Si parla spesso dell’orologio biologico femminile, che sappiamo segnare inesorabilmente la fertilità della donna mentre si parla troppo poco di quella maschile se non per notizie eclatanti come quelle dei personaggi famosi che diventano padri in tarda età ( vedi Mick Jagger).
Un nuovo studio punta i riflettori sul calo della fertilità maschile legato all’età. Insomma i maschi non sono fertili per sempre (ne avevamo già parlato qui) e il passare degli anni diminuisce anche per loro la possibilità di avere un bambino.
Quando una coppia decide di allargare la famiglia, non solo deve considerare l’età della donna (la cui fertilità cala dopo i 36 anni) ma anche quella dell’uomo, sottovalutata troppo a lungo.
L’età dell’uomo sembra avere un “impatto sostanziale” sulla capacità di avere figli se la decisione viene presa troppo tardi.
Lo studio
Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’Harvard Medical School e del Beth Israel Deaconess Medical Center ed è stato presentato al meeting Annuale dell’ European Society of Human Reproduction and Embryology che si è tenuto tra il 2 e il 5 luglio 2017 a Ginevra.
Lo studio si è concentrato sugli esiti dei trattamenti di fecondazione assistita che diventano meno efficaci mano a mano che i partner invecchiano.
Si sono raccolti dati di 15 anni, per un totale di 19000 cicli di FIVET ( 8000 coppie).
Le coppie sono state suddivise in 4 gruppi
- età inferiore ai 30 anni,
- età compresa tra i 30 e i 35 anni
- età compresa tra 35 e 40 anni
- età compresa tra 40 e 42 anni
La natalità è stata più bassa nelle coppie in cui la partner femminile era di 40-42 anni, cosa che ci si aspettava visti gli studi precedenti.
Si è però visto che nelle fasce più giovani l’età del partner maschile ha influenzato direttamente la probabilità di concepire della coppia.
Conclusioni dello studio
Secondo i ricercatori i risultati mostrano chiaramente che l’età dell’uomo è un fattore predittivo dell’efficacia della FIVET. Al crescere dell’età maschile, i tassi di successo della fecondazione assistita diminuiscono.
Ad esempio se una donna ha meno di 30 anni e il suo partner tra i 40 e i 42 anni, il tasso di natalità è di circa il 30% inferiore rispetto a chi ha un partner tra i 30 e i 35 anni.
Le donne di età compresa tra i 35 e i 40 anni per aumentare le possibilità di successo dovrebbero avere un partner maschio di meno di 30 anni, in quanto vedono un miglioramento relativo del 30% rispetto alle donne il cui partner ha tra i 30 e i 35 anni.
L’aumento dell’età negli uomini, secondo gli autori, è anche legata a minori gravidanze, a un aumento del tempo di raggiungimento della gravidanza e ad un aumento del rischio di aborto anche nei concepimenti naturali.
Il motivo non è ancora chiaro, anche se potrebbe essere collegato a un aumento delle mutazioni genetiche a carico delle cellule dello sperma.
L’esito di questo studio può servire da motivazione affinché gli uomini decidano prima di diventare genitori (spesso sono loro a voler rimandare la gravidanza).