Pillola anticoncezionale in allattamento

Parliamo di pillola e allattamento: quale si può prendere e quale no (inclusa la pillola del giorno dopo) quando iniziare, quali sono le possibili alternative.

Quando torna a ovulare la donna dopo il parto? È possibile assumere la pillola anticoncezionale in allattamento? In caso di rapporti a rischio si può ricorrere alla pillola del giorno dopo?

Tutte queste domande sono molto frequenti da parte delle neomamme, come sono frequenti le risposte errate. Si tende infatti ancora a pensare che in allattamento la donna non sia fertile, indipendentemente da quanto tempo è passato dal parto.

In realtà non è così.

Una donna può rimanere incinta anche se non ha ancora avuto il capoparto, ossia le prime mestruazioni dopo il parto. Quindi, se non si desiderano gravidanze troppo ravvicinate, (peraltro sconsigliate dai medici), in allattamento e nell’immediato post parto è necessario utilizzare un metodo contraccettivo valido, che può essere di barriera (il profilattico o condom) o ormonale (pillola anticoncezionale).

Scordatevi invece di fare affidamento sui metodi naturali come il monitoraggio del muco cervicale, perché in allattamento tutto potrebbe essere diverso.

Cerchiamo quindi di fare chiarezza sulla contraccezione in allattamento.

Quando torna fertile una donna dopo il parto?

Se non allatta al seno

Le donne che non allattano al seno posso tornare a ovulare già circa 3 settimane dopo il parto e quindi vedranno arrivare le prime mestruazioni dopo circa 5 settimane dalla nascita del bambino.

Pertanto, se la coppia ha rapporti nei giorni in cui sta per avvenire l’ovulazione, teoricamente c’è possibilità di concepimento, nel qual caso il capoparto non si presenterà.

Se allatta al seno

Le donne che allattano al seno in modo esclusivo difficilmente ovuleranno le prime settimane dopo il parto. Solitamente l’ovulazione si verificherà non prima dei tre mesi dalla nascita del bambino, ma anche qui possono esserci delle eccezioni, ossia donne che allattano esclusivamente e che tornano a ovulare già un mese dopo il parto.

Per queste ragioni, è importate affrontare l’argomento contraccezione già alla visita di controllo dopo il parto con il ginecologo o con l’ostetrica, o anche direttamente in ospedale prima di andare a casa con il bebè.

I criteri per la prescrizione dei metodi contraccettivi

Quando si valuta quale sia il metodo contraccettivo idoneo alla coppia, ci sono dei criteri da considerare (quelli che vengono indicati come MEC = criteri di eligibilità per la prescrizione dei metodi contraccettivi disponibili).

Innanzitutto occorre tenere conto delle seguenti 4 condizioni fondamentali per l’accessibilità alla contraccezione:

  1. non esistono controindicazioni all’uso del metodo contraccettivo;
  2. i vantaggi derivati all’utilizzo del metodo contraccettivo sono in genere maggiori dei rischi potenziali o dimostrati;
  3. i rischi potenziali o dimostrati derivati dall’utilizzo del metodo contraccettivo sono in genere maggiori dei vantaggi;
  4. l’utilizzo del metodo contraccettivo rappresenta un rischio inaccettabile per la salute

Un aggiunta, per scegliere il metodo contraccettivo nel post parto è necessario tenere presente anche i seguenti fattori:

  • il tempo intercorso dal parto,
  • allattamento esclusivo oppure no,
  • assenza di mestruazioni (amenorrea) oppure no,
  • frequenza dei rapporti sessuali,
  • stile di vita (fumo, alimentazione, movimento),
  • fattori personali, sociali, culturali o religiosi,
  • eventuali precedenti esperienze con metodi anticoncezionali.

Si può prendere la pillola anticoncezionale in allattamento?

La risposta è sì, ma non tutte le pillole anticoncezionali sono sicure in allattamento. Vediamo perché.

Pillola progestinica (POP)

La pillola progestinica, conosciuta anche come POP o (erroneamente) minipillola, è una pillola senza estrogeni contenente solo progesterone. Questo contraccettivo è compatibile con l’allattamento, perché contiene desogestrel o drospirenone, principi attivi sicuri sia per la mamma che allatta che per il neonato.

Anche l’impianto sottocutaneo a rilascio di solo progestinico, in questo caso l’etonogestrel, è considerato sicuro.

Prudenzialmente, tuttavia, l’uso dei contraccettivi a base di solo progesterone è sconsigliato nelle prime 6 settimane dopo il parto. Secondo alcuni studi, infatti, il progesterone potrebbe avere effetti sullo sviluppo cerebrale del neonato.

Pillola combinata (estro-progestinica)

La pillola anticoncezionale combinata (contenente sia estrogeno che progesterone) è sconsigliata in allattamento nei primi 6 mesi dopo il parto.

Dopo 6 mesi dal parto, invece, non ci sono problemi di utilizzo, sempre che la donna non abbia altre condizioni che ne controindichino l’uso.

Le stesse raccomandazioni valgono per gli altri contraccettivi estroprogestinici: cerotto e anello vaginale.

Questo perché nelle prime 3 settimane dopo il parto (indipendentemente dall’allattamento al seno) la donna ha un maggior rischio tromboembolico, che torna ai valori normali entro circa 6 settimane. Poiché tale rischio può essere ulteriormente aumentato dall’assunzione di estrogeno, i contraccettivi combinati sono controindicati nelle prime 3-6 settimane dopo il parto, a seconda della storia clinica e dello stile di vita della mamma.

In aggiunta, il contenuto di estrogeno può diminuire la produzione di latte. Pertanto, pillola combinata, cerotto e anello vaginale non andrebbero prescritti alla donna che allatta, in particolare nei primi 6 mesi.

Altri metodi contraccettivi in allattamento

Preservativo (condom)

L’uso del profilattico come metodo anticoncezionale in allattamento è considerato sicuro ed efficace. Pertanto, può essere utilizzato fin dal primo rapporto dopo il parto.

Diaframma

Anche il diaframma rappresenta un metodo contraccettivo sicuro, anche se è meno efficace rispetto al preservativo e alla POP, e deve essere utilizzato solo a distanza di almeno 6 settimane dal parto.

In aggiunta, può essere necessaria una verifica da parte del ginecologo per valutare se la misura del diaframma precedentemente utilizzato è ancora valida.

Dispositivi intrauterini (IUD)

I dispositivi intrauterini o IUD (impropriamente detti anche spirali) si dividono in due categorie: IUD al rame e IUD medicato al progesterone.

Lo IUD medicato al progesterone contiene levonorgestrel, un principio attivo sicuro sia per la mamma che allatta che per il neonato. Come la POP, può essere utilizzata in allattamento, ma se ne sconsiglia l’inserimento nelle prime 4 settimane dopo il parto (il tempo che impiega l’utero per tornare alle sue normali dimensioni).

Lo IUD al rame può essere inserito anche in allattamento, ma si consiglia di attendere almeno 4-6 settimane dopo il parto e possibilmente il ritorno delle mestruazioni.

Contraccezione di emergenza di allattamento

Nelle prime 3 settimane dal parto non vi sono indicazioni per ricorrere alla contraccezione di emergenza in quanto la donna non dovrebbe essere fertile.

Detto ciò, occorre premettere che esistono due tipologie principali di contraccettivi di emergenza, che differiscono per il principio attivo, comunemente detti pillola del giorno dopo e pillola dei 5 giorni dopo.

Pillola del giorno dopo

La pillola del giorno dopo contiene levonorgestrel,che come abbiamo già visto rappresenta un principio attivo compatibile con l’allattamento.

Pillola dei 5 giorni dopo

La pillola dei 5 giorni dopo contiene invece ulipristal acetato (UPA), un farmaco che passa nel latte materno e i cui effetti sul bambino non sono ancora stati chiariti. Per precauzione, quindi, dopo aver assunto la pillola dei 5 giorni dopo si consiglia di sospendere l’allattamento per una settimana.

Fonti