Per le giovani donne in menopausa precoce arriva una speranza dal Congresso Nazionale SIGO che si è tenuto a Napoli dal 27 al 30 ottobre 2019.
Durante il congresso il dott. Antonio Pellicier, presidente IVI, ha presentato i risultati di un progetto interessantissimo che riguarda l’attivazione dei follicoli nelle giovani donne in menopausa precoce.
Si è visto che il 40% delle donne che sono in menopausa precoce presenta ancora follicoli dormienti. L’attivazione di questi follicoli permette alle donne di poter diventare madri.
Sappiamo che ogni donna nasce già con un bagaglio predefinito di follicoli che mese dopo mese, a partire dalla pubertà, si riducono di numero, fino a ridursi quasi completamente con l’avvento della menopausa.
In alcune donne la menopausa, e quindi la perdita della fertilità, avviene precocemente, in giovane età precludendo loro la possibilità di avere gravidanze naturali.
Il 40% di queste donne, presenta all’interno delle loro ovaie follicoli ancora dormienti e che non si sviluppano perchè è venuto a mancare il sistema fisiologico che li fa crescere.
“Da diversi anni” , ha spiegato il dotto. Pellicier durante il Congresso, “portiamo avanti la ricerca in questo ambito e utilizziamo nella pratica clinica due diverse tecniche che hanno mostrato già i primi positivi risultati: la frammentazione del tessuto ovarico e l’infusione di cellule staminali nell’arteria ovarica. Entrambe permettono all’ovaio, responsabile dell’ovulazione, di invertire parzialmente il processo di invecchiamento e di attivare i follicoli dormienti, che altrimenti non si svilupperebbero neanche con l’aiuto di farmaci”.
Vediamo in dettaglio le due tecniche.
La frammentazione del tessuto ovarico
La frammentazione del tessuto ovarico prevede il ricovero della paziente in regime di day hospital. Durante l’intervento si effettua il prelievo di un campione di corticale ovarica attraverso un intervento in laparoscopia.
La corticale è la parte periferica dell’ovaio dove sono presenti i follicoli:
Il campione prelevato viene frammentato e poi ri-impiantato sempre per via laparoscopica.
L’efficacia dell’intervento si valuta attraverso il dosaggio dell’ormone antimulleriano (AMH) , che rappresenta uno dei principali marcatori della riserva ovarica della donna.
Attualmente IVI ha già ottenuto 7 gravidanze in 40 donne che si sono sottoposte a questo trattamento.
In chi è efficace questa tecnica?
La procedura è ritenuta efficace in donne in menopausa precoce da meno di due anni, e con meno di 37 anni di età.
Infusione di cellule staminali del midollo osseo nella arteria ovarica.
Questa seconda tecnica prevede l’utilizzo di cellule staminali del midollo osseo.
Le staminali derivate dal midollo osseo umano promuovono la crescita dei follicoli la vascolarizzazione locale delle ovaie, aumentano la proliferazione del follicolo e delle cellule stromali e riducono l’apoptosi e l’atresia in pazienti con riserva ovarica compromessa o invecchiata. Anche questa tecnica offre risultati promettenti, poiché IVI ha già registrato 6 gravidanze spontanee.
Fonte: Comunicato stampa IVI-RMA Global
IVI nasce nel 1990 come la prima istituzione medica in Spagna completamente specializzata nella riproduzione umana. Da allora ha aiutato a nascere più di 160.000 bambini, grazie all’utilizzo delle più avanzate tecnologie di riproduzione assistita. All’inizio del 2017, IVI si è fusa con RMANJ, diventando così il più grande gruppo di riproduzione assistita del mondo. Attualmente conta più di 65 cliniche in tutto il mondo ed è leader nel campo della medicina riproduttiva.