenere anche dal volume ovarico.
I cicli mestruali nella perimenopausa
Con l’avvicinarsi della menopausa i cicli mestruali diventano sempre più irregolari. Se in un periodo di 12 mesi saltano 3 o più mestruazioni è probabile che il passaggio verso la menopausa si concluderà in 4 anni.
Squilibri ormonali associati alla perimenopausa (assenza di produzioen di progesterone associata a una continua produzione di estrogeni) possono causare iperplasia endometriale. Le mestruaizoni diventano abbondanti, prolungate , imprevedibili.
Conseguenze della menopausa
Si dividono in immediate, intermedie e a lungo termine.
Le conseguenze immediate:
- vampate e sudorazioni: ne soffrono il 70 % delle donne ( ma solo il 10-20% delle donne cinesi e giapponesi, forse per abitudini alimentari diverse: maggior consumo di isoflavoni di soia?)
- insonnia
- ansia
- irritabilità
- perdita di memoria
- stanchezza
- scarsa capacità di concentrazione
Le donne che hanno sofferto di depressione post parto o di sindrome premestruale sembrano essere più predisposte alla depressione durante la perimenopausa.
La riduzione del desiderio sessuale è abbastanza ferquente ed è legata non solo ai mutamenti ormonali ma anche alla diminuzione della lubrificazione vaginale.
Le conseguenze intermedie:
Il basso valore degli estrogeni in menopausa porta a una perdita di collagene con tutte le conseguenze ad essa legate.
Le conseguenze a lungo termine
Sono a carico dell’apparato scheletrico, cardiovascolare e del sistema nervoso centrale.
Uno dei problemi principali è rappresentato dall’osteoporosi: disordine della composizione ossea che comporta una riduzione della resistenza delle ossa e aumento del rischio di frattura.
Dopo la menopausa aumenta anche il rischio di sviluppare malattie a carico dell’apparato cardiocircolatorio. Il 50% delle donne svilupperà probolemi cardiaci e solo il 4% il cancro al seno (anche se spesso viene percepito l’inverso dall’opinione pubblica).
Gli estrogeni hanno anche effetto sulla vascolarizzazione del sisterma nervoso centrale.
Come far fronte alla menopausa?
Ad oggi il trattamento più efficace per trattare i sintomi legati alla menopausa è la terapia ormonale sostitutiva.
Riferimento bibliografico:
DEWHURST, Trattato di Ostetricia e Ginecologia. Ed. 2012