La gravidanza si compone di tre trimestri, al giorno d’oggi altamente medicalizzati, ma, una volta nato il bambino, spesso la donna e la coppia vengono abbandonati a loro stessi in balia di problematiche che potrebbero risultare difficili da affrontare e superare.
Problemi con l’allattamento, carenza di sonno, difficoltà a capire i bisogni del neonato, depressione post-parto, problemi di coppia,…
È evidente che in particolare la donna necessiti di un sostegno nell’immediato post parto, in quei primi tre mesi dall’evento nascita, che possiamo indicarli come quarto trimestre di gravidanza. Sostegno che negli anni non è più arrivato dalla famiglia, ma nemmeno da quei sistemi di assistenza come i consultori che faticano a prendere il loro posto nel sistema sanitario nazionale.
Negli Stati Uniti qualcosa si sta muovendo in tal senso e la speranza è che questo modello venga importato anche da noi, i benefici sarebbero sicuramente tanti.
Il quarto trimestre di gravidanza
Secondo l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), il sostegno e le cure della gravidanza dovrebbero estendersi al post-parto, ad almeno quei primi tre mesi dopo la nascita del bambino, e consistere in una comunicazione continua e diretta tra le neomamme e figure di assistenza medica come quella dell’ostetrica.
Sempre secondo l’ACOG monitorare la salute fisica e mentale delle donne dopo il parto può aiutare a ridurre la morbilità e la mortalità materna.
Oltre ad essere un momento di gioia ed eccitazione, questo quarto trimestre può portare sfide significative per le donne, tra cui mancanza di sonno, affaticamento, dolore, difficoltà di allattamento al seno, stress, nuova insorgenza o esacerbazione di disturbi mentali preesistenti, mancanza di desiderio sessuale e incontinenza urinaria.
Secondo Alison Stuebe, medico e professore associato di medicina materno fetale alla University of North Carolina, le neomamme hanno bisogno di cure continue. Pertanto l’ACOG vuole dare vita a un piano di assistenza completo per ogni famiglia.
Se prima si consigliava una visita completa entro le 6 settimane dal parto, più o meno come si fa in Italia, ora si punta a una assistenza continuativa che punti a dare fiducia alle mamme e a sostenerle nei momenti di difficoltà.
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I punti principali della guida al quarto trimestre
Il modo migliore per affrontare il post parto va preparato ancora prima della nascita attraverso un percorso che affronti la transizione verso la genitorialità e il benessere della donna.
Le donne dovrebbero avere un primo contatto con gli operatori sanitari entro 3 settimane dal parto per una valutazione iniziale del loro stato di salute psico-fisico. Questo primo incontro così vicino al parto consente di valutare il rischio per la depressione post-partum ma anche rispondere alle difficoltà legate all’allattamento al seno, che, se non risolte, spesso portano le neo mamme a smettere completamente di allattare prima delle 6 settimane dalla nascita del bambino.
Dopo questo primo incontro ne seguono altri programmati in base alle necessità della donna e per tutte entro le 12 settimane dal parto viene programmata una visita di controllo post parto completa.
Le problematiche del post parto
Mancanza di sonno, affaticamento, dolore, incontinenza urinaria, problemi di allattamento al seno, mancanza di desiderio sessuale, problematiche psicologiche nuove o riacutizzate, stress, ansia e incertezza possono contribuire ad aumentare la vulnerabilità a problemi fisici e/o psicologici delle neomamme .
Le settimane successive al parto rappresentano un periodo critico per le donne pertanto la visita completa dovrebbe consistere in una valutazione approfondita, che deve considerare:
- Il recupero fisico dalla nascita
- L’umore e benessere emotivo
- La cura e l’alimentazione del neonato
- Il sonno e la stanchezza
- Sessualità e contraccezione
- La gestione delle patologie croniche
- Il mantenimento di uno stato di benessere generale
Gravidanze complicate, condizioni croniche e esiti avversi della gravidanza
La gestione del quarto trimestre, secondo l’ACOG, deve avere un approccio personalizzato alla donna e alle sue problematiche. Per tale motivo deve essere offerta una guida specifica per donne con gravidanze complicate, con condizioni mediche croniche o che sono andate incontro ad esiti avversi alla nascita.
Ad esempio le donne con gravidanze complicate da parto prematuro, diabete gestazionale o disordini ipertensivi in gravidanza dovrebbero essere informate sul rischio di patologie cardiovascolari o metaboliche.
In particolare, ACOG raccomanda che le donne con disturbi ipertensivi in gravidanza abbiano una visita postpartum entro 7-10 giorni dalla nascita per valutare la loro pressione arteriosa e una visita di follow-up entro 72 ore per quelle con ipertensione grave.
Secondo gli autori tale valutazione è fondamentale dato che più di metà degli ictus postpartum si verificano entro 10 giorni dalla dimissione.
Queste valutazioni programmate sono molti utili per le donne ad alto rischio di complicanze, come la depressione postpartum, per prevenire il rischio di infezioni alle ferite del taglio cesareo o perineale, per rispondere alle difficoltà di allattamento o a condizioni croniche che richiedono la prescrizione di un farmaco idoneo…
Le donne che hanno subito un aborto spontaneo, la morte in utero o la morte neonatale dovrebbero essere seguite sia dal punto di vista fisico ma anche e soprattutto emotivo, essere sottoposte a esami di controllo e supportate da percorsi consulenza che valutino i rischi legati a future gravidanze.
Le donne che soffrono di condizioni mediche croniche come obesità, diabete, malattie renali, problemi alla tiroide, disturbi dell’umore, ecc., gli altri, dovrebbero essere seguite in modo coordinato dai medici che curano la loro patologia in tandem con ginecologi e ostetriche.
Questa nuova proposta del Comitato ACOG è stata approvata dell’Academy of Breastfeeding Medicine, dall’ American College of Nurse-Midwives,dal National Association of Nurse Practitioners in Women’s Health, dal Society for Academic Specialists in General Obstetrics and Gynecology, e dalla Society for Maternal-Fetal Medicine.
Leggi il testo completo della proposta ACOG qui: Obstet Gynecol. 2018;131:e140-e150
Quanto ci vorrà perchè in Italia si prenda spunto e si metta in pratica una assistenza post natale degna di questo nome?