Chi è in dolce attesa o ha vissuto una gravidanza probabilmente si è accorta non solo dei vari cambiamenti fisici ma anche di qualche novità a livello cognitivo.
I cali di attenzione e le difficoltà a memorizzare le cose sono sintomi che accomunano le donne nel corso dei 9 mesi.
Sembra che ben l’80% delle donne in gravidanza riporti difficoltà a memorizzare ciò che prima della gravidanza non dava alcun problema.
Ad esempio potrebbe risultare estremamente complicato ascoltare o stare attente a una conferenza, ricordarsi dei numeri di telefono, la lista della spesa o le cose da fare a casa e al lavoro.
I bigliettini e i post-it sul frigorifero possono aiutare parecchio 🙂
Ma non tutti i cambiamenti sono negativi. Nei nove mesi avvengono dei miglioramenti importanti che si sono studiati e visti anche in animali come i topi. In questa specie ad esempio i miglioramenti cognitivi sono volti a rendere la madre più capace di provvedere e ai cuccioli e a garantire loro sicurezza.
Quello che invece accade negli esseri umani è meno chiaro ma i dati che stanno emergendo dagli studi suggeriscono che nelle future mamme a livello cerebrale avvenga una sorta di “ristrutturazione”.
Uno studio del 2010 ha messo in luce che nei primi mesi dopo il parto, le donne mostrano cambiamenti in diverse regioni chiave del cervello. In particolare si nota spesso un aumento del volume nell’ipotalamo, del corpo striato dell’amigdala, aree essenziali per la regolazione delle emozioni e della motivazione alla genitorialità. Cambiamenti si notano anche nelle regioni che governano il processo decisionale e l’istinto di protezione.
Si è anche visto che le future mamme cambiano sia fisicamente che psicologicamente la loro risposta allo stress, attenuandola. Questo probabilmente protegge la madre e il feto dagli effetti negativi delle situazioni di stress.
Durante l’allattamento al seno gli ormoni che lo sostengono continuano a mantenere questa risposta attenuata allo stress.
Le donne in gravidanza inoltre riescono meglio di altre a riconoscere e discriminare tra le emozioni, come rabbia, paura e disgusto. Questo per garantire uan maggior possibilità di sopravvivenza ai piccoli . Si è visto che l’esposizione a più alti livelli ormonali come ossitocina ed estrogeni in gravidanza sono associati a una migliore sensibilità alle necessità del neonato a una maggiore reattività ai bisogni del bambino.
La gravidanza insomma conferisce al cervello una buona dose di elasticità mentale che viene ulteriormente aumentata dal parto, dall’allattamento e dalle interazione mamma-bambino.
Secondo alcuni biologi evoluzionisti lo sviluppo dei comportamenti materni è una delle forze primarie che plasmano l’evoluzione dei mammiferi.
Inoltre questi cambiamenti neurologici sembra diventino più pronunciati con ogni gravidanza successiva e persistere per tutta la durata della vita di una madre.
Questi utili adattamenti però non si raggiungono senza un costo e la difficoltà di attenzione e di memoria non fanno che dimostrarlo.
Anche se gli studi si susseguono e necessitano di ulteriori approfondimenti è chiaro a tutti ormai che la la gravidanza segna l’inizio di un periodo critico nello sviluppo neuronale della donna che così via via si prepara alla miriade si sfide che consistono nella cura e accudimento di un neonato vulnerabile.