L’ansia da separazione è la comune e normale paura dei bambini di stare lontani dai genitori o da chi si prende cura di loro.
L’ansia da separazione può iniziare a circa 8 mesi di età del bambino e raggiungere il suo apice tra 14-18 mesi.
Fino ai 6-8 mesi i neonati considerano la mamma e il papà come una parte di loro e non si accorgono di breve assenze. Poi d’un tratto tutto cambia. L’assenza della mamma, del papà, o di chi si prende solitamente cura di loro come i nonni o la baby sitter, o la mancanza di un gioco a cui sono abituati, li manda in panico.
Se prima di allora bambino era calmo quando la mamma o il papà uscivano dalla stanza, ed erano felici di essere trattenuti da persone che non conoscevano, ora potrebbero cominciare e piangere quando non vi vedono o ci sono estranei vicino a loro.
Da dove origina l’ansia da separazione?
Dai 6-8 mesi il bambino inizia a capire che i genitori sono individui distinti da lui, e se non li vede teme che siano scomparsi per sempre.
Queste ansie sono una parte normale dello sviluppo e non rappresentano nulla di cui preoccuparsi. I bambini dopo gli 8 mesi cominciano a muoversi di più, imparano via via a gattonare e l’ansia è uno sorta di meccanismo di sopravvivenza. Se i bambini gattonando si allontanassero da chi si prende cura di loro, e non avessero quindi paura della separazione o degli estranei, si perderebbero facilmente.
L’ansia da separazione è un segnale che il bambino si rende conto di quanto siano dipendenti dalle persone che si prendono cura di lui. Questo può includere oltre ai genitori, i nonni o gli educatori del nido, o la babysitter.
Questa tipologia di ansia raggiunge il suo picco intorno all’anno di età mentre sarà più tardi verso i 2 anni che il bambino sviluppa quella che viene chiamata la rappresentazione mentale dell’oggetto, l’idea che qualcosa esiste anche quando non lo vede o non lo sente. Il ricordo di voi o di una cosa che temporaneamente non vede rimane, lo consola, ed è consapevole che lo rivedrà, come è già accaduto in precedenza.
Come si manifesta l’ansia da separazione?
I bambini di questa età si sentono al sicuro quando vedono attorno a loro persone che conoscono e amano. Se vengono separati o comunque non vedono le persone che li fanno sentire al sicuro, scatta l’ansia da separazione.
L’ansia da separazione crea diffidenza verso le persone che non conoscono, i bambini non vogliono più addormentarsi la sera, vogliono stare svegli in presenza della mamma o del papà. Piangono se non vedono le persone della loro famiglia.
Lasciarli al nido, o dai nonni, o alla babysitter, potrebbe diventare davvero complicato.
La paura di separarsi dalle persone o dagli oggetti cari va di pari passo alla paura degli estranei.
Vi accorgete che il bambino è in questa fase perché può iniziare a piangere in presenza di una persona che non conosce e che magari si avvicina a lui. Se prima gli sorrideva ora può abbassare gli occhi timidamente oppure iniziare a piangere o urlare, o abbracciare forte la mamma o il papà.
Insomma un insieme di atteggiamenti di paura e diffidenza verso gli estranei che non devono essere oggetto di rimproveri. Accettate invece le difficoltà consapevoli che è una fase normale della sua crescita.
Come gestire l’ansia da separazione?
L’ansia da separazione può rendere difficile lasciare il bambino all’asilo o alle cure di qualcun altro. I genitori si sentono impotenti e preoccupati dell’effetto che queste urla inconsolabili potrebbero avere sul bambino. E’ normale che il bambino si senta ansioso quando si separa da un genitore che lo porta all’asilo, ad esempio. Non c’è motivo di sentirsi in colpa. In realtà, l’ansia da separazione è di solito un sintomo di quanto bene abbiate legato tra di voi.
Importante è invece concentrasi su come aiutare il bambino a gestire i propri sentimenti e a farlo sentire più sicuro. Deve imparare a capire che viene lasciato per un breve periodo (all’asilo, dai nonni, con la baby sitter..), a persone di cui vi fidate, e poi tornate.
Se il bambino è abbastanza grande, gli si può spiegare quello che sta accadendo, dove state andando e quando ritornerete
Lasciando il tuo bambino con un altra persona , educatore o famigliare che sia, li aiuta a imparare a affrontare le giornate anche senza la presenza costante della mamma, e questo è un passo importante verso la loro crescente indipendenza.
Consigli utili
- Il gioco del cucù, che si può fare sin dai primi mesi di vita, è un ottimo esercizio per far capire al bambino che una persona c’è anche se non è nel suo campo visivo.
- Fin dai primi mesi è importante abituare il bambino a un distacco, in modo graduale. Si può iniziare lasciando il bambino alle cure di qualcun altro per qualche minuto mentre uscite in giardino o andate a prendere il pane. Lasciate il bambino con qualcuno che conoscono bene, così si sentono ancora a loro agio e al sicuro anche se in vostra assenza. A poco a poco aumentate il tempo di separazione, a qualche ora, poi un intero pomeriggio e poi per un giorno intero e in luoghi meno famigliari.
- Spiegate al bambino, se è sufficientemente grande da capire, quello che farete insieme al vostro ritorno, come “Quando la mamma torna a prenderti, andremo insieme a fare la spesa per la cena di stasera.”
- Un oggetto rassicurate: se lo portate al di fuori del suo ambiente lasciate che si porti con lui o un giocattolo preferito o qualcosa che vi rappresenti in qualche modo, come una sciarpa con il vostro profumo, la vostra voce registrata… Questi oggetti possono rassicurarli mentre siete via.
- Salutateli in un momento positivo: quando state per uscire o state per lasciarlo all’asilo, per quanto tristi o preoccupate vi possiate sentire, sorridete e salutateli sempre, con fiducia e felicità, altrimenti comprenderanno la vostra apprensione.
- E’ importate che il bambino abbia la possibilità di famigliarizzare con le persone nuove o luoghi nuovi in vostra presenza. Dopo questa prima fase di conoscenza reciproca, in cui il bambino deve capire che lo lasciate a persone di cui avete fiducia, iniziate ad allontanarvi progressivamente. Andate prima nell’altra stanza, poi uscite brevi e via via più lunghe. Questo insegna al bambino il ritmo dell’andare e del tornare, ad accettare la vostra assenza senza traumatizzarlo o a farlo sentire abbandonato, e a imparare che la mamma torna sempre.
Quando l’ansia di separazione diventa preoccupante?
Se l’ansia da separazione persiste oltre i 2 anni di età può, o meno, rappresentare un problema, se interferisce con il normale sviluppo del bambino
Se il bambino in età prescolare o in età scolare sembra particolarmente e regolarmente sconvolto quando si separa da voi, è possibile che soffra di un disturbo d’ansia da separazione. Circa il 4% dei bambini in età prescolare e bambini in età scolare sviluppano questa condizione.
Vi è un disturbo d’ansia da separazione quando:
- l’ansia interferisce con la vita di vostro figlio, e quindi con la vostra
- vostro figlio ha un’ansia più grave rispetto ad altri bambini della stessa età
- l’ansia di vostro figlio persiste da almeno quattro settimane.
Se siete preoccupate che il bambino possa avere un disturbo d’ansia da separazione, fate attenzione alle volte in cui:
- non vuole essere separato da voi
- si preoccupa che la mamma o il papà possano ferirsi o avere un incidente
- si rifiuta costantemente di andare all’asilo o alla scuola
- si rifiuta di dormire in vostra assenza (a casa dei nonni ad esempio)
- si lamenta di sentirsi male quando non è con voi.
E’ normale che i bambini siano intimoriti dal frequentare l’asilo nido o la scuola dell’infanzia ma questa sensazione deve diminuire con il tempo. Raramente, l’eccessiva paura delle separazioni impedisce ai bambini di frequentare nido o asilo o li trattiene dal giocare con i coetanei. In questi casi l’ ansia è probabilmente anomala ed è importante parlarne con il pediatra di riferimento.
Riferimenti utili:
Lynne Murray. Le prime relazioni del bambino. Raffello cortina editore
La grande enciclopedia del bambino. Sfera editore