Sia che si allatti al seno che con il latte artificiale, soprattutto se si tratta del primo bambino, le domande che sorgono sono sempre tante.
Ecco le più comuni alle quali abbiamo cercato di rispondere in modo semplice e chiaro.
Indice
- Se dopo la poppata sembra che il bambino abbia ancora fame, cosa si deve fare?
- Cosa fare se il neonato si addormenta mentre mangia?
- Per quanti mesi devo sterilizzare biberon e tettarelle?
- Come capire se la tettarella è quella giusta?
- Come passare dal seno al biberon?
- Il latte di proseguimento va dato fino al primo anno di vita?
- Fonti
Se dopo la poppata sembra che il bambino abbia ancora fame, cosa si deve fare?
Solitamente, se dopo aver bevuto il latte il bambino ne reclama ancora, è bene offrirgliene altro.
Le dosi di latte artificiale prestabilite, infatti, sono in genere indicative e se il bambino non viene forzato sistematicamente a finire tutto il biberon, è in grado di autoregolarsi proprio come avviene nell’allattamento al seno.
Per questa ragione si può accontentare il piccolo che abbia ancora fame, tenendo conto però che la quantità massima di latte che dovrebbe assumere un bambino è di un 960 mL al giorno, non di più.
Questo significa che se il bambino dimostra di aver fame prima delle solite 3 ore – 3 ore e mezza si può anticipare la poppata.
L’importante, qualora si notasse che il bambino ha spesso fame, è confrontarsi con il pediatra per capire se sia necessario modificare le dosi di latte artificiale programmate.
Cosa fare se il neonato si addormenta mentre mangia?
È abbastanza frequente che un bambino si addormenti mentre beve il latte, sia materno che in formula. Se però aumenta regolarmente di peso, bagna almeno 6 pannolini al giorno e si scarica almeno 3 volte al giorno, non è necessario svegliarlo per finire la poppata.
In caso contrario significa che il piccolo non sta assumendo abbastanza latte ed è necessario tenerlo sveglio perché possa mangiare di più.
Un modo per svegliare il bebè che si addormenta al biberon è quello di metterlo sulla tua spalla o di tenerlo seduto sulla tua gamba rivolto verso l’esterno, mentre gli sorreggi il petto con una mano. A questo punto, prova a massaggiargli la schiena per fargli fare il ruttino e poi riproponigli il biberon.
Questo è solo uno dei tanti “trucchi” per svegliare un neonato che si dimostra troppo pigro al biberon o al seno. Per conoscerne altri e approfondire l’argomento sonno e allattamento, puoi leggere questo articolo.
Per quanti mesi devo sterilizzare biberon e tettarelle?
Nei primi mesi di vita del bambino le difese immunitarie sono molto immature, con il conseguente alto rischio di contrarre infezioni.
Per questa ragione, fino ai 5 mesi è importante lavare e sterilizzare sia il biberon che le tettarelle.
Dai 5 mesi in poi, dopo aver consultato il pediatra, è possibile abbandonare la sterilizzazione, ma occorre lavare in modo accurato con acqua e detersivo tutto ciò che serve per l’allattamento.
Altrettanto importante è lavare le mani con acqua corrente e sapone e asciugarle bene con un asciugamano pulito prima di preparare il biberon e darlo al bambino.
Come capire se la tettarella è quella giusta?
Nella scelta della tettarella molto dipende dall’età del bambino.
Parlando di materiale, generalmente il silicone è più indicato nei primi mesi di vita. Da un lato, infatti, resiste molto bene alla contaminazione batterica e alle alte temperature che spesso si usano per la sterilizzazione, dall’altro però tende a lacerarsi quando il bambino inizia ad avere i dentini.
Le tettarelle in caucciù e lattice sono invece più resistenti alla rottura, ma essendo più porose si contaminano più facilmente.
Molto importante è anche il flusso di latte della tettarella, che può essere debole (1-2 buchi, in genere indicato per i neonati), medio, rapido o regolabile.
La scelta deve rispettare la capacità di suzione del bambino: se infatti il latte esce troppo lentamente c’è il rischio che il piccolo si affatichi, deglutisca troppa aria e non riesca a nutrirsi a sufficienza; se invece il latte esce troppo rapidamente, può andare di traverso.
Per ridurre questi rischi, oggi esistono sul mercato anche biberon e tettarelle che permettono un flusso costante di latte e riducono l’aria ingerita dal bimbo, essendo dotati della cosiddetta “valvola anticolica”.
Come passare dal seno al biberon?
Esistono diversi motivi per cui una madre può avere necessità di dare un’aggiunta di latte artificiale o passare dall’allattamento al seno al latte in formula.
In qualunque caso, il consiglio è quello di evitare il fai-da-te e consultare prima il pediatra e possibilmente anche un’ostetrica esperta in allattamento, per valutare le giuste modalità per farlo e prevenire eventuali problemi che potrebbero insorgere in alcune situazioni, come ingorghi o mastiti.
In genere si suggerisce di passare dal seno al biberon in modo graduale. Ad esempio si può iniziare con la poppata di mezzogiorno, senza insistere se il bimbo non ne vuole sapere. Si può quindi ritentare il giorno dopo alla stessa ora. Eventualmente si può anche provare un altro tipo di tettarella, per forma o materiale.
Infine, se il piccolo continua a rifiutare il biberon, può essere utile chiedere aiuto al papà o a un famigliare. Spesso infatti bambini associano la mamma con l’offerta del seno e quindi accettano più facilmente il biberon da un’altra persona.
Il latte di proseguimento va dato fino al primo anno di vita?
Molte mamme si chiedono se con l’inizio dello svezzamento sia possibile sostituire il latte in formula o il latte materno con il latte vaccino, ossia il normale latte di mucca che si acquista al supermercato.
La risposta è no. Il latte vaccino non rappresenta un’alternativa al latte materno nei primi 12 mesi di vita del bambino e non può essere somministrato fino all’anno di età, nemmeno se diluito con acqua.
Questo significa che nei bambini non allattati al seno è necessario somministrare il latte di proseguimento fino al compimento del dodicesimo mese.
La ragione è duplice. Da un lato, infatti, il latte vaccino (come altri latti di origine animale o vegetale) non contiene un’adeguata quantità di zuccheri, vitamine e altri micronutrienti e non rispetta quindi le esigenze di sviluppo del bambino; dall’altro è troppo ricco di proteine, grassi saturi e sali minerali, che affaticano i reni e l’apparato gastrointestinale dei bimbi più piccoli e aumentano il rischio di sovrappeso e obesità.
Fonti
- Altmann T, Hill DL, Caring for Your Baby and Young Child: Birth to Age 5 (8th Edition), 2024, American Academy of Pediatrics, ISBN-13: 978-1-61002-716-8, doi: 10.1542/9781610027182
- Salvatori G, Biberon, 2023, Ospedalebambingesu.it
- Caso G, Quale latte per il bambino che cresce?, 2020, Amicopediatra.it