Esistono diversi modi per riconoscere quali sono i giorni fertili del ciclo e aumentare la probabilità di rimanere incinta: una di queste è legata all’uso dei test di ovulazione.
Questi stick possono essere utili per individuare i giorni migliori in cui avere rapporti, anche se una attenta osservazione del proprio corpo può dare indicazioni più precise (oltre a essere decisamente meno dispendiosa in termini economici!).
Tuttavia, sia che vengano usati da soli o in combinazione con l’osservazione del muco cervicale e/o della temperatura basale, è importante sapere che ci sono alcune situazioni in cui anche i test di ovulazione possono sbagliare.
Nello specifico, in alcune situazioni il test può dare un esito falsamente positivo lontano dall’ovulazione, mentre in altre può risultare sempre negativo anche se la donna ha ovulato (per poi accorgersi talvolta di essere anche rimasta incinta!).
Vediamo quindi in quali casi può succedere e perché gli stick non sono sempre affidabili al 100%.
Indice
- 1. Picco di LH senza ovulazione
- 2. Picco di LH non rilevato (troppo breve o troppo basso )
- 3. Falsi picchi di LH
- 4. Picco di LH senza muco fertile
- 5. Fase luteale breve
- 6. Età superiore ai 40 anni
- 7. Assunzione di farmaci
- 8. Post parto e allattamento
- 9. Errori nell’esecuzione dei test
- 10. Errori nella tempistica dei test
- Fonti e approfondimenti
1. Picco di LH senza ovulazione
I test di ovulazione più comuni rilevano il picco dell’ormone LH che avviene prima dell’ovulazione, ma non indicano se una donna ha effettivamente ovulato dopo il picco.
Ci sono dei casi, ad esempio, in cui si possono avere dei picchi di LH non seguiti da ovulazione. Una cosa simile capita alle donne affette da LUF o Sindrome del Follicolo Luteinizzato, una condizione rara per cui il follicolo maturo degenera in corpo luteo senza aver prima espulso l’ovulo ospitato al suo interno.
2. Picco di LH non rilevato (troppo breve o troppo basso)
Una donna può non rilevare il picco di LH se questo dura meno di 10 ore e il test di ovulazione viene eseguito solo una volta al giorno oppure se fa parte di quel gruppo di donne in cui il picco di LH non supera la soglia minima di rilevazione dei test.
In questi casi la donna ovula normalmente pur non rilevando il picco e potrebbe rimanere incinta anche se il risultato del test di ovulazione è sempre negativo durante quel ciclo mestruale.
3. Falsi picchi di LH
A volte può capitare di avere dei falsi piccoli picchi di LH che precedono quello vero. Questo può far sbagliare le tempistiche dei rapporti, che potrebbero avvenire troppo presto.
In particolare, le donne che soffrono di PCOS (Sindrome dell’Ovaio Micropolicistico) hanno continuamente dei falsi picchi di LH. Per questa ragione, viene loro sconsigliato di utilizzare gli stick di ovulazione come metodo per mirare i rapporti.
4. Picco di LH senza muco fertile
Per poter sopravvivere all’interno della vagina e risalire verso la tuba di Falloppio in cui l’ovulo attende di essere fecondato, gli spermatozoi devono incontrare il cosiddetto muco cervicale fertile, ossia un muco elastico e filante.
I test di ovulazione, tuttavia, non ci dicono se il muco cervicale è di buona qualità per favorire il concepimento. Possono esserci dei casi in cui, quando il test rileva il picco di LH, il muco ha già iniziato a diventare nuovamente denso e appiccicoso e quindi poco ospitale per gli spermatozoi. In questa evenienza, sarebbe stato meglio aver avuto rapporti nei giorni precedenti.
5. Fase luteale breve
La fase luteale (o luteinica) è quel periodo del ciclo che va dall’ovulazione all’inizio del flusso mestruale. Normalmente, questo intervallo di tempo dura circa 13-14 giorni e non cambia tra un ciclo e l’altro, ma rimane costante.
Una donna che non sa di avere una fase luteale breve (inferiore a 11 giorni) ed esegue i test di ovulazione pensando invece di avere una fase luteale normale li farà nel periodo sbagliato; farà cioè i test troppo presto e penserà di non ovulare quando invece ovula ma in ritardo.
Ricordiamo che le donne che si accorgono di avere una fase luteale breve dovrebbero sempre riferirlo al medico e a maggior ragione se sono in cerca di una gravidanza, perché questa condizione potrebbe ostacolare il concepimento.
6. Età superiore ai 40 anni
Le donne con più di 40 anni che si stanno avvicinando alla menopausa possono avere elevati livelli di ormone LH non legati all’ovulazione.
È bene ricordare che i test dovrebbero evidenziare un solo giorno di picco. Se il picco viene rilevato per più giorni potrebbe non essere valido.
7. Assunzione di farmaci
Alcuni medicinali possono invalidare l’esito dei test di ovulazione. Tra questi ci sono:
- farmaci contenenti FSH, LH o HCG;
- antibiotici a base di tetracicline;
- terapia ormonale sostitutiva;
- metodi contraccettivi ormonali (pillola, anello, IUD medicato al progesterone).
8. Post parto e allattamento
I test di ovulazione possono non essere affidabili se utilizzati durante il post parto o l’allattamento.
A questo proposito è opportuno ricordare sempre che una donna può rimanere incinta anche se allatta e non le è ancora ritornato il ciclo e che per una gravidanza sana sarebbe bene attendere almeno 6 mesi (e preferibilmente 18) prima di avere un altro bambino dopo un parto precedente.
9. Errori nell’esecuzione dei test
Chiudiamo questa carrellata con i possibili errori che possono invalidare il risultato. Innanzitutto, gli stick di ovulazione sono accurati se si fanno nel modo corretto. Per questa ragione i test:
- non vanno mai letti troppi minuti dopo l’esecuzione;
- devono essere conservati correttamente. Se ad esempio sono stati esposti a temperature elevate – anche prima dell’acquisto – la loro affidabilità può essere compromessa.
10. Errori nella tempistica dei test
Oltre ad essere eseguiti correttamente, i test devono essere fatti nei giorni giusti cioè poco prima dell’ovulazione.Questo è un elemento molto importante da ricordare, perché in genere le donne che ricorrono agli stick di ovulazione sono quelle che hanno cicli irregolari. Un tipico kit di test che si acquista in farmacia è fatto da 5-9 test, che spesso non sono sufficienti per coprire l’intervallo potenzialmente fertile.
Facciamo un esempio: se una donna ha cicli irregolari compresi tra 29 e 42 giorni, in teoria dovrebbe ovulare tra il 15° e il 28° giorno, il che rappresenta un intervallo di circa 13 giorni non copribile con un normale kit di test ovulazione.
Il consiglio, quindi, è quello di non sprecare gli stick utilizzandoli per tutto l’intervallo ma di iniziare a farli solamente quando il muco cervicale comincia a diventare filante ed elastico, o comunque meno denso.
Per risparmiare, una soluzione è quella di usare test di ovulazione come quelli in figura, (test canadesi) che costano pochissimo e permettono di “sticcare” anche 2-3 volte al giorno.
Con questo articolo speriamo di averti aiutato a risolvere i tuoi dubbi sui risultati dei test di ovulazione.
Per saperne di più sui tipi di test in commercio, su quando iniziare a farli a seconda della durata del tuo ciclo e vedere degli esempi reali di test, non perderti questi articoli:
In becco alla cicogna!
Fonti e approfondimenti
- American Pregnancy Association, Ovulation Kits & Fertility Monitors, 2022. [Ultimo accesso: dicembre 2023]
- Roma K, How to Read Ovulation Test Results, 2022, Webmd.com. [Ultimo accesso: dicembre 2023]