Sono frutto della ricerca di un team di scienziati dell’ University of Illinois a Urbana-Champaign con cui i ricercatori sperano un giorno di poter aiutare il 10 per cento delle donne in età riproduttiva che soffrono di questa patologia, che può causare infertilità e dolore cronico.
L’endometriosi è una patologia complessa in cui il tessuto che normalmente riveste la parete interna dell’utero (l’endometrio) si sviluppa in altri organi (come ovaie, tube, vagina, intestino…), causando lesioni, aderenze, infiammazioni croniche e infertilità del 50% di donne che ne soffrono.
Una soluzione temporanea è quella di rimuovere chirurgicamente le lesioni e alleviare così il dolore finché non si riformano. Una soluzione a lungo termine è rappresentata dalla riduzione dei livelli sistemici di estrogeni. Questo però ha effetti collaterali non da poco portando a sintomi da menopausa e infertilità , rimedio controproducente per chi sta cercando una gravidanza.
Ci potrebbe essere una valida alternativa.
Benita Katzenellenbogen e colleghi della University of Illinois a Urbana-Champaign hanno scoperto che i recettori degli estrogeni nelle lesioni sono diverse da quelle che si trovano nei tessuti riproduttivi normali. Grazie a questa scoperta sono stati in grado di sviluppare due farmaci che interessano solo i recettori nel tessuto endometriale “ribelle”.
Questi farmaci sono il chloroindazole e l’ oxabicycloheptene sulfonato. Somministrato nei topi hanno visto sia ridursi le lesioni endometriali esistenti che fermata la crescita di nuove lesioni. Il team di ricercatori ritiene che i farmaci funzionino in parte interferendo con il processo di infiammazione.
Hanno visto ridursi lo sviluppo di nuove terminazioni nervose e quindi il dolore; ma la cosa ancora più importante è che nessuno dei farmaci ha alterato la fertilità dei roditori o la salute dei loro cuccioli.
Purtroppo nonostante i risultati soddisfacenti, potrebbero essere necessari parecchi anni prima di passare alla sperimentazione umana.E ‘affascinante vedere come i farmaci hanno avuto poco effetto sul tessuto endometriale ed la loro prole, ma è tutto da valutare se questo possa funzionare sugli esseri umani.
Riferimenti:
Yuechao Zhao, Ping Gong, Yiru Chen, Jerome C. Nwachukwu, Sathish Srinivasan, CheMyong Ko, Milan K. Bagchi, Robert N. Taylor, Kenneth S. Korach, Kendall W. Nettles, John A. Katzenellenbogen6 and Benita S. Katzenellenbogen, Dual suppression of estrogenic and inflammatory activities for targeting of endometriosis – Sci Transl Med 21 January 2015, Vol. 7, Issue 271, p. 271ra9