Sono una madre preoccupata per il proprio figlio di 45 anni diventato papà per la seconda volta nei giorni scorsi.
Fin da quando sua moglie ricoverata in ospedale in procinto di partorire, in piena notte mio figlio rimasto solo in casa con il primogenito di tre anni, ha avuto un attacco di panico per cui è ricorso al mio aiuto. Abitiamo a pochi chilometri di distanza. Con una camomilla e la mia presenza sembrava che fosse tornato tutto normale, almeno così lui si è espresso. Sua moglie e la bambina sono tornate a casa e mio figlio ha chiesto alcuni giorni di congedo parentale per accudire il primogenito di soli 3 anni.
Purtroppo è sopraggiunto un senso di spossatezza fisica che non consente a mio figlio di collaborare al menage familiare di cui ce ne sarebbe bisogno in questi primi giorni di allattamento della bimba. E’ possibile che si tratti di una conseguenza dello stato ansioso di cui soffre mio figlio o che altro? Intanto farà delle analisi sanguigne per verificare carenze vitaminiche o altre cause determinanti questo stato. Esistono realtà simili e come poter risolvere situazioni del genere?