Circa 116 milioni di donne in tutto il mondo soffrono della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS).
La sindrome dell’ovaio policistico, descritta per la prima volta nel 20° secolo, è uno dei disturbi metabolici ed endocrini più comuni ma complessi, diagnosticati nelle donne in età fertile.
Si stima che la PCOS interessi tra il 3% e il 10% della popolazione femminile. Sebbene la causa esatta della PCOS non sia ancora stata determinata, le sue origini sono multifattoriali. Oltre all’aspetto ormonale, ci sono prove emergenti che la genetica, l’ambiente e l’interazione tra questi due, giochino un ruolo importante nella patogenesi della sindrome.
Alcune caratteristiche classiche della sindrome includono cicli mestruali irregolari, eccesso di ormoni maschili (androgeni) e ovaio policistico. Il problema è che non tutte le donne hanno questa sintomatologia classica Non tutte le donne con PCOS hanno peli superflui o sono sovrappeso. Non tutte hanno le ovaie chiaramente policistiche e alcune donne con cisti non hanno la PCOS. Alcune donne non hanno cicli mestruali. Altre hanno mestruazioni particolarmente abbondanti o irregolari. Altre donne con PCOS ovulano regolarmente. La mancanza di riferimenti diagnostici chiari, può causare confusione e diagnosi errate, complicate dal fatto che attualmente non esiste un singolo test per diagnosticare la PCOS.
C’è un fattore che accomuna tutte le donne con la PCOS: la difficoltà a concepire.
In realtà, la sindrome dell’ovaio policistico è una delle principali cause di infertilità.
Cicli mestruali irregolari possono rendere difficile la ricerca della gravidanza. Lo squilibrio degli ormoni sessuali femminili, associato ad un aumento anormale del testosterone, può impedire lo sviluppo e il rilascio di ovociti maturi necessari per l’ovulazione e quindi per il concepimento. Se invece si verifica l’ovulazione, lo squilibrio ormonale può impedire l’impianto corretto della cellula uovo fecondata.
Come affrontare la PCOS?
Per aiutare le donne ad ovulare spesso si ricorre a farmaci per stimolare l’ovulazione sotto attento monitoraggio ecografico.
Tra le cause aggravanti la PCOS vi è l’eccesso di peso corporeo.
L’eccesso di peso può essere una causa o un effetto della PCOS. Circa il 50% – 85% delle donne con PCOS sono sovrappeso o obese, il che può esacerbare la sintomatologia della sindrome.
Un’altra importante caratteristica clinica della PCOS è la disfunzione metabolica, incluse le anomalie nella funzionalità dell’insulina, un importante ormone che regola i livelli di zucchero nel sangue. Lo sviluppo della resistenza all’insulina, frequente in chi soffre di PCOS, aumenta il rischio di sviluppare diabete di tipo 2, ipertensione e persino malattie cardiache. È interessante notare che la resistenza all’insulina osservata nei pazienti con PCOS può verificarsi indipendentemente dall’obesità, evidenziando la disfunzione metabolica associata alla PCOS.
Mentre ci sono farmaci e trattamenti per superare le anomalie ormonali che accompagnano la PCOS, è importante aiutare le pazienti nella perdita di peso, perchè può migliorare la sintomatologia della PCOS.
Con solo una riduzione del 10% del peso corporeo, molte donne che non ovulano regolarmente possono iniziare ad avere cicli regolari e migliorare le loro possibilità di concepimento. Una dieta a basso contenuto di zuccheri può non solo aiutare nella perdita di peso, ma anche rallentare la progressione dell’insulino-resistenza a diventare diabete di tipo 2.
Capire quali cibi hanno lo zucchero e il tipo di zucchero che si consuma è importante per tutti, ma soprattutto per i pazienti PCOS.
PCOS e alimentazione: l’importanza di ciò che si mangia
Per modificare correttamente la dieta il riferimento è un dietista o un nutrizionista. Le donne sovrappeso che soffrono di PCOS dovrebbero sempre essere inviate dal ginecologo o endocrinologo che esegue la diagnosi, da un nutrizionista. Lo specialista dovrà aiutarle a perdere il peso in eccesso regolando la loro alimentazione.
Ricordiamo brevemente che i carboidrati, compresi pane, pasta, riso e patate, sono metabolizzati in zuccheri che il corpo utilizza come fonte di energia. Qualsiasi quantità di zucchero non consumata per la produzione di energia diventa superflua e contribuisce a livelli più elevati di glucosio circolante e, quindi, a una maggiore domanda di insulina.
Vanno pertanto preferiti carboidrati di tipo complesso, a basso indice glicemico,. con un assorbimento lento e adeguato apporto di fibre.
Tra i grassi vanno preferiti quelli di tipo vegetale ( es. olio di oliva o frutta secca) o quelli del pesce.
Tra le proteine vanno preferite quelle presenti nella carne bianca e magra e nel pesce.
Immancabili le fibre contenute nella frutta, nella verdura e negli alimenti integrali.
Insomma la classica dieta mediterranea aiuta anche la fertilità.
Nel nostro libro : le ricette della fertilità, spieghiamo chiaramente, oltre a portare più di 40 ricette di esempio, l’importanza dell’alimentazione nella fertilità dell’uomo e della donna. Spieghiamo i motivi per cui ciò che mangiamo interferisce con la nostra salute in generale e con la fertilità, spiegando le alternative da adottare a tavola per stare meglio e perdere peso mangiando le cose giuste.
Non si tratta di un percorso veloce, perdere peso in modo regolare richiede pazienza e fiducia anche nello specialista che segue la paziente. Utilissimo abbinare alla dieta prescritta anche un programma di moderato esercizio fisico.
Per approfondire
Legro RS, Arslanian SA, Ehrmann DA, et al: Diagnosis and treatment of polycystic ovary syndrome: An Endocrine Society clinical practice guideline. J Clin Endocrinol Metab 98 (12):4565–4592, 2013, https://doi.org/10.1210/jc.2013-2350.