Ti accorgi subito che un adulto è diventato da poco genitore. Occhi stralunati, occhiaie, voce assonnata… le prime settimane si dorme veramente poco!
La sera si arriva ad essere talmente esausti da non vedere l’ora di appoggiare la testa sul cuscino e riposare. Peccato però che il bambino non abbia nessuna intenzione di assecondarci. I suoi tempi sembrano così lontani da quelli della nostra routine di essere umani adulti…
Eppure ha mangiato, è lavato, asciugato profumato e cambiato.
Cosa c’è che non va? Perché non riesce a prendere sonno?
Stimoli esterni
I neonati amano imparare. Osservano tutto ciò che li circonda e vogliono afferrare più cose possibili. Pertanto il sonno diventa una seccatura nel loro percorso di apprendimento. Perché perdere tempo a dormire?
Se giocate con il bambino prima di andare a letto, scherzate, gli fate il solletico, le coccole loro non vorranno che tutto questo smetta.
Divertirsi è bello, perché smettere per dormire? Un neonato non ha orari, può dormire quando ne sente la necessità e stare sveglio quando ha altro di interessante da fare.
E’ ragionamento non fa una piega!
Per calmare il bambino provate a ridurre il carico di stimolazioni, limitando ciò che il bambino vede o sente o può toccare. Ovviamente in quei momenti dove il riposo dei genitori e della famiglia è importante.
Oppure esponetelo ai rumori bianchi, suoni cioè ripetitivi e costanti che possono contribuire a diminuire lo stato di agitazione e favorire il rilassamento.
Il rumore bianco può essere quello della lavatrice, del phon… onde evitare di sprecare corrente inutilmente, potete scaricare delle app fatte appositamente per riprodurre questo tipo di suoni caratterizzati da ampiezza costante in tutta la loro gamma di frequenze udibili.
Stimoli in circolo
Il corpo di un bambino reagisce al cambiamento della consueta routine o quando passa del tempo in mezzo alla gente, rilasciando sostanze chimiche nel circolo sanguigno che vanno a stimolare il suo cervello.
Alcuni bambini metabolizzano rapidamente queste sostanze chimiche, altri non riescono a farlo in tempi brevi o faranno fatica a calmarsi dopo qualsiasi tipo di eccitazione.
Questa condizione è comune anche agli adulti che magari faticano a dormire dopo aver fatto attività anaerobica in palestra o essere andati a ballare fino a notte fonda.
Ritmo circadiano
L’orologio interno sensibile alla luce che dice quando è il momento di andare a letto e quando è il momento di svegliarsi, non funziona prima dei 4 mesi di età.
Questa sorta di orologio, conosciuto anche come ritmo circadiano, influenza i ritmi del sonno, delle attività fisiche e psichiche, della fame, le fluttuazioni della temperatura corporea e gli ormoni in circolo.
L’adozione di una routine aiuta i bambini a regolare il proprio ritmo sonno-veglia del corpo e favorisce così il momento della messa a letto.
Ansia da separazione
A circa 6 mesi di età, i bambini cominciano ad essere consapevoli dei propri sentimenti e possono cominciare a sviluppare un forte attaccamento emotivo verso la persona che li accudisce per la maggior parte del tempo, solitamente la mamma.
Quando questa situazione si verifica i bambini faticano ad addormentarsi perché temono che, addormentandosi, al risveglio non ritroveranno la persona che vogliono avere sempre vicino.
Anche in questo caso ci vuole del tempo perché capiscano che questa “paura” non è reale e può quindi capitare che dopo un periodo di normalizzazione, ritornino i risvegli notturni o grandi difficoltà a prendere sonno.
Per i bambini più grandi
Il sonno è un problema che deve scomparire da solo. Alcune volte ci vuole poco tempo altre volte di più. Ma se si protrae troppo a lungo compromette la qualità di vita e di relazioni di tutta la famiglia (chi dorme poco è nervoso, ansioso, si arrabbia per nonnulla, …).
In questo caso conviene approfondire la questione e risolverla: il mio bambino non dorme più la notte: cosa fare?