Sempre più donne cercano un figlio dopo i 40 anni di età. Non ci soffermeremo qui sulle motivazioni, ma cercheremo di approfondire le conseguenze di una ricerca, che possiamo definire tardiva dal punto di vista biologico.
L’età media della prima gravidanza in Italia nel 2017 era intorno ai 32 anni di età ma la tendenza a posticipare la genitorialità è in continuo aumento da diversi anni.
Purtroppo l’eta biologica delle ovaie delle donne non si sta parallelamente spostando in avanti, continua a rimanere la stessa, con la conseguenza che la ricerca del primo figlio spesso viene a cadere quando la fertilità della donna inizia a calare, o è già molto bassa.
Dopo i 40 anni è più difficile rimanere incinta
La fertilità diminuisce con l’età della donna. Questo è un dato di fatto. Non abbiamo attualmente strumenti validi per contrastare questo declino, se non prevenire il problema o facendo figli prima (ma non sempre è possibile)o con la preservazione della fertilità, attraverso la crioconservazione degli ovociti.
Purtroppo con il passare degli anni, in particolare dopo i 35, gli ovociti diminuiscono gradualmente in numero e qualità e, parallelamente, aumentano i tassi di aborti spontanei.
All’età di 44-45 anni le probabilità di una gravidanza spontanea si avvicinano allo zero.
Sono dati che per chi cerca una gravidanza dopo i 40 anni sono davvero difficili da accettare. Purtroppo nemmeno la fecondazione assistita può fare miracoli quando il problema di fertilità è legato all’età della donna.
Secondo un rapporto del 2016 del CDC, un ciclo di fecondazione in vitro ha una probabilità del 36% di portare a una gravidanza in una donna di età inferiore ai 35 anni. Questa probabilità si riduce al 22% tra i 38 e i 40 anni, e arriva al 13% per le donne 41 o 42 anni. La probabilità arriva a 6% quando l’età supera i 42 anni per poi azzerarsi intorno ai 44-45 anni. In quel caso l’alternativa è rappresentata dalla fecondazione eterologa (donazione di ovociti quando la riserva ovarica della donna non permette una fecondazione di tipo omologo) .
Dopo i 40 anni è più difficile portare avanti la gravidanza
Gli aborti spontanei e morti perinatali possono verificarsi a qualsiasi età, ma le possibilità aumentano con l’età. Gli aborti che si verificano entro le 20 settimane di gravidanza, sono quasi sempre causati da problemi cromosomici nell’embrione, difetti che sono più probabili negli ovociti più vecchi. Per questo motivo, le donne tra i 40 e i 44 anni hanno una probabilità del 33% di aborto spontaneo. In pratica hanno una probabilità su 3 di incorrere in un aborto una volta scoperta la gravidanza (contro una probabilità di circa 1 su 5 in donne più giovani ).
I dati a disposizione suggeriscono anche che le donne in gravidanza di 40 anni o più hanno un rischio maggiore di morte neonate. Le ragioni non sono chiare anche se secondo una review del 2008 si pensa che possano avere un ruolo la pressione alta durante la gravidanza o il diabete gestazionale, condizioni che sono più frequenti durante le gravidanze di donne di età avanzata.
Dato che le gravidanze che si protraggono oltre le 40 settimane possono aumentare il rischio di morte in utero, molti medici non consentono a una donna di età superiore ai 40 anni di entrare al travaglio dopo il termine ma preferiscono procedere con una induzione programmata prima della scadenza.
Dopo i 40 anni aumenta il rischio di complicazioni
Con l’età, aumentano le possibilità di sviluppare alcuni problemi cardiovascolari come l’ipertensione e alcune malattie cardiache. Questo è uno dei motivi per cui le donne di età superiore ai 40 anni sono maggiormente a rischio di preeclampsia (pressione alta e proteine nelle urine durante la gravidanza, che possono essere pericolose per la vita della donna) e diabete gestazionale. Queste condizioni possono creare una serie di problemi sia per la madre che per il bambino, inclusi basso peso alla nascita del bambino (o anormalmente alto) e parto prematuro.
Un altro grosso problema è una maggiore possibilità di sviluppare una condizione nota come placenta previa, in cui la placenta copre parzialmente o completamente la cervice. La placenta previa ha una frequenza di circa 1 su 200 gravidanze ma esiste un rischio molto più alto per le donne di età pari o superiore a 35 anni. La placenta previa può aumentare il rischio di parto prematuro.
Dopi i 40 anni aumenta il rischio di anomalie nel bambino
Ancora una volta, più un ovocita è vecchio, più è probabile che abbia problemi cromosomici, che possono aumentare il rischio che il bambino abbia difetti congeniti. Ad esempio per le donne di 25 anni, il rischio di avere un bambino con sindrome di Down, la condizione cromosomica più comune, è di circa uno su 1.250; a 40 anni, il rischio arriva a circa 1 su 100.
Esami del sangue non invasivi ( come il Test del DNA fetale) per individuare problemi cromosomici come la sindrome di Down, consentono di ottenere informazioni sulla composizione genetica del bambino già dopo 10 settimane.
Vi sono prove, seppur limitate, che anche i padri più anziani possono determinare alcuni rischi per la loro prole. Una review pubblicata nel 2019, ad esempio, ha scoperto che i bambini nati da padri di 45 anni o più erano a rischio più elevato per alcune complicazioni come il basso peso alla nascita, un basso punteggio Apgar e nascita prematura. Sembravano anche più propensi a sviluppare autismo, schizofrenia e disturbo ossessivo-compulsivo rispetto ai figli di uomini più giovani. Tutti questi studi sono osservazionali, quindi sono necessarie ulteriori ricerche.
Quindi?
Ci sono tante gravidanze che proseguono senza intoppi e problematiche a 40 anni o più. L’importante, in fase preconcezionale, è informarsi bene sulle possibilità di successo e su eventuali rischi dal proprio medico.
Gli esseri umani sono tendenzialmente ottimisti. Anche quando le possibilità di successo sulla carta possono sembrare poche o nulle. Perché anche quando tutto sembra remare contro, non si può far parte di quella percentuale di donne e di coppie che vede realizzarsi il suo sogno di genitorialità, nonostante gli ostacoli?
Una delle fortune di vivere in questo momento storico è che la medicina della riproduzione può aiutare in tanti modi, con la fecondazione assistita omologa od eterologa a seconda della situazione. Per alcuni possono sembrare soluzioni estreme, per altri le uniche speranze di successo. Ciascuna con i proprio pro e contro.
Ma come dice la famosa saggista americana Joan Didion:
qualsiasi cosa che valga la pena avere ha il suo prezzo.