Fino a qualche anno fa se una mamma teneva spesso in braccio il bambino veniva colpevolizzata di voler viziare suo figlio. Quanti di noi sono stati cresciuti in questo modo? Con la paura del vizio? Troppi.
Fortunatamente con il tempo si è capito che no, le coccole e gli abbracci non viziano nessuno, anzi!
I neonati vivono il mondo attraverso il tatto. Il tatto è il senso che trasmette loro tantissime sensazioni e permette di scoprire lo spazio che li circonda e gli oggetti con cui viene a contatto.
È diventata prassi comune negli ospedali mettere subito in contatto il bambino appena nato con la mamma.
Si è visto infatti che lo skin-to-skin aiuta il bambino a riprendersi dal travaglio e dal parto, a calmare la respirazione e la frequenza cardiaca del bambino, e a ridurre al minimo lo stress e l’ansia da separazione nel neonato.
Avviene subito un contatto fisico e visivo con la mamma, e queste coccole e incroci di sguardi pongono le basi della relazione madre-figlio.
In uno studio recente i ricercatori hanno misurato le risposte cerebrali di 125 bambini, compresi i bambini che sono nati prematuramente e altri che sono nati a termine, dimostrando che le prime esperienze del bambino hanno effetti duraturi sul modo in cui il loro giovane cervello risponde alle carezze e alle coccole.
Lo studio che conferma il potere degli abbracci
I risultati riportati nello studio pubblicato sull’autorevole rivista Current Biology sono un ulteriore promemoria dell’importanza delle coccole per il normale sviluppo sensoriale dei bambini.
In particolare rivestono un ruolo fondamentale per i milioni di bambini che nascono prematuri ogni anno e che spesso devono trascorrere lunghi periodi di tempo in unità di terapia intensiva neonatale (TIN).
Secondo la dottoressa Natalie Maitre, autrice dello studio, bisognerebbe fare in modo che i bambini prematuri possano sempre avere la possibilità di contatto con i genitori, per aiutare il loro cervello a rispondere alle carezze in modo simile a quelli dei bambini che hanno avuto una gravidanza a termine.
Quando i genitori non riescono a farlo, gli ospedali dovrebbero prendere in considerazione l’impiego di personale qualificato, che possa fornire una precisa esperienza tattile che spesso viene a mancare nel contesto ospedaliero.
Maitre ed i suoi colleghi hanno arruolato 125 bambini nati pretermine tra le 24 e le 36 settimane e neonati a termine nati tra le 38 e 42 settimane. Prima che questi bambini venissero dimessi dall’ospedale, i ricercatori hanno misurato con uno speciale elettroencefalogramma le risposte del cervello dei bambini ad una leggera sollecitazione tattile.
In generale, tali misurazioni hanno mostrato che i bambini pretermine rispondevano poco rispetto ai bambini nati a termine al tocco gentile.
I bambini nati a termine hanno fatto registrare una risposta cerebrale più forte rispetto ai loro coetanei prematuri e, tra i bambini prematuri, quelli che hanno dovuto sopportare procedure mediche dolorose poco dopo la nascita, hanno avuto le reazioni cerebrali più deboli.
I ricercatori sono stati sorpresi nello scoprire che la percezione tattile da parte di nati prematuri può essere influenzata dalle procedure mediche a cui sono sottoposti (poiché spesso ricevono farmaci antidolorifici). Ma la buona notizia è che gli abbracci possono aiutare a contrastare le esperienze negative.
Si è visto infatti che se i prematuri ricevono stimoli tattili positivi da parte dei genitori o dello staff ospedaliero, più forti erano le risposte del loro cervello.
Questo è importantissimo anche per i genitori: sapere che il contatto che possono offrire al bambino gli porta beneficio, può essere un modo per sentirsi utili e partecipi in una situazione che spesso fa sentire mamme e papà impotenti.
Noi genitori sentiamo come se i nostri cuori diventassero più grandi ogni volta che abbracciamo i nostri piccoli, ma la verità è che i loro cervelli stanno crescendo ancora più velocemente, e in questo abbiamo un ruolo insindacabile.
Per i nuovi genitori, compresi quelli i cui bambini piccoli devono sottoporsi a procedure mediche difficili, fatevi coraggio e non abbiate paura: il vostro tocco conta più di quanto possiate immaginare.
Riferimenti
Maitre et al. The Dual Nature of Early-Life Experience on Somatosensory Processing in the Human Infant Brain. Current Biology, 2017 DOI: 10.1016/j.cub.2017.02.036