Diastasi addominale post parto: cos’è e cosa fare?

Cos'è la diastasi addominale post parto e come riconoscerla? Quali esercizi è meglio evitare per non peggiorare la situazione? Ecco un semplice test di autovalutazione, i sintomi e i consigli della fisioterapista.

Si parla di diastasi addominale quando i due muscoli retti addominali si allontanano tra loro a causa di un cedimento della componente tendinea che le unisce. Il termine diastasi significa infatti “separazione”.

Di per sé, questo evento è normale in gravidanza, perché i muscoli retti si devono in qualche modo disgiungere per fare spazio al pancione in crescita.

Dopo il parto, tuttavia, la situazione dovrebbe tornare alla normalità (o quasi) nell’arco di qualche mese o settimana. In caso contrario, si parla di diastasi addominale post parto, una condizione che è importante saper riconoscere per sottoporsi a un trattamento adeguato ed evitare l’insorgenza di complicazioni.

Diastasi addominale post parto: cos’è e quanto dura?

La diastasi addominale è un’eccessiva separazione tra i muscoli retti addominali che compare durante la gravidanza a causa della crescita dell’utero e del rilassamento delle strutture legamentose (dovuto a sua volta a fattori ormonali).

Di solito, tuttavia, questa condizione si risolve circa 8-12 settimane dopo il parto, fino a un massimo di 6 mesi, lasciando uno spazio tra i retti inferiore ai 2 centimetri.

Se però, trascorso questo periodo, permane una separazione uguale o superiore ai 2 centimetri si parla di diastasi addominale post parto.

Diastasi addominale post parto: immagine

Quali sono i sintomi di una diastasi addominale?

La presenza di una diastasi addominale post parto può essere sospettata anche se si presenta uno o più dei seguenti segni e sintomi:

  • pancia gonfia (come se la donna fosse ancora incinta);
  • comparsa di gonfiore addominale dopo ogni pasto;
  • ernia ombelicale.

Poiché la diastasi addominale impedisce ai retti addominali di funzionare correttamente, nel tempo è possibile sviluppare altri sintomi “funzionali” che coinvolgono altri organi e apparati, come:

  • mal di schiena, dolore alle anche e al bacino
  • problemi di postura (iperlordosi)
  • nausea e problemi digestivi
  • aumentata percezione dei movimenti intestinali (che possono anche diventare visibili)
  • sensazione di pesantezza a livello del pavimento pelvico
  • perdite involontarie di urina

Come capire se si ha una diastasi addominale?

Per capire se è presente una diastasi addominale post parto, è sufficiente effettuare una semplice autovalutazione:

  • sdraiati a pancia in su e prova a sollevare la testa, come se stessi facendo un esercizio per gli addominali;
  • se è presente una diastasi, vedrai comparire una sporgenza in corrispondenza dell’ombelico, detta “pinna”;
  • prova a spingere delicatamente con a punta delle dita sulla sommità della pinna, osserva se le dita affondano e quante riesci a inserirne nello spazio tra i muscoli retti;
  • uno spazio di circa 2 dita è normale dopo la gravidanza e in genere tende a chiudersi o comunque a ridursi spontaneamente; una distanza superiore richiede appositi esercizi per trattare la diastasi e, nei casi più gravi, un intervento chirurgico.
Come fare l'autovalutazione della diastasi addominale: immagine

Cosa fare se si sospetta una diastasi addominale post parto?

La prima cosa da fare è richiedere una valutazione specialistica, preferibilmente a 3 mesi dal parto. La figura professionale a cui rivolgersi è quella del fisioterapista del pavimento pelvico.

Durante la visita, verrà effettuato un esame clinico per stimare la distanza tra i due retti. In alcuni casi, potrebbe essere richiesta anche un’ecografia o una risonanza magnetica (per escludere altre possibili cause).

Una volta fatta la diagnosi di diastasi, il professionista metterà a punto uno specifico programma di esercizi per risolvere il problema.

In alcuni casi, può essere utile il ricorso al cosiddetto taping, che consiste nell’applicazione sull’addome di fasce elastiche che permettono di ridurre il gonfiore, massaggiare e tonificare la muscolatura e contrastare l’eventuale ernia ombelicale.

Nei casi più gravi, la ginnastica di riabilitazione non è sufficiente e il trattamento richiede un intervento chirurgico di addominoplastica per riavvicinare i retti.

Diastasi addominale: esercizi consigliati

In caso di diastasi dei retti, spetta al fisioterapista suggerire gli esercizi più adatti alla singola situazione.

In generale, si tende a iniziare con la tonificazione del muscolo trasverso dell’addome e solo successivamente si procede a ripristinare il tono e l’elasticità dei retti.

Diastasi addominale: esercizi da evitare

Alcuni esercizi spesso consigliati per tonificare la pancia nel post parto, sono assolutamente controindicati in presenza di diastasi addominale, perché aumentano la pressione verso l’esterno.

Tra questi troviamo ad esempio:

  • classici addominali (come i crunch) anche sulla gymball
  • planck frontale (per lo meno nelle fasi iniziali della riabilitazione)
  • rotazioni del busto
  • sollevamento pesi

Sono inoltre controindicati i tutti i movimenti che causano la fuoriuscita della “pinna”, come:

  • alzare le gambe da supina
  • inarcare la schiena all’indietro in posizione eretta (accentuando la lordosi)
  • nuotare a rana o a delfino

Quali sono i fattori di rischio per la diastasi addominale in gravidanza?

Anche se non è possibile prevedere se la donna andrà incontro o meno a una diastasi dei retti durante la gravidanza, esistono alcuni fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di questa condizione:

  1. età superiore ai 35 anni;
  2. peso fetale elevato;
  3. gravidanza gemellare;
  4. seconda gravidanza o successiva;
  5. parto vaginale.

Come prevenire la diastasi addominale in gravidanza?

Come prevenzione della diastasi è possibile adottare le seguenti buone abitudini:

  • in posizione eretta, evitare di curvare la schiena;
  • da seduta, tenere la schiena dritta contro lo schienale e i piedi ben appoggiati a terra con tutta la pianta;
  • da sdraiata, non alzarsi frontalmente ma rotolare su un fianco;
  • praticare un moderato esercizio fisico per tonificare la muscolatura del busto e del pavimento pelvico;
  • non sollevare oggetti pesanti;
  • evitare un eccessivo aumento di peso.

Fonti