Allattare al seno, anche se è una delle cose più naturali che ci siano, non è una delle più facili. Ci possono essere delle difficoltà che scoraggiano le mamme tanto da smettere di allattare. Per far riuscire bene l’allattamento serve quindi conoscere le varie difficoltà che si possono incontrare e circondarsi di una rete di sostegno fatta da mamme con buona esperienza, ed esperti come ostetriche e consulenti per l’allattamento.
Se con il primo bambino ci sono state delle difficoltà non è detto che persistano con il secondo bambino. L’allattamento dipende da come è andata la nascita, dalle competenze del bambino, da come sta la mamma in quel momento e dall’assistenza che la mamma riceve e dal sostegno che può avere da familiari e amici.
Quali sono le difficoltà?
Una delle prime difficoltà che la donna può incontrare è il dolore ai capezzoli che non scompare dopo qualche secondo dall’inizio della poppata e che spesso si può trasformare in taglietti che prendono il nome di ragadi. L’unica causa di questo è l’attacco sbagliato o non proprio ottimo del bambino al seno. L’attacco sbagliato può dipendere dalla posizione sbagliata o magari perchè il bambino è piccolo e non ce la fa a prendere una buona parte del seno. Sì, perchè il bambino deve prendere il seno e non il capezzolo!! Questa cosa quindi fa si che i capezzoli piatti non siano preoccupanti perchè il bambino poppa il seno e non il capezzolo!
Posizione corretta per allattare bene
La posizione classica a culla… il bambino deve essere sistemato sotto i seni, pancia contro pancia ed è il bambino che deve andare incontro al capezzolo. La posizione del viso del bambino deve essere tale che il capezzolo, con il seno libero e non sostenuto o rialzato, sfiori la zona tra il nasino e le labbra del bambino.
Se si lascia poi l’autonomia al bambino di aprire la bocca, mandare un po’ indietro la testa e prendere il seno l’attacco sarà molto buono perchè il bambino sa come fare. Se invece il bambino viene “centrato” dal capezzolo che è mosso dalla mano della mamma potrà non prendere quella buona parte di seno e il capezzolo potrebbe strofinare sul palato del bambino andando incontro a ragadi. In questa posizione è importante che la pancia del bambino tocchi bene la parte superiore della pancia della mamma e che l’orecchio sia in asse con la spalla e con l’anca. Questo fa si che il bambino sia allineato e quindi che la suzione non sia disturbata. Per capire meglio immaginatevi di bere da una bottiglia, è molto difficile bere se chinate il viso in avanti o troppo lateralmente. Per un bambino è uguale, se la posizione è la più comoda lui mangerà più serenamente senza staccarsi. Una cosa che aiuta è il contenimento. Se il bambino è contenuto, ovvero le gambine, il corpo e la schiena sono ben sostenuti lui non si sentirà smarrito o senza sostegno quindi più sicuro e sarà meno distratto durante la poppata.
Alcuni rimedi al dolore del seno in allattamento
Se vi fanno male i capezzoli o se avete delle ragadi si deve controllare l’attacco e la posizione, magari andando da un esperto, se l’esperto dice che l’attacco è buono ma voi continuate ad avere dolore cambiate esperto, purtroppo non tutti sanno riconoscere un buon attacco!
Tettarelle di alluminio, creme varie e paracapezzoli vanno usati quando non ci sono altri rimedi e l’attacco è stato controllato e aggiustato. Una crema buona da usare è la lanolina che aiuta la cicatrizzazione ma non ci sono evidenze scientifiche sul suo uso.
Per il paracapezzolo è importantissimo scegliere quello con la misura giusta. Deve poter coprire bene il capezzolo e la lunghezza della tettarella essere un pelo più corta del palato del bambino, per misurarlo si inserisce un dito in bocca del bambino e si vede dove è la fine del palato, la tettarella deve essere un po’ più corta. Per indossarlo lo si immerge in acqua calda così che si ammorbidisca ma che non bruci sulla pelle, lo si stira e poi si mette centrando il capezzolo con la tettarella. Il silicone riscaldato aderirà come scotch alla pelle così non si dovrà tenere il paracapezzolo per tutta la durata dell’allattamento e il calore farà uscire un po’ di latte che riempirà lo spazio tra il capezzolo e la punta della tettarella che aiuterà il bambino con le prime poppate. Il paracapezzolo sarebbe da usare solo se con la correzione dell’attacco e della posizione non si è riusciti a risolvere il problema.
Prima di provare le varie creme in commercio per le quali non ci sono evidenze scientifiche, come anche per le coppette di argento, la donna può spremere un po’ del proprio latte e cospargerlo sull’areola. Il latte materno è ricchissimo di vitamine, anticorpi e molte altre sostanze che possono aiutare la guarigione dei capezzoli. La si può spalmare prima, per ammorbidire, e dopo la poppata. Se ci sono dei tagli è importante la pulizia dei seni e i saponi che si usano, alcuni saponi possono essere troppo aggressivi e peggiorare la situazione, in questi casi usare solo acqua per quando la donna decide di lavarsi va benissimo! La cosa che è più importante lavare sono le mani!!
Il seno deve stare all’aria il più possibile, non restare a contatto con le coppette assorbilatte bagnate e si suggerisce di non portare biancheria con pizzi ma preferire il cotone per evitare ulteriori sfregamenti e peggioramenti.
L’ingorgo mammario
Un’altra difficoltà che si può incontrare nei primi giorni durante la montata lattea o dopo è l’ingorgo mammario. Un ingorgo è quando c’è molta produzione di latte rispetto a quello che il bambino mangia. Il seno i primi tempi deve tarare la propria produzione in base alle richieste del bambino e questo può necessitare del tempo. Quindi, troppo latte uguale a ristagni di latte che non drenati possono creare dei “malloppi” duri dove il latte si condensa e quindi è poi difficile per il bambino da solo scioglierli con la poppata.
Per ammorbidire il seno si possono fare degli impacchi caldo-umidi avvolgendo una borsa dell’acqua calda con un asciugamano bagnato, fare una doccia o un bagno caldi oppure bagnare il segno al lavandino. Una volta che il seno è caldo si possono fare dei massaggi per ammorbidire questi noduli. Si usano i polpastrelli di 3-4 dita, si possono muovere disegnando dei circoli o muovendoli verso il capezzolo, in entrambi i casi il movimenti deve andare dalla periferia al capezzolo. Subito dopo il massaggio si attacca il bambino al seno così poppando potrà svuotare il seno e anche quel nodulo. Se il seno è molto teso anche dopo la poppata si può spremere il seno con le mani per ridurre la tensione.
Tra una poppata e l’altra si possono fare degli impacchi freddi perché quando c’è un ingorgo oltre al ristagno di latte nei lobuli lattiferi c’è ristagno di liquidi nei tessuti che proteggono le ghiandole. Questo liquido può essere drenato con impacchi freddi e con massaggi che questa volta vanno dal seno verso le spalle per migliorare il flusso dei liquidi nei tessuti e lungo i vasi linfatici.
Subito prima della poppata impacchi caldo umidi, lontano dalle poppate impacchi freddi. Gli impacchi possono anche essere fatti con l’argilla verde ventilata, calda o fredda in base al momento. Oltre a questo può essere utile prendere la lecitina di soia che migliora la qualità dei grassi rendendo il latte più fluido.
La mastite
Se l’ingorgo non si risolve, se c’è un dotto ostruito per vari motivi, se c’è una infezione ci può essere una mastite. La mastite si presenta con arrossamento del seno in una zona particolare che può corrispondere a un nodulo o tutto il seno, calore e spesso febbre alta.
Si deve continuare ad attaccare il bambino al seno e comportarsi come per l’ingorgo. Se la febbre resta sopra i 38 C° senza scendere per un giorno intero potrebbe essere opportuno prendere antibiotici perché spesso la causa di questo tipo di mastite è una infezione. Se la temperatura è altalenante e si risolve in pochi giorni molto probabilmente era causata da un ingorgo o da un dotto ostruito. Quindi attaccare il bambino al seno colpito, impacchi caldo umidi o freddi in base al momento, impacchi con argilla verde ventilata e lecitina di soia… dimenticavo la cosa più importante: tantissimo riposo!
Piange dopo un po’ che è attaccato al seno
Capita che ci siano dei bambini che rifiutano il seno piangendo dopo pochissime poppate, magari tossendo o con il latte che esce dai lati della bocca. Magari di notte quando sono allattati a letto non hanno nessun problema e comunque crescono benissimo e bagnano i 6 pannoloni e 3-4 cacche al giorno dimostrando di prendere il latte di cui necessitano… Eppure si staccano piangendo dal seno.
Questo capita quando è presente un forte riflesso di emissione, ovvero il seno è così pieno di latte che il primo latte che esce ha molta pressione ed è tanto, tanto che il bambino può sentirsi affogato e non riuscire a deglutire il latte o a respirare. In questi casi si può allattare da sdraiate, la posizione fa si che la forza di gravità faccia stare il latte più fermo e che solo la suzione del bambino lo faccia uscire; una posizione in cui il bambino sia in posizione verticale così che la deglutizione del latte sia più facile; svuotare un po’ il seno per diminuire la pressione e far si che il bambino non riceva troppo latte.
Molte donne pensano che quando il seno diventa morbido il seno non produce sufficiente latte… è tutto il contrario! Quando il seno produce esattamente la quantità di latte che il bambino necessita diventa morbido e spesso non ci sono più perdite di latte tra una poppata e l’altra permettendo alla donna di non dover usare le coppette assorbi latte.
Dott. ssa Violeta Benini
Sullo stesso argomento, e della stessa autrice, leggi anche: Allattamento al seno: domande e risposte, guida completa
Foto:http://www.lakewoodhospital.org