PCOS e ricerca della gravidanza: quali terapie sono efficaci?

La manifestazione clinica della PCOS è il risultato di una complessa serie di alterazioni di meccanismi fisiologici, per cui non sempre si assiste ad una piena espressione di questa sindrome. Pertanto, la diagnosi può essere difficoltosa, il medico, sospettata una PCOS, potrà indicare gli esami specifici per la diagnosi (esami ormonali, glicemia, insulinemia, ecografia pelvica etc.), consigliare una terapia mirata, uno stile di vita corretto e la perdita di peso.

La sindrome dell’ovaio micropolicistico (PCOS) è la più frequente patologia infiammatoria cronica a carattere endocrinologico che colpisce circa il 12% delle donne in età fertile.

La PCOS causa importanti effetti sulla salute della donna di tipo estetico, metabolico e riproduttivo.

Tale sindrome si presenta con modalità alle volte estremamente eterogena e già nel 1934 fu descritta da Stein Leventhal come una patologia associata a: oligoamenorrea, inferitilità e irsutismo.

La diagnosi di PCOS: quali i sintomi?

L’eziologia è ancora oggi controversa. Nel 2003 a Rotterdam si tenne una consensus della comunità scientifica europea ed americana di medicina della riproduzione che ne stabilirono i criteri diagnostici. Si può dire che l’ovaio policistico è la manifestazione di una complessa alterazione funzionale del sistema riproduttivo data dall’aumento degli ormoni maschili (androgeni), causa di segni e sintomi quali:

  • irsutismo (eccesso di peluria su viso e corpo)
  • alopecia androgenetica (acne e calvizie di tipo maschile)
  • disturbi mestruali (mestruazioni irregolari, assenza di mestruazioni per più mesi, cicli scarsi o prolungati).

Va sottolineato, inoltre, che la sua denominazione può essere fuorviante poiché non si tratta di vere ‘cisti’ ovariche bensì di follicoli che rimangono più o meno del diametro di 10-12 mm.

Altra nozione fondamentale da tenere a mente è che tale sindrome va ben oltre i confini della ginecologia e calpesta un terreno comune alla endocrinologia e più ampiamente alla medicina interna.

Tali alterazioni configurano, in tal modo, una complessa sindrome dismetabolica chiamata, appunto, sindrome dell’ovaio policistico, importante per le implicazioni che ha sulla salute della donna, sia dal punto di vista estetico, riproduttivo e metabolico.

I disturbi endocrinologici più frequenti comprendono come già ricordato:

  • irregolarità mestruali (80%) (oligomenorrea, amenorrea, metrorragie, infertilità);
  • iperandrogenismo (60%) (irsutismo acne, alopecia);
  • obesità (50%).

I disturbi metabolici più frequenti, invece, sono rappresentatida :

  • intolleranza glucidica,
  • diabete mellito,
  • dislipidemie,
  • difetti della coagulazione e un maggior rischio cardiovascolare.

Proprio a questo proposito si ricorda che dal 25 all’80% di queste pazienti sono in sovrappeso o obese ( BMI >25) nonché presentano una condizione di iperinisulinemia di base che porta all’accumulo di ulteriore peso pur avendo una dieta apparentemente regolare e andando così ad alimentare questo circolo vizioso.

La manifestazione clinica della PCOS è il risultato di una complessa serie di alterazioni di meccanismi fisiologici, per cui non sempre si assiste ad una piena espressione di questa sindrome.

Pertanto, la diagnosi può essere difficoltosa, il medico, sospettata una PCOS, potrà indicare gli esami specifici per la diagnosi (esami ormonali, glicemia, insulinemia, ecografia pelvica etc.), consigliare una terapia mirata, uno stile di vita corretto e la perdita di peso.

ovaio micropolicistico

Le terapie in caso di PCOS

Alla luce delle complesse combinazioni fenotipiche riscontrate nelle donne affette da PCOS, il trattamento di questa sindrome necessita di un approccio olistico, multidisciplinare e personalizzato.

Tale trattamento prevede la correzione sintomatica del disturbo per cui la paziente si reca dal medico. La terapia, quindi, può essere volta alla correzione dell’irsutismo, alla regolazione dei cicli mestruali e all’induzione dell’ovulazione nelle pazienti che vogliono ottenere una gravidanza.

Un nuovo approccio terapeutico prevede anche il trattamento dell’insulino-resistenza.

Il trattamento, inoltre, va effettuato a due livelli. Il primo livello è quello preventivo; il secondo è quello terapeutico vero e proprio.

La prevenzione va effettuata soprattutto nelle donne che hanno dei fattori di rischio per lo sviluppo PCOS, ovvero la presenza di una ipertricosi prepuberale e/o un pubarca precoce, e il soprappeso.

In questi casi l’attività preventiva consiste nel ridurre l’introito calorico e nell’aumentare l’attività fisica.

Una dieta povera di grassi va proposta anche a quelle ragazze che, pur non essendo in sovrappeso, hanno una familiarità per PCOS.

Pertanto in queste pazienti la terapia non è solo farmacologica, tanto è vero che, per quelle donne che hanno un BMI >25 con irregolarità del ciclo mestruale, è sufficiente perdere il solo 5% del proprio peso corporeo per ripristinare la ciclicità mestruale nel 30 %  dei casi.

 

Se l’obiettivo  principale da raggiungere è, invece,  la regolarizzazione del ciclo mestruale la terapia consiste nell’assunzione di una terapia a base di estroprogestinici (EP). Questo consente una regolarizzazione del ciclo che è, però, puramente cosmetica e i benefici per la paziente sono esclusivamente psicologici. Si tratta, quindi, di una terapia sintomatica che dopo la sospensione comporta la ripresa della sintomatologia. Se poi,  alla sintomatologia oligomenorroica,  è  associato irsutismo è possibile fare uso di una terapia EP con un progestinico che abbia una attività anti andogenica più o meno importante a seconda del grado di irsutismo, acne o seborrea lamentata dalla paziente.

La metformina per il trattamento della PCOS

Una nuova prospettiva terapeutica, convalidata negli ultimi anni,  è fornita dal alcuni ipoglicemizzanti orali che interverrebbero positivamente, interrompendo le connessioni patogenetiche tra l’iperinsulinemia e le alterazioni ormonali e metaboliche che si riscontrano nella PCOS. I dati attualmente in letteratura sono contrastanti.
La metformina sembra aumentare, in tempi brevi e indipendentemente dalla perdita di peso, la frequenza delle ovulazioni spontanee. Già nel 2011 abbiamo pubblicato uno studio sulla rivista scientifica internazionale ‘Clinical Endocrinolgy’ che validava l’uso della metformina a lungo termine in donne PCOS determinandone miglioramenti statisticamente significativi sui parametri glicometabolici, epatici ed ormonali.

Integratori a base di inositolo sono efficaci?

Per le donne invece che non trovano una piena indicazione alla somministrazione di farmaci insulino sensibilizzanti, sono ad oggi oggetto di discussione scientifica diversi approcci terapeutici (mio-inositolo, o D-chiro-inositolo), la cui efficacia in termini di induzione dell’ovulazione sembra essere superiore rispetto al trattamento con placebo ma inferiore rispetto ai trattamenti già approvati dalle linee guida internazionali.

Alla luce dei benefici metabolici e clinici di questi trattamenti, ma dato lo scarso impatto in termini di fertilità e concepimenti, l’utilizzo di questi farmaci potrebbe trovare indicazione in casi selezionati solo come adiuvante nel contesto di un approccio terapeutico combinato non che personalizzato ma soprattutto indicato dallo specialista ginecologo esperto in questa specifica problematica.

Riferimenti:

Gangale MF, Miele L, Lanzone A, Sagnella F, Martinez D, Tropea A, Moro F, Morciano A, Ciardulli A, Palla C, Pompili M, Cefalo C, Grieco A, Apa R. Long-term metformin treatment is able to reduce the prevalence of metabolic syndrome and its hepatic involvement in young hyperinsulinaemic overweight patients with polycystic ovarian syndrome. Clin Endocrinol (Oxf). 2011 Oct;75(4):520-7. doi: 10.1111/j.1365-2265.2011.04093.x. PMID: 21569072.