“Il mio bambino ha le coliche cosa posso fare?”
Questa è la domanda che spesso la coppia mi rivolge quando entro nelle loro case per una consulenza perché è uno degli argomenti che interessano e preoccupano di più i neo genitori.
In realtà il termine colica viene usato molto spesso nel modo sbagliato e per classificare ogni tipo di pianto e disagio che il neonato avverte.
Quando un neonato piange, si contorce, contrae ogni muscolo chiudendo i pugni, portando le gambe al petto facendo aria, fa pensare al genitore che il suo bambino pianga per il mal di pancia. In realtà è tutto fisiologico perché i movimenti non coordinati sono da collegare al processo di mielinizzazione non terminato (che il genitore può sviluppare massaggiandolo ogni giorno) e il pianto è il messaggio che il bambino vuole trasmettere, perché un neonato non piange solo con la voce ma con tutto il corpo.
L’aria che esce dall’ano o dalla bocca (ruttino) è dovuta al fatto che il bambino alimentandosi esclusivamente di latte (artificiale o materno) contiene il lattosio, uno zucchero, che fermenta facilmente nell’intestino dando origine all’aria nella pancia. Questo per dirvi che non tutti i pianti equivalgono a coliche.
Vorrei quindi confortare i genitori sul fatto che il pianto inconsolabile e frequente del neonato è spesso normale e fisiologico.
A cosa è dovuto questo pianto inconsolabile?
- Ci vuole comunicare un bisogno
- Ci vuole comunicare una sua emozione
- Cerca di rilassarsi
Ci vuole comunicare un bisogno
Ricordiamoci che il bambino vive il disagio attuale, presente, perché non ha la capacità di realizzare il tempo e che quel suo fastidio da li a 5 minuti potrebbe passare. Quindi non può avere la pazienza di aspettare 5 minuti ma si aspetta che al suo pianto si accorra immediatamente, entro 90 secondi. Non ha senso lasciar piangere un bambino perché prima o poi si calmerà da solo, sicuramente è una cosa che succede ma smette semplicemente perchè nessuno ha risposto al suo richiamo e si addormenta esausto.
Ci vuole comunicare una sua emozione
Come noi viviamo nutrendoci e esprimendo emozioni, anche il nostro bambino è ricco di emozioni e le vive pienamente proprio come noi e dobbiamo accettare, rispettare e lasciare che il bambino si esprima con il suo pianto.
Può essere arrabbiato perché non è stato preso subito in braccio, stanco perché ha ricevuto molti stimoli durante il giorno, scosso perché ha avuto una nascita difficile.
I genitori non si devono sentirsi incompetenti perché non si è in grado di far smettere subito di far piangere il proprio bambino, ma si deve prendere tutto il tempo per capire cosa ci vuole trasmettere.
Piange perchè cerca di rilassarsi
In questo caso il pianto è un modo per il neonato per scaricare gli stimoli e le tensioni accumulate durante il giorno ed è un classico pianto che scoppia alla sera senza apparente motivo.
Cosa si può fare in pratica?
I farmaci
Nelle case delle mamme trovo:
- Mylicon, Colinox, farmaci da banco molto utilizzati e prescritti dal pediatra: gli studi sperimentali affermano che non si evidenzia alcun effetto sulle coliche del lattante
- Alginor: non ci sono studi che ne valutino l’efficacia
- Tisane di finocchio
Io sconsiglio ognuno di questi 3 tipi di soluzioni.
Suggerisco invece alla famiglia rimedi fitoterapici come:
- Melissa, camomilla e finocchio sotto forma di tisana assunta dalla mamma che allatta 3 volte al giorno.
- bagno con 10 gocce di olio essenziale alla lavanda. Rilassa e elimina la tensione della contrattura della colichetta.
2) Alimentazione della mamma.
Gli studi ci dimostrano che non ci sono alimenti che eliminati o ridotti possano influenzare l’accorciamento del pianto del neonato.
L’unico effetto positivo rilevato è la sensibilità del neonato allattato al seno alla proteina del latte vaccino che nei bambini affetti da coliche può significare una intolleranza a questa proteina. Io consiglio alla mamma di eliminare dalla sua dieta i latticini per una settimana e valutare se la situazione migliora o meno.
Se il neonato sta meglio l’intolleranza o la sensibilità a questa proteina è confermata mentre se non migliora nulla la mamma può tornare ad assumere i latticini magari favorendo quelli di capra e pecora alla mucca
3) Aiutarlo a rilassarsi.
Armiamoci di pazienza, calma, pensieri positivi e indossando una fascia mettiamolo al suo interno e conteniamolo, massaggiamo i suoi muscoli contratti con i nostri movimenti, rilassiamolo con il nostro calore e il respiro. Diamogli compagnia con la nostra presenza e il battito del cuore. Si sentirà tornare all’interno dell’utero e si abbandonerà a questa sensazione piacevole addormentandosi. Esistono 9 mesi di endogestazione e dovrebbero poi esserci 9 mesi di esogestazione dove la mamma, il papà ricreano questa pancia al di fuori dell’utero.
Un bambino non piange perché è viziato.
Tenerlo in braccio, consolare quel pianto, rispondere prontamente al suo richiamo è dargli una sicurezza, un conforto e non un vizio.
E se la fatica cede lo spazio allo sconforto, alla disperazione, alla ricerca di una scappatoia come un sondino, un lasciarlo piangere allora affidiamoci ad una persona di fiducia che possiamo chiamare ad ogni ora e che può venire a casa, per esempio una nonna, un’ostetrica o un’amica già mamma.
Questo perchè tisane, sondini, farmaci non devono essere degli strumenti che ci fanno sentire competenti e in grado di risolvere anche solo momentaneamente un problema. E’ molto più utile confrontarsi con altri genitori in gruppo o con un’ostetrica che vi insegni quei piccoli “trucchi” dove è la mamma o il papà il vero protagonista e mezzo per calmare quel pianto.
4) Il massaggio
Utilissimo è frequentare gruppi di massaggio neonatale molto efficace per prevenire le coliche e instaurare quel rapporto speciale e di intesa con il neonato. Un’ostetrica esperta vi insegna come le mani possono essere uno strumento efficace per relazionarsi, contenere un problema e rassicurare il neonato quando sente un disagio ma anche quando è nel pieno benessere.
5) La Marsupio terapia.
E’ stato provato che anche la marsupio-terapia è molto efficace in caso di coliche . È stato osservato che il pianto spesso è associato all’incapacità del neonato di passare da uno stato di veglia al sonno. La marsupio terapia fatta con luci soffuse, il calore, la serenità e il ritmo del battito cardiaco e del respiro portano il bambino a ridurre il pianto e lo aiuta in questa transizione.
6) Cullarlo
Il tuo bambino, è stato cullato dal liquido amniotico nell’utero per 9 mesi.
Provate a cullare il bambino tra le vostre braccia oppure su un’amaca o dentro un lenzuolo sostenuto ai due capi dalla mamma e dal papà. Il cullare deve essere fatto con vigore.
7) Allattarlo
Portare al seno il neonato non esclusivamente perchè si deve alimentare ma anche per il semplice ciucciare può aiutarlo a rilassarsi perchè ciucciando si produce un ormone chiamato endorfina che è simile alla morfina naturale e porta al rilassamento generale.
Ultimo consiglio:
Andate per gradi, amatevi nel ruolo di genitore e non perdere mai la pazienza e la fiducia in voi stessi e nel vostro bambino.