Le mamme di bambini che dormono tutta la notte forse non si rendono conto della loro immensa fortuna, quelle che hanno superato la faticosissima fase dei risvegli probabilmente lo ricordano come un periodo particolarmente stressante sia per la loro vita che per la coppia, quelle che stanno attraversando questa fase, sono spesso alla ricerca di consigli da amiche o sempre più spesso in rete negli spazi dedicati a questi temi.
Proprio tra le mamme infatti, la frase “I risvegli sono fisiologici fino a tre anni” risuona ovunque come un mantra e spesso è pronunciata quasi come sinonimo di “rassegnazione”. Prima o poi passerà, si spera più prima che poi, ma in ogni caso non c’è molto da fare.
Sicuramente non ci sono elisir né pozioni magiche in soccorso di genitori sfiniti da mesi (o anni) di notti insonni o costellate da decine di risvegli, però qualche accorgimento per provare almeno a rendere le notti di tutta la famiglia più serene sicuramente c’è.
Come primo punto, tutti sappiamo che i bambini hanno bisogno di routine, di serenità, di giornate scandite, di ritmi tranquilli e di prevedibilità. Sicuramente le routine non risolvono il problema del sonno ma rendono il piccolo sicuramente più sereno e meno agitato.
Ogni genitore sognerebbe notti tranquille e ritmi cadenzati e regolari, ma questo non è facile come si possa pensare, o comunque le buone abitudini vanno costruite e consolidate con il tempo.
Massimo Bernardi, specialista in Pediatria e autore di oltre 60 pubblicazioni scientifiche, a questo proposito fornisce alcuni spunti ai genitori, per aiutarli in modo pratico nella gestione del sonno dei loro bambini.
1) Il benessere del bambino prima di tutto
Affinché un bambino dorma serenamente, ricordiamoci che deve trovarsi in uno stato di benessere in cui i suoi bisogni risultino pienamente soddisfatti e niente possa per lui costituire un elemento di disturbo. Non riposerà bene se non è sazio, se non è stato cambiato, se l’ambiente attorno a lui non è disteso e sereno ma al contrario è psicologicamente teso, se non è in una posizione comoda o se turbato dall’assenza della mamma. Perciò, afferma Bernardi: “Quando vostro figlio ha sonno, stategli accanto, lasciate perdere le discussioni con il marito, assicuratevi che il piccino sia a suo agio, che non abbia sete, sorridetegli, parlategli, eventualmente cantate una ninna nanna”.
I bambini, anche molto piccoli, sono abilissimi a captare l’ambiente circostante e i segnali che ne provengono: se mamma e papà sono tesi, in qualche modo lo percepirà e ne risentirà anche lui a modo suo.
2) Lasciate che il bambino si muova
Anche i bambini piccoli prediligono per dormire una posizione piuttosto che un’altra e naturalmente anche di questo bisogna tenere conto.
Evitate assolutamente di mettergli nella culla o nel lettino un cuscino morbido nel quale possa affondare il viso, perché può essere veramente rischioso per il soffocamento e non cercate di “fissare” il bambino in nessuna posizione utilizzando coperte molto tese o qualsiasi cosa possa farlo sentire immobile e “costretto”.
A nessun adulto piacerebbe dormire sentendosi “intrappolato”, i bambini certamente non sono diversi da noi.
3) Attenzione al caldo
Su questo punto Bernardi è molto chiaro, la tendenza a coprire eccessivamente i bambini può essere per loro un fattore di enorme disturbo: “Non fategli patire il caldo, perché è un nemico feroce dei bambini. Spesso il neonato non riesce a prendere sonno, è agitatissimo, tormentato dalla sete, sofferente in modo impressionante, solo perché ha una copertina in più. Ricordate anzi che se vostro figlio ha le manine calde, o peggio se è tutto sudato in testa, vuol dire che la temperatura è troppo alta per lui o che è troppo coperto, e che ne soffre. Le mani di un bimbo che sta bene devono essere fresche”.
4) Rispettate il ritmo del bambino
Anche fissarsi sugli orari del sonno serve a poco, ogni bambino ha un suo ritmo e non si può fare altro che comprenderlo e rispettarlo.
Si può certamente aiutare il piccolo a regolarizzarsi adottando piccoli ma costanti accorgimenti come mantenere il più stabile possibile l’orario dei pasti, facendo in modo che in alcuni momenti della giornata la casa sia tranquilla e la sua stanza in penombra, facendo un bagnetto che lo tranquillizzi e lo rilassi. Così facendo, sottolinea il pediatra: “Un po’ per volta il bambino si abituerà ad alternare la veglia dal sonno. Ma non forzatelo troppo. Se dorme profondamente non svegliatelo perché è l’ora della poppata; aspettate che si svegli da solo. Sposterete il pasto di una mezz’ora, o nella peggiore della ipotesi, salterete addirittura una poppata. Non accadrà nulla di male. E non pretendete che dorma in quel preciso momento che secondo voi è quello giusto. Un po’ di elasticità ci vuole. Però non esagerate nemmeno nel senso opposto: ogni bambino ha un suo ritmo ed è bene che non cambi ogni giorno.
Se vostro figlio alla sera si addormenta di solito verso le nove, non occorre che stiate lì con il cronometro alla mano, ma non dovete nemmeno metterlo a riposare una volta alle nove, un’altra alle sette e mezza, un’altra alle undici.
Dovrete in altre parole adattare un poco le vostre attività e l’andamento della casa alle abitudini del piccino: se una sera lo mandate a letto alle sette perché dovete andare a cena fuori con gli amici, e la sera dopo lo tenete in salotto fino alle dieci perché viene la zia Clotilde che vuol vedere il nipotino, non potete poi pretendere che il bimbo segua docilmente un ritmo che avete infranto”.
5) Le ore di sonno del neonato
Anche la quantità di sonno non sembrerebbe un grosso problema. Se noi non possiamo sapere con esattezza di quante ore necessità il bambino per riposare, lui invece lo sa.
Si dice che un neonato dorma venti ore su ventiquattro, ma non sembra essere un dato che corrisponde alla realtà. Alcuni neonati sembrano non dormire mai e godono di ottima salute tanto quanto i più “dormiglioni”.
Il compito dei genitori, conclude Bernardi in questo caso è quello di rispettare il bambino e le sue esigenze, favorendo nei limiti del ragionevole un minimo di regolarità negli orari.