La maternità provoca una rivoluzione a livello psichico e una trasformazione radicale della vita della donna, nel suo modo di essere e di entrare in relazione con gli altri.
Fin dalla gravidanza, infatti, la futura mamma deve adattarsi a nuovi compiti e a nuovi significati, e la complessità di questi cambiamenti identifica questo periodo come un “momento di crisi”. Il concetto di crisi, tuttavia, in questo caso ha una valore positivo ed evolutivo, in quanto rappresenta una fase di maturazione molto importante che impone una buona rielaborazione del proprio passato e del proprio futuro.
Indice
Non nasciamo madri: lo diventiamo giorno dopo giorno
Secondo lo psichiatra e psicoanalista Daniel N. Stern, la nascita fisica del bambino corrisponde alla nascita psicologica della madre che, nella propria mente, dà origine a una nuova identità: il senso di essere madre.
L’identità materna, tuttavia, non nasce in un momento specifico ma emerge gradualmente nel corso del tempo, dando origine a un nuovo assetto mentale completamente diverso quello precedente.
L’importanza di accettare le emozioni negative
Il processo che costruisce la nuova identità materna attraversa più fasi, perché si diventa madre ogni giorno in un modo diverso. Per affrontare questo percorso è necessario prepararsi mentalmente al cambiamento, per affrontare un intenso travaglio emotivo che farà emergere nuovi aspetti di sé.
L’amore materno, infatti, è un sentimento vivo e mutevole mai uguale una volte per tutte e, come i grandi sentimenti, è ambivalente e assorbe emozioni che sembrano in contrasto come tenerezza, gioia, dedizione, ma anche insofferenza, colpa, insicurezza e rabbia. È dunque bene e fondamentale riconoscere questi sentimenti per imparare ad accettarli e a non sentirsi sopraffatte.
Fin dalla gravidanza, le future mamme sono travolte da questi vissuti dove si mescolano tristezza, spaesamento, gioia, entusiasmo e paura del nuovo. Spesso non si rendono contro che queste emozioni sono comuni anche alle altre mamme e quindi fanno fatica a parlarne. Si tratta di un momento della vita personale in cui ci si può sentire più fragili e sensibili e, proprio per questo motivo, è fondamentale ed importante avere degli spazi e dei tempi che valorizzino il confronto e la condivisione evitando l’isolamento.
Anche la paternità si apprende con il tempo
La genitorialità è l’esperienza più antica del mondo, complessa, gioiosa, vitale e presuppone una reale capacità di amore, di un amore aperto all’altro.
Prima ancora di nascere il bambino esiste nell’immaginario dei suoi genitori e fin dalla gravidanza è importante la compartecipazione di entrambi i genitori, la “cogenitorialità”. I partner devono trovare il modo di far coesistere il rapporto di coppia con il nuovo ruolo di genitori.
Sia la futura mamma che il futuro papà vivono un impegnativo lavoro mentale per arrivare a sentirsi genitori e questo processo può essere più complesso per l’uomo, che non vive il bambino come parte di sé. La possibilità che l’uomo riesca a stabilire un primo contatto con il bambino sentendolo ed immaginandolo all’interno del corpo della propria compagna influisce positivamente sul vissuto paterno.
Per entrambi i partner, la genitorialità si forma e cresce gradualmente passando attraverso conquiste e momenti di tensione ed è una capacità che si apprende con il tempo, la pazienza, la tolleranza e l’empatia.
In sostanza, diventare genitori è un cammino che si costruisce ogni giorno, percorrendo la strada insieme al proprio bambino.
Fonti
- Stern D.N., Bruscheweiler-Stern N., Freehand A., La nascita di una madre. Come l’esperienza della maternità cambia una donna, 1998, Mondadori.