Come si procede dopo un aborto spontaneo, quali terapie o interventi sono necessari per riprovare a rimanere incinta? Farmaci, raschiamento o niente?
Si definisce aborto spontaneo quando la gravidanza si interrompe entro le prime 24 settimane di gestazione, quando il feto non è in grado di sopravvivere fuori dall’utero materno.
Accade spesso che una gravidanza si interrompa ancora prima che la donna scopra di essere incinta, o poco dopo il test (gravidanza biochimica).
Gli aborti spontanei naturali sono eventi molto frequenti
Nelle donne sotto i 35 anni gli aborti spontanei si verificano nel 20% circa delle gravidanze; nelle donne oltre 35 avviene nel 33% dei casi e nelle donne oltre 45 anni nel 50%.
Perché avviene un aborto spontaneo?
Molti aborti spontanei sono causati da un difetto cromosomico e questo è più frequente quando la madre ha più di 35 anni. Fumare, bere più di 4 bicchieri di vino a settimana o 2 bicchieri di birra, fare uso di droghe, essere in sovrappeso, alcune malattie… sono tutti fattori che aumentano il rischio di aborto. Si aggiungono a questi anche gli squilibri ormonali e le infezioni come la rosolia.
Gli esami per trovare la causa di un aborto spontaneo si effettuano dopo 2 o più aborti ripetuti. Si chiamano esami per la poliabortività e sono gratuiti se richiesti dal vostro medico con l’opportuno codice di esenzione.
Cosa succede esattamente quando avviene un aborto spontaneo?
Segni e sintomi
- Macchie rosse o marroncine continue. Non occasionali come di solito succede nelle prime settimane di gravidanza.
- Perdite associate a dolori mestruali o simil ovulazione.
- Possibile mal di schiena
- Perdita di coaguli o tessuti
Può succedere che ci si accorga dell’interruzione della gravidanza prima di avere i sintomi sopra elencati attraverso una ecografia . In questi casi non risulta visibile il battito fetale oppure si nota un arresto della crescita dell’embrione o dell’utero.
Se il medico sospetta un aborto spontaneo si procede nel modo seguente
- Esame pelvico per vedere se il collo dell’utero ha cominciato a dilatarsi.
- Ecografia per controllare la presenza del battito cardiaco e vedere le misure del feto.
- Esami del sangue per valutare il valore delle Beta HCG
- Analisi dei tessuti. In caso di espulsione di tessuti, si manda tutto al laboratorio analisi.
Se notate sintomi di un possibile aborto spontaneo in corso
Se notate dei sintomi o segni che vi fanno pensare ad un aborto dovete contattare la persona che vi sta seguendo in gravidanza e informarla. Ci si reca in ospedale e a quel punto ci sono 2 possibili strade:
- Si tratta di una minaccia d’aborto. In questo caso la donna può decidere se lasciar decidere alla natura e sperare che il sanguinamento smetta o se intervenire farmacologicamente per sostenere la continuazione della gravidanza.
- Si tratta di un aborto confermato E’ possibile che tutto venga espulso spontaneamente o c’è bisogno di intervenire farmacologicamente inserendo in vagina un farmaco che aiuta l’utero a svuotarsi e/o chirurgicamente con un raschiamento.
I giorni successivi all’aborto
I giorni successivi all’aborto vengono prescritti degli antidolorifici per i crampi.
Per alcuni giorni o settimane ci sarà un sanguinamento fino a quando tutto l’endometrio (il tessuto che ricopre la parte interna dell’utero) sarà espulso. Finito questo sanguinamento, le ovaie di solito impiegano circa due settimane dopo l’aborto spontaneo ad ovulare.
Il primo ciclo dovrebbe arrivare entro quattro-sei settimane.
Dopo 6 settimane dall’aborto bisognerebbe fare un controllo ecografico.
Ora che è tutto finito ci si può preparare per una nuova gravidanza, se il vostro cuore lo desidera.
Per abbassare il rischio di un secondo aborto e aumentare le probabilità di una gravidanza è consigliabile
- Smettere di fumare
- Mangiare sano ed equilibrato
- Prendere l’acido folico
- Si deve assumere 0,4-0.5 mg al giorno per un mese prima della gravidanza e fino a 12 settimane di gestazione.
Una rassicurazione: il verificarsi di una complicazione in gravidanza dopo una interruzione spontanea è ridotta ma fatevi seguire e supportate da una ostetrica per tutto il percorso così da essere sempre rassicurate e tenute sotto controllo.