L’alimentazione del neonato è la prima preoccupazione di una madre, un richiamo istintivo che spinge ad alzarsi più volte nel cuore della notte, sopportare fatica e stanchezza, superare inibizioni e paure e fermare il mondo per dedicare la massima attenzione alla propria creatura.
Quando i neonati sono due, e tendenzialmente di peso contenuto, è facile immaginare come quella preoccupazione sia pensiero costante nella mente della mamma, che la tiene impegnata (sopratutto nei primi tempi) per diverse ore del giorno e della notte.
In questo spazio, voglio raccontarvi la mia esperienza con l’allattamento dei gemelli, condividendo con voi i consigli che mi sono stati utili e le soluzioni che ho trovato lungo la strada.
Indice
Allattare due gemelli: un percorso di crescita… a tre!
I neonati gemelli, con un peso che si aggira mediamente sui 2-2,5 kg alla nascita, necessitano solitamente di 8-10 poppate al giorno ciascuno, con intervalli di 2-3 ore tra un pasto e l’altro. Come si può capire, è un vero tour de force che richiede grande energia e fa emergere nella mamma doti organizzative insperate, di pazienza, tenacia e grande creatività. In pratica si tratta di un percorso di apprendimento a tre, fatto di istinto, osservazione e comprensione reciproca, costruito per prove e piccoli progressi fino a divenire pratica consolidata.
Naturalmente l’allattamento è così per qualsiasi mamma, ma con i gemelli inevitabilmente è necessario uno sforzo in più, perché le necessità da intercettare e assecondare sono sempre moltiplicate per due.
Allattare due gemelli: come prepararsi
Leggere e frequentare i corsi pre-parto aiuta a sondare le alternative e a prepararsi all’avventura. I consigli di ostetriche e consulenti esperte in allattamento sono fondamentali sia all’inizio che ad allattamento avviato. Poi starà a ciascuna mamma trovare un equilibrio sostenibile per sé e i propri bimbi, creare con loro una routine, mantenerla con dedizione e costanza e variarla ogni qualvolta ce ne sia bisogno, muovendosi tra scatti di crescita, nuovi ritmi, e via via crescente autonomia, avendo comunque sempre come punto di riferimento il pediatra.
Allattamento al seno, artificiale o misto?
Il tipo di allattamento che si metterà in pratica (al seno, con latte materno nel biberon, artificiale o misto) dipende da tanti fattori.
L’allattamento al seno (in assoluto il più consigliato anche per i gemelli) è possibile quando ve ne sono anzitutto i presupposti, ovvero quando mamma e bimbi sono in buone condizioni dopo il parto e non necessitano di cure particolari. Forte prematurità e ricoveri obbligati in Terapia Intensiva Neonatale possono in alcuni casi ostacolare l’avviamento all’allattamento al seno, momento cardine del processo per ogni mamma.
Se la mamma non può attaccare i piccoli, può comunque sollecitare la produzione di latte utilizzando il tiralatte (esistono modelli elettrici doppi che consentono di estrarre latte contemporaneamente da entrambi i seni). Ai bimbi sarà così somministrato in ogni caso il latte materno della propria mamma.
Se la produzione di latte è inferiore al fabbisogno, si ricorre all’allattamento misto con integrazione con latte in formula, via quasi obbligata quando il peso contenuto dei bimbi e rischi di calo oltre i limiti fisiologici possono comprometterne la salute.
Infine, se non vi sono i presupposti per fornire al bimbo il latte materno, si ricorre all’allattamento con latte in formula, che non va assolutamente demonizzato.
Come gestire le poppate dei gemelli
Anche la gestione delle poppate dipenderà da diversi fattori ed evolverà nel tempo. All’inizio viene spesso consigliato di allattare singolarmente ciascuno dei bimbi, dedicandogli un proprio spazio e un momento di contatto esclusivo. Poi, ad allattamento avviato, si potrà optare per poppate “in contemporanea”, se la madre riesce a gestirle con sicurezza e tranquillità e se ben tollerate dai bimbi. La poppata in simultanea può non essere sempre fattibile o automatica: neonati con modi completamente diversi di alimentarsi o con ritmi sonno-veglia sfalsati richiedono talvolta pasti dedicati.
Nel caso di ritmi veglia-sonno totalmente diversi, inoltre, sta alla mamma decidere se forzare i risvegli per allineare i pasti o se lasciare ai bimbi maggiore libertà nel guidare la richiesta. Spesso la prima via è quella consigliata, soprattutto se i neonati sono piccoli e tendono a saltare pasti e a dormire a lungo. L’allineamento dei pasti consente alla mamma una minima organizzazione dei tempi, evitando di ritrovarsi ad allattare in modo continuativo.
In caso di allattamento al seno, la mamma può scegliere di assegnare un seno a ciascun bimbo o di alternare i seni ad ogni poppata.
Se è necessaria un’integrazione, è possibile decidere di alternare ad ogni pasto biberon e seno (un pasto intero al seno e il successivo con solo biberon), di alternare per tutta la giornata biberon e seno (seno ad un bimbo e biberon all’altro per tutto il giorno) o di cominciare ogni poppata con il seno e di terminarla con l’integrazione per entrambi i gemelli.
Se si allatta artificialmente, si può scegliere di dare il biberon prima a un bimbo e poi all’altro o di darlo contemporaneamente, aiutandosi con cuscini, sdraiette o cullette.
In sostanza, non esistono percorsi standard a tappe fisse da seguire alla cieca: preparatevi a vivere l’avventura con serenità, godendo di momenti di contatto unici e facendo di ogni difficoltà un pretesto per imparare e per capire un po’ di più i vostri bimbi.
La mia esperienza
I miei gemelli, Giulia e Davide, si sono dimostrati molto diversi fin dall’inizio. Giulia, sin dal suo primo giorno di vita, si è attaccata delicatamente al seno, aiutandomi a stimolare la produzione di latte. Davide, nato più piccolo (e privo di pazienza sin dal suo primo vagito), ha impiegato più tempo per capire come attaccarsi e per lui sono iniziate subito le aggiunte, estese poi anche a Giulia.
La mia produzione di latte, anche ad allattamento avviato, non è mai stata tale da soddisfare in modo esclusivo il fabbisogno dei due bimbi. Per cocciutaggine o volontà, ho coltivato il sogno di riuscirci per mesi, continuando ad aiutarmi anche con il tiralatte elettrico (i modelli professionali sono noleggiabili in farmacia). Così nei sette mesi durante i quali ho avuto latte, ho provato un po’ tutte le alternative di allattamento possibili: all’immancabile inizio poppata al seno, seguivano poi eventualmente biberon di latte materno o artificiale a seconda della disponibilità.
La situazione è divenuta se possibile ancora più complessa quando Davide ha cominciato a soffrire di rigurgito, rallentando i tempi di suzione e richiedendo integrazioni di latte specifico.
Come mi sono sentita
Diciamocelo, il mio allattamento non è sempre stato edificante e intimo, anzi spesso era intervallato da pianti, prove vane di allattamento simultaneo (Davide richiedeva attenzioni doppie rispetto a Giulia, che finiva quasi sempre per attendere pazientemente il suo turno) e talvolta ho avuto bisogno dell’aiuto del papà o di un parente di passaggio, incastrato a dare il biberon al bimbo che aveva finito il proprio turno al seno.
Eppure, i momenti in cui riuscivo ad allattare con calma e tranquillità e a godermi quelle espressioni beate sui loro visi, valevano più di mille momenti di tensione e ripagavano la stanchezza e la fatica.
Con il rallentare della frequenza dei pasti, il regolarizzarsi dei ritmi dei bimbi e, ancor più in là nel tempo, l’introduzione delle prime pappe, anche l’allattamento è divenuto via via meno pressante. Ai loro 8 mesi, quando i bimbi hanno cominciato a reggere in autonomia il biberon del mattino da semiseduti, la frenesia dei primi tempi è divenuta definitivamente un ricordo sfuocato.
Un aiuto: il quaderno dei pasti
Segnare in un block-notes o un’agendina i pasti e le quantità o i tempi consumati da ciascun bimbo è stato per me di importanza vitale, quindi ve lo consiglio caldamente. Basta un semplice schema con una colonna dedicata a ciascun bimbo, da compilare via via con orari e indicazioni a voi comprensibili.
Nella mia esperienza, “il quadernino dei pasti”, come lo chiamavamo io e mio marito, ha svolto un ruolo fondamentale. Il comportamento di Giulia e Davide è sempre stato totalmente diverso e annotare orari e quantità mi ha permesso di districarmi nel complesso mondo dell’allattamento misto. Un quadernino che ho compilato diligentemente per sette mesi, che ho odiato più di qualche volta e che ora guardo di tanto in tanto quasi con incredulità e un pizzico di nostalgia.
In conclusione
Allattare, e soprattutto allattare dei gemelli, non è sempre facile ma è parte di un percorso di crescita, insegna ad avere pazienza, a gestire domande e risposte a più mani, e permette anche di assaporare piccole cose che altrimenti non si avrebbero tempo di osservare: una manina che stringe quella del fratellino, un piedino che spinge ritmicamente contro il braccio del genitore e i primi sorrisi, spasmi involontari dal potere magnetico. Sono esperienze che poi sfuggono, anche se per fortuna ne seguono molte altre. E con i gemelli… la sorpresa è sempre doppia!