Siete in grado di resistere al sorriso del neonato? No, nessuno può resistere a quello sguardo che rapisce ogni cuore! Questo vale per i neogenitori ovviamente, ma anche per tutti coloro che accudiscono un bambino appena nato.
Le prime volte che vediamo nostro figlio sorridere, ci salgono le lacrime agli occhi dall’emozione, momento che spesso viene rovinato da qualcuno che sottolinea che il sorriso non può essere reale, che si tratta semplicemente di uno spasmo.
Anche tanti libri di testo tendono a considerare il sorriso del neonato nelle prime settimane di vita, come un riflesso piuttosto che una vera espressione di gioia e felicità. Ma è davvero così?
Fino alla seconda metà del 20 ° secolo, il comportamento dei neonati era considerato per lo più riflessivo. Gli scienziati pensavano che i neonati avessero una limitata capacità di sentire ed esprimere emozioni.
Si pensava addirittura che i neonati non potessero provare dolore allo stesso modo degli adulti, il che significa che a volte erano sottoposti a procedure chirurgiche dolorose senza anestesia.
Negli ultimi 50 anni, i dati si sono lentamente accumulati suggerendo che i neonati sono più che semplici esseri riflessivi. Sono infatti capaci di gestire attivamente i loro comportamenti. Ad esempio, possono addormentarsi per limitare situazioni di stress, o agitarsi e piangere se hanno bisogno di stimoli o più interazione. Possono anche imitare i sorrisi già dalle prime 36 ore di vita e possono persino imparare dalle esperienze precedenti fin dal primo giorno di vita.
Alcuni esperimenti hanno dimostrato che intorno alla quinta settimana di vita , il neonato sorride se vede avvicinarsi un volto, ma anche se gli si avvicina una sagoma di cartone con due occhi disegnati. Per gli scienziati questa reazione è automatica, legata cioè a meccanismi innati.
Se però al sorriso del bambino colui che è vicino a lui risponde con parole, carezze, frasi con dal tono dolce, si contribuisce allo sviluppo intellettivo del bambino, che si rende così conto che ciò che è davanti ai suoi occhi è qualcosa di distinto da lui. Il bambino comprende che con il sorriso ottiene risultati piacevoli e così inizia a formarsi quell’importantissimo legame tra genitore e figlio.
Quindi da automatico il sorriso diventa da subito sociale e lo diventa già nelle primissime fasi di vita e non dopo i 3-4 mesi come si pensava un tempo.
Le tappe del sorriso del neonato: dal pancione alle prime settimane di vita
Il bambino inizia a sorridere nel pancione, il sorriso fetale però è semplicemente un riflesso automatico per esercitare un particolare muscolo facciale, il muscolo risorio o anche chiamato muscolo di Santorini.
Un volta venuto al mondo, già nella seconda settimana di vita il bambino potrebbe manifestare dei sorrisi che seguono una sensazione di benessere, come può essere il post poppata ad esempio.
Se a questi sorrisi come abbiamo detto, trovano seguito carezze, parole dolci, situazioni piacevoli per il bambino, allora lui è incoraggiato a sorridere a stimoli esterni come la voce della mamma o un suono piacevole o a uno stimolo tattile. Il bambino comprende ben presto quindi che il sorriso è un modo di comunicare per ottenere sensazioni piacevoli.
Solo dopo i 3 mesi inizierà a fare risate ad alta voce.
Intorno ai 5 mesi il bambino inizierà a distinguere tra volti famigliari ed estranei e intorno agli 8 mesi non sorriderà a persone che non conosce. Crescendo il sorriso acquisirà sfumature diverse che possono indicare felicità, imbarazzo, scherzo, complicità… a 2 anni quindi il bambino sarà completamente padrone della capacità di ridere, che rimane una delle dimostrazioni più evidenti del suo stato di benessere.
Quando il sorriso diventa sociale?
Gli studiosi sono molto combattuti sul differenziare i sorrisi innati da quelli sociali.Quando i primi diventano i secondi?
Da tempo si sono osservati sorrisi nei primi giorni di vita in risposta all’accarezzamento della guancia o della pancia. I neonati inoltre sorridono in risposta a gusti e odori dolci. Questi risultati furono pubblicati decenni fa quando i sorrisi erano considerati puramente come riflessi innati. La ragione per cui gli scienziati in quel momento non li interpretarono come emotivi fu in parte perché i sorrisi sembravano diversi dai sorrisi sociali.
I sorrisi “reali”, chiamati anche sorrisi di Duchenne, coinvolgono non solo i muscoli della bocca, ma anche i muscoli intorno agli occhi. Si pensava che i sorrisi dei neonati coinvolgessero solo la regione della bocca. Tuttavia, quando gli scienziati hanno analizzato i movimenti facciali microscopici, fotogramma per fotogramma, utilizzando un sistema di codifica dedicato, hanno visto che i sorrisi sin dai primi giorni erano accompagnati da movimenti di guance e occhi.
Sempre più studi hanno suggerito che i neonati sorridono quando sono svegli e che questi sorrisi somigliano molto ai sorrisi sociali. E quando i neonati sono in uno stato attivo e sveglio, sorridono il doppio rispetto a quando dormono. Quindi è del tutto possibile che questi neonati vogliano davvero sorridere.
I bambini imparano molto presto il potere del sorriso. I genitori sorridono spesso ai loro neonati, ma questo comportamento dipenderà dallo stato del bambino, infatti un genitore difficilmente sorride se il bambino sta piangendo. Di conseguenza, i bambini acquisiscono rapidamente una notevole capacità di regolare il comportamento dei loro genitori. Se un bambino mantiene il contatto visivo, e sorride, il genitore probabilmente sorriderà, rendendo il sorriso gratificante.
L’importanza del sorriso nello sviluppo del bambino
Incoraggiare un bambino a sorridere, lo aiuta a sviluppare l’autostima. Il bambino impara via via a comprendere che i suoi sentimenti sono importanti e che possono influenzare l’ambiente che lo circonda. Sorridere è inoltre importante per lo sviluppo generale del cervello.
Ecco alcuni suggerimenti per stimolare il sorriso in un neonato di due mesi:
- Scegliete un momento in cui il bambino è rilassato. Un bambino affamato non è incline a sorridere.
- Prendete in braccio il bambino con il viso molto vicino al vostro. Ricordate che a questa età il bambino vede meglio a 20-30 cm di distanza.
- Sorridete e parlategli dolcemente come solo i genitori sanno fare
Il neonato sta crescendo e sta iniziando a capire il comportamento umano. Si rende conto che sorridere attira l’attenzione di chi gli sta accanto e ne riceve stimoli positivi (carezze, parole dolci..).
Se non riuscite a far sorridere il bambino non preoccupatevi, potrebbero essere necessari alcuni tentativi.
Il neonato evita di guardarvi negli occhi? Questo è solo il suo modo di evitare il sovraccarico di stimolazioni e di esercitare un certo controllo sul suo mondo.
Se è nato prematuro, dategli un paio di settimane in più o un mese in più prima di vedere il suo sorriso.
Rispettate le differenze tra voi e il vostro partner nel modo in cui ognuno di voi gioca con il bambino. I papà spesso suscitano i sorrisi dei bambini durante il gioco mentre le mamme sono più tranquille. Il bambino adora entrambi gli approcci.