Negli ultimi 30 anni le modalità di svezzamento suggerite dai pediatri sono mutate periodicamente, creando purtroppo confusione intorno all’argomento, che invece ritengo sia delicato e vada affrontato cercando di suggerire alle famiglie punti di riferimento utili e chiari.
La conseguenza di tutto ciò è che madri e padri che hanno perso fiducia negli organi preposti a dare indicazioni in merito, si affidino a fonti poco sicure e prive di fondamento scientifico.
Allattamento esclusivo per i primi sei mesi
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il maggior organo di controllo della salute a livello mondiale, raccomanda l’allattamento ESCLUSIVO al seno per i primi 6 mesi di vita, dove per “esclusivo” si intende “non dare al bambino altri alimenti o liquidi, compresa l’acqua”.
Questa è la prima indicazione che non dovrebbe essere male interpretata iniziando lo svezzamento con alimenti solidi prima del tempo, a meno che non vi siano particolari situazioni che lo richiedano.
Inoltre l’OMS suggerisce ancora che “tra i 4 e i 6 mesi possono essere dati alimenti complementari solo se il bambino ha fame e non cresce”.
Questa seconda indicazione presuppone il fatto che ci sia un controllo del pediatra che, attraverso le moderne curve di crescita, possa determinare se vi è un mancato sviluppo del bambino. Inoltre i genitori potranno riportare gli atteggiamenti che il bambino mostra durante l’allattamento e alla vista del cibo.
Solo dopo un’attenta valutazione si potrà quindi decidere di anticipare il momento dell’introduzione di cibi solidi, non certo sull’onda di sensazioni o credenze personali.
I vantaggi di allattare al seno in modo esclusivo fino ai sei mesi sono molteplici:
- Il latte materno contiene sostanze nutrienti perfette
- È facilmente digeribile
- Protegge dalle infezioni
- È a costo zero
- Favorisce lo sviluppo del bambino e il rapporto con la madre
- Protegge la salute della madre
- Gli anticorpi materni passano nel latte e proteggono il bambino
Infine alcuni studi suggeriscono che l’allattamento al seno può aiutare un bambino nel suo sviluppo intellettivo.
I bambini con basso peso alla nascita, alimentati con latte materno nelle prime settimane di vita, mostrano migliori risultati ai test di intelligenza durante gli anni successivi, rispetto ai bambini allattati artificialmente.
Non troppo presto, non troppo tardi
La somministrazione di alimenti solidi precocemente comporta anche un maggior lavoro per i reni che non sono ancora preparati a questo carico.
Anche lo svezzamento tardivo provoca problemi quali il rallentamento della crescita e alcune mancanze dal punto di vista nutritivo, in particolare di ferro, zinco, vitamine liposolubili e acidi grassi essenziali.
Per questo motivo, dai 6 mesi in avanti il latte materno non sarà più sufficiente a garantire il corretto apporto di nutrienti, perciò sarà altamente raccomandato iniziare ad introdurre altri cibi che possano compensare le mancanze.
A questa età la maggior parte dei bambini è pronta da ogni punto di vista (psicologico, motorio, digestivo) ad un tipo di nutrimento diverso dal latte materno e sarà più facile accettare ed apprezzare il cucchiaino e gestire la deglutizione di cibi densi.
Il tutto andrà gestito con serenità, senza imposizioni o ansie, infatti lo svezzamento resta un momento importante anche per l’acquisizione di comportamenti e attitudini di fronte alle esperienze olfattive e gustative.
Dott.ssa Lisa Ingrosso Nutrizionista e Tecnologo Alimentare
In collaborazione con Madegus
Fonti: OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), EUFIC (European food Information Council), WHO (Word Health Organization)